Il caso Wakashio: cronaca di un disastro ambientale nell'Oceano Indiano

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  Redazione
  07 settembre 2020
  12 minuti, 10 secondi

A cura di Lydia Milly Certa

È del 15 agosto 2020 la notizia della rottura in due parti della Wakashio, una nave cargo battente bandiera panamense che trasportava 4.200 tonnellate di petrolio, arenatasi il 25 luglio a Point d’Esny (Mauritius) nell'Oceano Indiano. Il contenuto consisteva in combustibili a basso tenore di zolfo, diesel ed oli lubrificanti: tutte queste sostanze si sono riversate in mare a seguito di uno squarcio nello scafo della nave.

Questo è solo l’ultimo di una serie di incidenti collegati al commercio e trasporto dei carburanti impiegati per le attività dell’uomo. Esso porta a riflettere in merito alla distruzione ambientale derivante dall'impatto antropico, in particolare sull'importanza di divulgare le ricerche di biologi, climatologi ed altri esperti delle scienze naturali relative alla capacità di carico del nostro ecosistema.

Prima di approfondire le conseguenze ambientali dell’incidente e di effettuare considerazioni di tipo politologico, è di fondamentale importanza comprendere le coordinate temporali lungo le quali si è evoluta la vicenda.

Grazie all'intervista ad un volontario locale si è proceduto alla ricostruzione degli eventi e all'elaborazione di una linea temporale, che elenca passo dopo passo gli eventi principali, gli attori coinvolti e i risultati ottenuti al fine di arginare la dispersione di greggio lungo le coste mauriziane.

Per la ricostruzione degli eventi sono stati inoltre consultati quotidiani online, gruppi Facebook e profili Instagram che hanno seguito in diretta gli eventi, agendo come veri e propri canali di mobilitazione e coordinamento dei volontari mauriziani. Tutto ciò ha permesso di ottenere una copertura maggiore degli eventi e riportare i fatti da fonti primarie e credibili.

22 luglio

A sud-est delle Mauritius il mare è agitato a causa di un anticiclone, con onde alte 3-4 metri. Le condizioni meteorologiche continueranno ad essere negative fino al 5-6 di agosto.

25 luglio

Percorrendo la tratta Cina-Brasile la Wakashio si scontra con la barriera corallina mauriziana. Il risultato è uno squarcio nello scafo che verrà rilevato solo il 5 di agosto. Nella giornata del 25 luglio non fuoriescono però le sostanze trasportate.

La nave, costruita nel 2007, ha un equipaggio di 20 persone e appartiene alla società giapponese Nagashiki Shipping Co. Ltd. La società aspetterà l’8 agosto prima di pubblicare notizie in merito sul proprio sito web.

26 luglio

Kavi Ramano e Sudhir Mudhoo, rispettivamente Ministro dell’Ambiente e Ministro della Pesca delle Mauritius, assicurano alla popolazione che non c’è pericolo di versamento in mare del carburante presente sulla nave.

31 luglio

Lars Tesmar (consulente presso la Brand MARINE CONSULTANTS) viene portato insieme ad un gruppo di cinque esperti sulla Wakashio, per effettuare analisi e rilevamenti in merito alle condizioni della nave.

1 agosto

La nave-rimorchio Stanford Hawk, con bandiera dello Stato di Saint Vincent e Grenadine (isola dell’arcipelago delle Piccole Antille), è già sul posto.

Il Governo mauriziano, dopo aver accertato l’assenza di perdite di carburante in mare, chiede formalmente aiuto alla vicina Réunion (isola che è dipartimento e regione d’oltremare della Francia). L’obiettivo è ottenere l’invio di rimorchiatori navali, poiché il piccolo Paese insulare non è equipaggiato per simili evenienze. Altre richieste d’aiuto vengono inviate in Africa, India e a Singapore.

