I colloqui "candidi e costruttivi" tra Pechino e Washington

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  Lorenzo Graziani
  17 luglio 2023
  3 minuti, 14 secondi

Dopo l'incidente del pallone spia in febbraio, che aveva causato l'annullamento della visita di Blinken in Cina, una nuova missione diplomatica è stata organizzata da Washington e Pechino: Domenica 18 e Lunedì 19 giugno Antony Blinken si è quindi recato nella Repubblica Popolare Cinese, diventando il primo Segretario di Stato Americano ad incontrare il leader cinese dal 2018.

Durante la diretta stampa precedente al viaggio Blinken ha rimarcato l'importanza della missione sottolineandone gli obiettivi: stabilire comunicazioni aperte e più forti, scoprire le sfide condivise dai due paesi e superare i pregiudizi che hanno caratterizzato la relazione tra le due superpotenze durante gli ultimi anni.

Attorniato da aspettative molto contenute, il Segretario di Stato la domenica ha incontrato il Ministro degli Affari Esteri cinese Qin Gang. Dopo un meeting di cinque ore, concluso da una cena informale, Qin ha dichiarato di essere rimasto soddisfatto del fatto che entrambe le parti abbiano dimostrato di star cercando il dialogo, la cooperazione e il riallacciamento di interazioni a livello governativo, anche a discapito delle "profonde differenze".

Il Lunedì invece ha tenuto discorsi con Wang Yi, alto funzionario e diplomatico cinese, che si è rivelato meno accondiscendente del collega Ministro degli Affari Esteri.

Wang ha infatti definito le relazioni tra le due superpotenze come "critiche" e ha invitato Washington a decidere definitivamente tra il dialogo o il confronto, la cooperazione o il conflitto. Ha inoltre sottolineato la pericolosità di un eventuale ulteriore raffreddamento delle relazioni e ne ha attribuita la spirale discendente alla erronea percezione che gli Stati Uniti hanno sviluppato nei confronti della Cina durante questi ultimi anni.

Wang ha anche rimarcato con decisione la determinazione di Pechino sulla questione di Taiwan, descrivendo il governo autoproclamato dell'isola come il "rischio più concreto" per le relazioni tra i due paesi e definendola come uno degli "interessi vitali" cinesi, sul quale quindi non ci si può aspettare alcuno "spazio per compromessi o passi indietro". Infine ha chiesto di interrompere l'azione di contenimento dello sviluppo tecnologico cinese, alimentata secondo il suo parere dal falso mito della "minaccia cinese", anche se Blinken ha risposto che gli Stati Uniti non stanno attuando nessuna politica di limitazione economica della Cina.

Il Segretario di Stato, in un incontro con la stampa in Cina, ha dichiarato di aver intrapreso il viaggio per "rafforzare i canali di comunicazione, chiarire le posizioni americane e le questioni di disaccordo, esplorare le aree nelle quali la cooperazione è possibile per il raggiungimento di mutui interessi e allineare i due paesi nelle sfide globali". Per quanto degli accordi ufficiali non siano stati raggiunti, Blinken ha dichiarato di aver raggiunto i suoi scopi: "non avremo avuto successo per tutti i problemi, ma in diverse questioni, nei termini decisi per questo viaggio, abbiamo fatto progressi e passi in avanti. [...] Voglio enfatizzare il fatto che nulla di ciò si può risolvere con una visita, un viaggio, un incontro. É un processo".

Da parte americana sono state però evidenziate anche diverse preoccupazioni, come per le "azioni provocatorie della Repubblica Popolare Cinese nel territorio di Taiwan, nei mari del Sud e dell'Est dell'Asia", la violazione dei diritti umani in aree come quelle dello Xinjiang, del Tibet e di Hong Kong, l'ingiusta detenzione di cittadini americani in Cina, il commercio spregiudicato di materiali chimici come il fentanyl, utilizzati per sintetizzare droghe che mietono diverse vittime ogni anno in territorio americano, e le pratiche anticoncorrenziali che Pechino mantiene nel mercato mondiale.

Fonti consultate per questo articolo:

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https://www.bbc.com/news/world...

https://edition.cnn.com/2023/0...

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https://www.ispionline.it/it/p...

https://unsplash.com/it

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Lorenzo Graziani

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