Giornata Mondiale Dei Diritti Umani

un salto indietro nella storia con uno sguardo verso il futuro

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  Laura Rodriguez
  10 dicembre 2022
  4 minuti, 48 secondi

GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Un salto indietro nella storia con uno sguardo verso il futuro

La storia dei diritti umani, così come li conosciamo oggi, ha radici molto specifiche e altrettanto profonde, essendo la loro affermazione frutto di dinamiche storiche. La necessità di parlare di diritti che interessano l’intero genere umano, infatti, è emersa nel contesto del secondo conflitto mondiale. In seguito alle atrocità e alle perdite di vita registrate, non è stato possibile fare a meno di sottolineare l’importanza di questa categoria. La peculiarità di questa classe di diritti è il fatto che sono riconosciuti all’uomo semplicemente sulla base della sua appartenenza al genere umano, senza il bisogno che siano soddisfatti ulteriori ‘requisiti’. Sin dal 1950, la Giornata Mondiale dei Diritti Umani viene celebrata il 10 dicembre, data in cui l’Assemblea Generale ONU ha adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR).

LE ORIGINI

Il fatto che si faccia riferimento a valori fondamentali e che si parli di dignità dell’individuo, fa immediatamente capire la portata dei temi presi in considerazione e rende chiaro il motivo per il quale si è arrivati a quello che oggi è il documento di riferimento: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Quest'ultima poggia su quattro pilastri che ne racchiudono l’essenza, nello specifico: dignità, fratellanza, libertà ed uguaglianza; ognuno di essi ha il delicato ruolo di proteggere valori che fanno riferimento a diverse sfere (sicurezza personale, partecipazione politica, diritti economici, sociali, culturali e altre ancora). Nonostante rimanga un documento che non pone alcun obbligo giuridico in capo agli Stati, la Dichiarazione ha avuto il merito di stimolare successivi sviluppi in questa direzione, vista soprattutto la forza morale che la contraddistingue. Infatti, sulla scia di questo primo tentativo di salvaguardare la dignità umana, sono stati poi adottati due diversi patti nel 1966, entrati in vigore 10 anni più tardi, con lo scopo di difendere da un lato i diritti civili e politici e dall’altro quelli economici sociali e culturali. Si è in questo modo consolidata nel tempo quella che potremmo definire come una "categorizzazione" dei diritti umani lungo un arco di tempo che va dal 1789 (anno della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino firmata nel contesto della Rivoluzione francese) fino ai giorni nostri. È possibile parlare di 3 diverse generazioni di diritti umani che sono concretamente frutto di un processo di evoluzione storica che sottolinea la consapevolezza raggiunta circa l’unicità e l’importanza dell’individuo in quanto tale.

TRE GENERAZIONI DI DIRITTI UMANI

Se la prima generazione di diritti si caratterizzava per il suo pragmatismo nel proteggere l’autonomia personale dall’ingerenza dello Stato e, allo stesso tempo, garantire la partecipazione dei soggetti alle decisioni politiche di quest’ultimo, il focus si è poi spostato sul ruolo attivo che l’autorità deve giocare. In altre parole, nei cosiddetti diritti di seconda generazione, ciò che si richiede all’attore statale è un intervento attivo al fine di garantire diritti sociali, economici e culturali. Il diritto al lavoro, all’educazione o all’assistenza sociale, per esempio, richiedono l’adozione di specifiche legislazioni in questa direzione e rappresentano per questo motivo uno step ulteriore rispetto ai loro ‘antenati’. La vera novità è però incarnata dalla famiglia di diritti che attengono maggiormente alle sfere della collettività e della solidarietà sociale, frutto di traguardi raggiunti solo recentemente. Questi diritti aggiungono dei requisiti ulteriori e ancor più specifici al fine di tutelare non solo il singolo individuo, ma anche la comunità al quale appartiene. Non a caso i soggetti verso i quali si dirigono queste azioni di ‘discriminazione positiva’ fanno parte delle categorie maggiormente vulnerabili della società, che dunque richiedono un’attenzione particolare vista la loro potenziale fragilità. Più nel dettaglio si fa riferimento a donne, migranti, bambini, persone LGBTQI+, ai quali vanno ad aggiungersi altri target più ‘astratti’ quali la protezione all’ambiente, lo sviluppo, la pace e l’assistenza umanitaria. Sul piano internazionale, è possibile poi rilevare altre importanti Convenzioni che garantiscono un ulteriore livello di protezione verso i soggetti sopracitati. Tra queste possiamo citare la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (1979), la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (1984).

I soggetti giuridici che attuano provvedimenti ai fini della tutela e protezione sono le Corti create a partire dagli anni ’50, competenti a ricevere persino ricorsi individuali. Questi particolari strumenti regionali di tutela (di cui la Corte europea dei diritti dell’uomo istituita nel 1959 è il capostipite) possono essere visti un po’ come il braccio operativo della Convenzione. Nonostante ciò, le violazioni dei diritti umani rimangono numerose e, purtroppo, non sono attribuibili esclusivamente a regimi autoritari o dittature, ma al contrario, interessano anche varie potenze che si identificano come ‘democrazie’. Spesso i diversi meccanismi di monitoraggio trovano difficoltà nella loro applicazione per questo alcune volte si assiste a situazioni in cui vi sono persistenti oltraggi alla persona.

Le prove di abusi, trasgressioni e inosservanza degli ideali fin qui esaltati, non devono dissuaderci dal continuare a credere che la Dichiarazione, in primis, e tutte le successive Convenzioni, superino la prova del tempo come vero e proprio testamento universale dei valori fondamentali. È pertanto di fondamentale importanza continuare a combattere questa battaglia in nome di quei diritti inalienabili, faticosamente conquistati nel corso della storia, e fare in modo che le atrocità della Seconda Guerra Mondiale rimangano solo un ricordo ed un monito per tutti.


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Laura Rodriguez

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