Si stima che la nave-rimorchio francese VB Cartier Reunion Island Tug ship proveniente da Réunion arrivi lo stesso pomeriggio, mentre l’arrivo dell'africana HS Expedition South Africa Tug ship è previsto per il 10 agosto.

Viene inoltre avviata un’inchiesta sulla Guardia Costiera mauriziana per indagare il motivo della mancata comunicazione sulla presenza della Wakashio nelle acque territoriali mauriziane.

5 agosto

Viene effettuato il processo di “risalita” dal Ministero per la Pesca, per riposizionare in equilibrio la nave e mantenerla “stabile” sulle barriere coralline.

La Guardia Costiera mauriziana si accorge della presenza dello squarcio nella nave, dal quale per il momento apparentemente non vi è alcuna fuoriuscita.

6 agosto

Già in mattinata si verifica l’inevitabile: il petrolio inizia a fuoriuscire dalla crepa nel serbatoio del carburante, sul lato di tribordo della sala macchine della nave. I primi effetti sono visibili su scogli e lagune di Pointe d’Esny, ed alcuni pesci vengono ritrovati privi di vita.

Nel pomeriggio la marea nera ha già raggiunto il lungomare di Mahébourg e la Rivière-des-Créoles. La corrente trasporta l’enorme striscia di petrolio verso la regione orientale delle Mauritius, creando una coltre nella quale rimangono intrappolate molte specie endemiche di lucertole, tartarughe, rettili e piante. La zona coinvolta è il tratto di costa che va da Rivière-des-Créoles a Pointe d’Esny, passando per la riserva dell’Île aux Aigrettes.

Si ritiene che, in quanto villaggio di pescatori, Mahébourg soffrirà particolarmente per la tragedia ambientale; la regione di Blue Bay (a sud di Pointe d’Esny) ospita un parco marino, con moltissime specie di pesci e coralli, che arrivano a più di cinque metri di larghezza. Blue Bay è inoltre famosa per i tour educativi, che fanno conoscere a bambini e turisti il patrimonio naturale delle Mauritius. In molti video online, diffusi in questi giorni, si vedono le mangrovie (piante essenziali per prevenire l’erosione del suolo ed assorbire la CO2 presente nell'aria) totalmente immerse nel petrolio.

Le ONG locali, in particolare Eco-Sud, decidono di ripulire il litorale di Pointe d’Esny. Françoise Gachet di Eco-Sud lancia un appello ai parrucchieri e agli internauti sui gruppi Facebook, proponendo ai mauriziani di utilizzare i capelli come materiale assorbente da inserire all'interno di cordoni galleggianti, creati ad hoc da volontari. Questi avrebbero dovuto agire come delle spugne, assorbendo il petrolio che galleggia sulla superficie dell’acqua e contenendo così la macchia. Lo stesso metodo era stato impiegato nel 1978 dai francesi per contenere il petrolio rilasciato a seguito del naufragio dell'Amoco Cadiz, una super petroliera che ne trasportava 200.000 tonnellate.

7 agosto

Le scuole delle regioni colpite vengono chiuse a causa del forte odore di petrolio che ha ormai raggiunto le rive. Al loro risveglio, gli abitanti constatano l’ulteriore allargamento della marea nera. Molti locali hanno già iniziato a ripulire le coste raccogliendo con strumenti rudimentali il petrolio e depositandolo in barili, sotto la supervisione di Eco-Sud e Resistans ek Alternativ, già coinvolti nell'operazione di raccolta.

Viene creato un conto corrente bancario speciale per raccogliere fondi sia a livello domestico che internazionale, per offrire sostegno e supporto alla popolazione colpita. Il Primo Ministro Pravind Jugnaut dichiara lo stato di emergenza ambientale: durante una conferenza stampa annuncia di aver contattato esperti internazionali e di essere in attesa di equipaggiamento per far fronte alla situazione.

