Il The Guardian confronta il suo legame con la schiavitù

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  Gaia De Salvo
  06 aprile 2023
  5 minuti

Martedì 28 marzo, il giornale inglese The Guardian ha pubblicato un report indipendente commissionato dalla Scott Trust (la compagnia di media proprietaria) che stabilisce i legami del fondatore del giornale e dei i suoi finanziatori con l’istituzione della schiavitù. Il giornale si è dunque formalmente scusato in un editoriale e ha promesso di implementare un programma di giustizia riparativa.

La Scott Trust darà il via a un programma per aiutare le comunità che ancora subiscono le conseguenze della schiavitù transatlantica a cui il fondatore ha contribuito negli Stati Uniti, in Giamaica, e nello stesso Regno Unito. Vi sarà inoltre un incremento alla copertura stampa riguardante la comunità afro-discendente e agli effetti della tratta degli schiavi sulla società contemporanea.

Chi era John Edward Taylor?

Nel 1819, durante una protesta pro-democrazia e anti-povertà nella St Peter’s Square a Manchester, circa 700 persone sono ferite gravemente e 18 uccise. L’evento, conosciuto come il "Peterloo massacre", è uno dei momenti nevralgici del passaggio alla democrazia popolare del Regno Unito. Testimone oculare del massacro è il mercante di cotone John Edward Taylor, che scrive un resoconto dell’evento e sente la necessità di creare una piattaforma giornalistica per i liberali riformisti: il Manchester Guardian, che pubblicherà il suo primo numero il 5 maggio del 1821 dichiarando come suo obiettivo quello di sostenere la libertà civile e religiosa.

Nonostante ciò, secondo il necrologio pubblicato dal giornale inglese nel lontano 1905, John Edward Taylor ha un ruolo molto indiretto nello sviluppo del The Guardian, con il principale contributo dato dall’editore capo CP Scott, da cui prende il nome la Scott Trust, ora proprietaria del giornale. 

Taylor era principalmente un mercante di cotone grezzo frutto del lavoro schiavista proveniente dagli Stati Uniti, Brasile, e dalle Indie Occidentali Britanniche, come pubblicato dai ricercatori commissionati dalla Scott Trust. Questi sono arrivati a trovare i nomi e le le iniziali dei proprietari delle piantagioni schiaviste collegate a Taylor, specificamente nella regione di Sea Island, Stati Uniti.

Inoltre, uno dei principali finanziatori del giornale, Sir George Philips, possedeva e gestiva una piantagione di zucchero a Hanover in Giamaica insieme a un suo socio, che è persino riuscito a ottenere una compensazione monetaria di circa 200.000£ di oggi da parte del governo inglese per la perdita di “proprietà umana” - 108 persone - nel 1835.

Questioni di tempismo

Il progetto, dichiara il giornale, nasce dal movimento Black Lives Matter del 2020, nato dalla violenta uccisione da parte della polizia USA di George Floyd, evento catalizzatore di rabbia e riflessioni sul passato coloniale e schiavista non solo degli Stati Uniti, ma anche di numerosi altri contesti. Uno dei principali luoghi di proteste è infatti il Regno Unito, in cui l’abbattimento della statua di Edward Colston, commerciante di schiavi, a Bristol ha spinto numerose organizzazioni a esaminare il proprio passato in relazione al crimine della schiavitù. Fra queste vi è il The Guardian, uno dei giornali più attivi nel coprire questi eventi e uno dei più progressisti del paese.

Rilevante per questa vicenda è anche il dibattito internazionale riguardo alla giustizia riparativa e le compensazioni alle vittime del colonialismo e della schiavitù. Svariati leader internazionali si sono scusati per la tratta degli schiavi e per il passato colonialista di numerosi paesi europei come Paesi Bassi, Danimarca, Francia, UK, Germania, e Belgio. Ma nel mondo molti attivisti chiedono di più: chiedono riparazioni e investimenti per compensare le popolazioni affette dei danni generazionali subiti, particolarmente sentiti negli Stati Uniti, in cui una famiglia bianca è circa dieci volte più ricca di una famiglia afro-discendente e, a parità di titoli di studio, un laureato bianco ha in media un patrimonio sette volte maggiore di un laureato nero. Il denaro ‘risparmiato’ dalla schiavitù statunitense nel 1860 è stato calcolato a più di tre miliardi di dollari, investiti in fabbriche e ferrovie, risultando in ulteriore arricchimento per la popolazione bianca.

La proposta decennale di giustizia riparativa

Per compensare le ingiustizie in cui John Edward Taylor e molti dei principali finanziatori del The Guardian sono stati complici nel 19esimo secolo, il giornale ha concretizzato le scuse ufficiali con un piano decennale per consapevolizzare il suo pubblico e fornire riparazioni alle vittime. La Scott Trust dunque:

  • finanzierà un incremento nella copertura editoriale del The Guardian nei Caraibi, in Sud America e Africa, e nelle comunità nere nel Regno Unito;
  • creerà una cassa di fondi riparativi per supportare progetti nelle comunità da cui provenivano la maggior parte degli schiavi collegati con Taylor e affini, il sud-est degli Stati Uniti e la Giamaica;
  • aumenterà le borse di studio della Guardian Foundation e fonderà una fellowship specificamente per i giornalisti neri nel Regno Unito, ma anche negli Stati Uniti e in Australia;
  • istituirà una campagna di pubblica informazione e consapevolezza a livello locale a Manchester e nel Regno Unito concentrandosi sull’impatto odierno della schiavitù;
  • continuerà a finanziare ricerca accademica sulla propria storia e in generale riguardo a questioni più ampie concernenti il Regno Unito e le connessioni storiche alla schiavitù transatlantica.

Il Regno Unito, come molte nazioni occidentali, ha le radici della propria ricchezza e prestigio nel colonialismo e nella schiavitù. Considerando il ruolo di rilievo dello sfruttamento schiavista nella propria storia, è impossibile affermare che ciò non abbia tuttora ripercussioni sul presente. Il The Guardian, guardando indietro alla propria storia e creando piani concreti per migliorare il presente ed il futuro delle comunità coinvolte, sta dando quello che da decenni la società civile internazionale chiede agli stati: riparazioni.

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Le fonti utilizzate per la stesura dell'articolo sono consultabili ai seguenti link


https://www.theguardian.com/news/ng-interactive/2023/mar/28/in-memoriam-the-enslaved-people-linked-to-the-guardian

https://www.historic-newspapers.co.uk/blog/history-of-the-guardian/

http://www.peterloomassacre.org/history.html

https://www.theguardian.com/media/from-the-archive-blog/2017/nov/15/manchester-guardian-prospectus-1821

https://www.theguardian.com/news/commentisfree/2023/mar/28/how-our-founders-links-to-slavery-change-the-guardian-today

https://www.theguardian.com/uk-news/2020/jun/07/blm-protesters-topple-statue-of-bristol-slave-trader-edward-colston

https://www.brookings.edu/policy2020/bigideas/why-we-need-reparations-for-black-americans/

https://www.euronews.com/my-europe/2022/12/20/some-european-countries-have-apologised-for-their-colonial-past-is-it-enough

The Scott Trust legacies of enslavement report 2023

https://www.theguardian.com/commentisfree/2023/mar/28/the-guardian-view-on-our-links-to-slavery-a-necessary-reckoning-with-the-past

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https://pixabay.com/illustrati...

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Gaia De Salvo

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Diritti Umani

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