Il Regno Unito alle urne: sarà decisiva la questione ambientale alle prossime elezioni?

Come l'economia e l'ambiente influenzeranno le prossime elezioni inglesi

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  Elisa Modonutti
  19 aprile 2024
  4 minuti, 2 secondi

Le prossime elezioni nazionali si stanno avvicinando nel Regno Unito. Anche se non è ancora chiara la data, il primo ministro Rishi Sunak ha dichiarato che prevede di andare alle urne "nella seconda metà" del 2024. L’incertezza delle fatidiche votazioni è data dalla facoltà riservata nel Regno Unito al Primo Ministro, il quale può decidere personalmente la data dello scioglimento del Parlamento e dell’indizione di nuove elezioni nell’arco di una legislatura quinquennale.

L’attuale Parlamento terminerà la propria legislatura il 17 dicembre 2024, quindi le elezioni potranno svolgersi al massimo entro il 28 gennaio 2025, grazie alla concessione di 25 giorni lavorativi per la preparazione della tornata elettorale. Tuttavia, secondo le parole del Primo Ministro Sunak, i cittadini inglesi potrebbero trovarsi alle urne prima del termine ultimo concesso per il rinnovo dell’Assemblea Parlamentare.

Secondo le recenti previsioni elettorali, inoltre, il Paese nelle prossime elezioni potrebbe vedere una svolta alla guida politica: dopo tredici anni di avvicendamento di governi d’ala conservatrice Wight, il partito labourista di Keir Starmer sembra essere in netto vantaggio nei sondaggi fin dagli inizi del 2022.

Tra i motivi che hanno portato malcontento pubblico nei confronti del governo conservatore si possono annoverare sicuramente le controverse misure economiche e monetarie avanzate dai vari governi, le quali non hanno portato alla crescita desiderata.

Come riportato dal The Guardian, negli anni del governo Conservatore, non solo il tasso di crescita di lungo periodo è diminuito drasticamente dal 2008 ad oggi, ma la Brexit ha contribuito anche a peggiorare i proventi derivanti dal commercio internazionale.

Queste diminuzioni hanno portato a forti politiche di austerità e a un’alta tassazione soprattutto nei confronti delle società, che tuttavia non sono riuscite a fermare l’aumento del debito pubblico. Nei tredici anni di governo Conservatore, infatti, il debito pubblico inglese è salito vertiginosamente, soprattutto dopo l’aumento notevole della spesa pubblica per far fronte alla pandemia di Covid-19.

Oggigiorno, il debito pubblico inglese è situato a quasi 4 punti percentuali più alti rispetto alle elezioni del 2019, mentre si stima che la tassazione complessiva raggiungerà il 37,1% del PIL nel 2028, il livello più alto dal 1948, in una serie di possibili politiche di austerity necessarie per il contenimento del debito.

La situazione non rosea dell’economia inglese sarà un punto di dibattito fondamentale tra i due maggiori partiti nelle prossime elezioni.

Tuttavia, secondo i sondaggi, la questione economica non sarà l’unica di primaria importanza nella scelta del nuovo governo inglese. La politica ambientale e le questioni relative al cambiamento climatico, infatti, giocheranno un ruolo molto importante per la scelta del prossimo capo del governo.

Secondo quando riportato dal The Economist, il governo conservatore di Sunak ha evidenziato recentemente come la Gran Bretagna sia diventata la prima grande economia a dimezzare le proprie emissioni di gas serra dal 1990.

Tuttavia, nonostante il governo abbia promosso misure importanti nella lotta ai cambiamenti climatici, chiudendo centrali elettriche a carbone e promuovendo politiche green nell’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili, non ha previsto misure volte ad affrontare le situazioni più incidenti e pressanti, ma anche di portata più quotidiana, come il riscaldamento domestico e l’agricoltura.

In un momento di crescente consapevolezza del riscaldamento globale, dopo che l'estate scorsa l'Europa ha registrato temperature record e devastanti incendi e inondazioni, in Gran Bretagna i sondaggi mostrano come ci sia un ampio consenso sulla necessità di agire sul clima.

Secondo una ricerca del King’s College London, Ipsos UK e Mission Zero Coalition, il 41% dei britannici sarebbe più propenso a votare per un partito politico che adotti una linea di azione severa nei confronti del cambiamento climatico, tollerando anche eventuali aumenti dei costi di produzione del petrolio e del gas, a favore di investimenti nelle forniture di energia rinnovabile.
In particolare, gli elettori più attenti alle questioni ambientali individuano nel partito Labourista il candidato più adatto a portare avanti la lotta al cambiamento climatico, tanto che, secondo le stime, molti di coloro che hanno votato il partito conservatore nel 2019 hanno cambiato partito o sono indecisi (28%), propendendo maggiormente per politiche più green, come proposto ad esempio dal partito Whig. Non sorprende dunque il vantaggio del partito labourista ai sondaggi elettorali.

Secondo un sondaggio svolto da Greenpeace, più dei due terzi degli intervistati ha sottolineato l’importanza delle politiche ambientali e climatiche nelle prossime elezioni, confermando quindi come la questione climatica e le politiche per arginare l’inquinamento ambientale giocheranno un ruolo fondamentale e decisivo nella scelta del nuovo governo inglese.

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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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UK elezioni Primo Ministro cambiamento climatico debito pubblico Whig