8 agosto

Circa mille tonnellate di petrolio sono ormai fuoriuscite dalla nave riversandosi in mare. Molti volontari si presentano nei siti colpiti per dare una mano insieme alla Guardia Costiera. Sul sito web della Nagashiki Shipping viene pubblicato un avviso sulla “Questione dell’incagliamento della nostra nave e presenza di fuoriuscita di petrolio”: al suo interno, la compagnia illustra brevemente gli eventi del 6 di agosto e si scusa formalmente per i disagi arrecati alla popolazione locale ed a tutte le persone coinvolte. La compagnia si impegna a collaborare per la rimozione del petrolio e del relitto e per lo svolgimento delle indagini.

9 agosto

A causa del maltempo, la rimozione del petrolio tramite pompe idrauliche viene sospesa: le onde che avvolgono la Wakashio sono troppo alte. I volontari continuano ad affluire nelle regioni colpite e coloro provvisti di dispositivi di protezione personale aiutano nella raccolta in acqua, mentre gli altri si occupano della creazione dei cordoni assorbenti. Questi sistemi di contenimento altro non sono che stoffe, all'interno delle quali vengono inseriti capelli, plastica o foglie secche di canna da zucchero.

È domenica sera: le già poche strade di collegamento tra Mahébourg e le altre città sono intasate per il traffico.

10 agosto

Grazie al miglioramento del tempo atmosferico, riprendono le operazioni di rimozione del petrolio, che viene raccolto e convogliato nelle navi-rimorchio. Nel corso della giornata ne vengono rimosse circa 510 tonnellate dalla nave, mentre rimangono al suo interno altre 1959. Nel frattempo, sulla costa continuano ad affluire volontari: Eco-Sud registra ora circa 5000 persone.

Un museo/fabbrica relativo alla coltivazione e trattamento delle canne da zucchero, L'Aventure du Sucre, apre le sue porte ai volontari per costruire altri cordoni galleggianti con foglie secche di canne da zucchero.

11 agosto

Circa 1100 tonnellate di petrolio sono ormai rimosse dalla nave, ed 800 tonnellate sono ancora al suo interno. I dati sono però poco chiari: il rapporto ufficiale della Nagashiki Shipping parla di circa 1.020 tonnellate, affermando che le crepe nello scafo della nave si sono espanse. Il rischio è che la nave si spezzi in due parti e lo scafo vada alla deriva; per evitare che ciò accada, la compagnia giapponese monitora l’evoluzione della vicenda e collega lo scafo con un rimorchiatore.

13 agosto

La Nagashiki Shipping si dice consapevole delle responsabilità “delle parti interessate” (riferendosi ovviamente a sé stessa) e, dopo aver comunicato che il Governo mauriziano ha presentato una richiesta di risarcimento, afferma la volontà di risposta in conformità con “la legge applicabile”. La società prosegue comunicando la quasi completa rimozione del carburante presente nei serbatoi della nave, avvenuta con successo il 12 di agosto.

Un team di risposta all'emergenza inviato dalla compagnia è presente sul luogo, con speciali apparecchiature per contrastare le fuoriuscite di petrolio come skimmer, pompe e assorbenti. Valutano inoltre l’assunzione di personale aggiuntivo.

15 agosto

Ore 14.00 (orario mauriziano): la Wakashio si spezza in due.

16 agosto

    La Nagashiki Shipping conferma la rottura della nave. La crepa in corrispondenza della stiva n.8 si è espansa, trasformandosi in una vera e propria rottura. Le due parti verranno recuperate: la parte anteriore dello scafo sarà rimorchiata secondo quanto concordato con le autorità, mentre sono in corso le discussioni in merito al recupero della parte posteriore dello scafo.

    Le conseguenze ambientali sono già evidenti: migliaia di specie che si trovavano in aree protette quali la Pointe d’Esny Wetland, l’Île aux Aigrettes Nature Reserve, la Blue Bay Marine Area e la Mahébourg Fishing Reserve sono a rischio. Queste zone sono delle vere e proprie enclavi di vita, santuari di flora e fauna endemiche. Nel 1965, la piccola Île aux Aigrettes fu convertita in una riserva naturale; vent'anni dopo, con il programma di ripristino di flora e fauna mauriziane della Mauritian Wildlife Foundation ha iniziato ad ospitare animali e piante a rischio di estinzione, tra volatili quali colomba rosata, tessitore di Mauritius, occhialino olivaceo di Mauritius e piccoli rettili come il geco diurno di Round Island. La Blue Bay Marine Area è stata dichiarata parco nazionale solo nel 1997; nel 2008, con la Convenzione Ramsar, viene designata area di importanza internazionale. È utilizzata per scopi educativi e promuove campagne di sensibilizzazione per la tutela della biodiversità.

    Ripercorrendo gli avvenimenti si nota subito che per dodici giorni (25/07-05/08) il relitto è rimasto in mare, senza alcun intervento per rimuovere il petrolio dai serbatoi. Da un’analisi della reazione pubblica nei social media emerge una critica nei confronti dell’operato del Governo mauriziano. I cittadini si sono chiesti il motivo del ritardo nel prendere misure per la rimozione del relitto: il Primo Ministro ha affermato che il Governo non era dotato di equipaggiamento e attrezzature adeguati ad affrontare l’emergenza, così come di esperti in materia. Ha pertanto dovuto lanciare appelli agli Stati vicini, accolti da Francia e dall'Africa.

    Il primo passo effettuato dal Governo mauriziano è stato la richiesta di aiuti alla vicina Réunion, regione d’oltremare della Francia. Non appena ricevuta la richiesta, il Presidente Macron è immediatamente intervenuto dicendo: «When biodiversity is in danger, there is an urgent need to act. You can count on our support», affermando la disponibilità a fornire il proprio supporto per salvare la biodiversità della zona. Già nella giornata di sabato 8 agosto la Francia ha infatti inviato sul sito un aereo militare con una task force di esperti equipaggiati; ha inoltre inviato la Champlain (nave appartenente alla flotta della propria Marina) con la nave-rimorchio VB Cartier Reunion Island Tug ship.

    Sicuramente, la prossimità di Réunion è stata provvidenziale nella gestione dell’emergenza e nell'invio degli aiuti. La Francia ha infatti tutte le risorse per poter aiutare un territorio vicino ad una sua concessione d’oltremare, oltre ad aver avuto un’esperienza simile nel 1978 con il naufragio dell'Amoco Cadiz. L'episodio della Wakashio si è verificato alle Mauritius, ma avrebbe potuto verificarsi anche nella vicina Réunion: quando la biodiversità è a rischio, la solidarietà apre delle brecce nei confini delle nazioni.

    Il secondo quesito è la ragione del ritardo degli aiuti africani. Osservando lo stato attuale delle cose è possibile ipotizzare che, in questo momento, l’Africa sia impegnata nel fronteggiare le conseguenze dell’epidemia da Covid-19: da ciò deriverebbe il ritardo nell'invio di equipaggiamento e aiuti.

    Il caso Wakashio mostra la resilienza dei mauriziani e la loro capacità di mobilitare la propria popolazione per un bene più grande. Le conseguenze ambientali saranno visibili per parecchio tempo, ma oltre ad essere ricordato come un disastro ambientale verrà anche ricordato come un esempio di solidarietà e di rispetto nei confronti della natura. I volontari mauriziani, armati di tute e mascherine, sono andati in prima persona nei luoghi colpiti per dare una mano, prima con strumenti rudimentali ed in un secondo momento attrezzati di tutto punto per salvare la loro amata isola.

    Fonti consultate per il presente articolo:

    L'autrice ha intervistato un mauriziano che in qualità di volontario ha preso parte all'operazione di creazione dei cordoni.

    La fotografia è stata scattata da Toshan Ramsurn a Mahébourg.

    Facebook pages: Wakashio - Oil Spill - Anou Mobilisez available at https://www.facebook.com/groups/682627752330288/?ref=share

    Instagram profiles: indie.marea; mauritius_explored; mauritiusuncovered; savemauritiusreef

    Altre fonti:

    https://www.lexpress.mu/article/380390/meteo-lavis-fortes-houles-maintenu

    https://defimedia.info/en-images-un-navire-sechoue-au-sud-est-de-maurice

    https://www.forbes.com/sites/nishandegnarain/2020/08/09/how-satellites-traced-the-fateful-journey-of-the-ship-that-led-to--mauritius-worst-oil-spill-disaster/?fbclid=IwAR3XuVy04jjNhcNXnHSdOa9KcCw6Pb8ao7uZSNAw4KaYdrCZHAxc-t0gJtM#2345390a5b42

    https://defimedia.info/le-renflouage-du-mv-wakashio-sur-le-point-de-demarrer

    https://defimedia.info/naufrage-du-wakashio-enquete-sur-la-responsabilite-des-officiers-de-la-ncg

    https://defimedia.info/le-renflouage-du-mv-wakashio-sur-le-point-de-demarrer

    https://defimedia.info/renflouage-du-mv-wakashio-un-remorqueur-reunionnais-arrive-ce-samedi-apres-midi

    https://defimedia.info/manipulees-et-trompeuses-le-ministere-de-la-peche-reagit-aux-photos-dun-wakashio-sombrant

    https://defimedia.info/en-images-wakashio-une-catastrophe-ecologique-se-profile-lhorizon

    https://defimedia.info/en-images-apres-mahebourg-waterfront-la-fuite-dhuile-atteint-riviere-des-creoles

    https://defimedia.info/fuite-dhuile-du-wakashio-triste-spectacle-autour-de-lile-aux-aigrettes

    https://defimedia.info/fuite-dhuile-du-wakashio-vos-cheveux-peuvent-aider-depolluer-les-eaux

    https://www.enezgreen.com/en/blue-bay-marine-park/

    https://oceanservice.noaa.gov/facts/mangroves.html

    https://www.yonature.com/mangroves-mauritius/

    https://defimedia.info/fuite-dhuile-pas-de-reprise-de-classes-ce-lundi-10-aout-dans-les-etablissements-de-mahebourg-et-des-regions-environnantes

    https://defimedia.info/en-images-fuite-dhuile-du-wakashio-maree-noire-riviere-des-creoles

    https://defimedia.info/fuite-de-fioul-du-wakashio-des-mauriciens-se-mobilisent-pour-une-tentative-de-grand-nettoyage

    https://www.lexpress.mu/article/380832/mv-wakashio-une-journee-marquee-mobilisation-volontaires

    https://defimedia.info/fuite-dhuile-du-wakashio-nou-pas-expert-nou-guide-par-seki-expert-dir-dit-le-pm

    https://defimedia.info/maree-noire-lurgence-environnementale-officiellement-promulguee

    https://www.youtube.com/watch?v=IGAdKOTqrKw

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    https://www.youtube.com/watch?v=WXQhNH5fiLw

    https://defimedia.info/meteo-lanticyclone-seloigne-de-maurice-le-vent-saffaiblit

    https://defimedia.info/le-wakashio-continue-de-se-fissurer-et-contient-encore-1-959-tonnes-metriques-dhuile

    https://defimedia.info/nettoyage-des-lagons-apres-le-naufrage-du-wakashio-5-000-benevoles-inscrits-aupres-de-long-eco-sud

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    https://www.nagashiki-shipping.jp/2020/08/16/%e5%bd%93%e7%a4%be%e8%88%b9-%e5%ba%a7%e7%a4%81%e3%81%8a%e3%82%88%e3%81%b3%e6%b2%b9%e6%bf%81%e7%99%ba%e7%94%9f%e3%81%ae%e4%bb%b6-%e7%ac%ac5%e5%a0%b1/

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