La decisione dell'Ombudsman europeo sulla questione dei salvataggi in mare

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  Veronica Grazzi
  04 marzo 2024
  4 minuti, 18 secondi

L'organo di controllo dell'Unione Europea ha reso noti i risultati dell’inchiesta avviata lo scorso luglio sul ruolo della Guardia costiera e di frontiera europea (Frontex) nel naufragio dell'imbarcazione Adriana al largo delle coste di Pylos, in Grecia. L’indagine si è concentrata sul rispetto degli obblighi in materia di diritti fondamentali e di ricerca e soccorso nel contesto della sorveglianza marittima.

I salvataggi in mare, Frontex e le responsabilità degli stati europei

La maggior parte delle istituzioni europee concorda sul fatto che la gestione delle migrazioni ha bisogno di due pilastri principali su cui basarsi: creare vie di accesso sicure e legali per garantire un flusso costante ma controllato di persone e rafforzare le frontiere esterne. Mentre il primo pilastro è completamente in mano agli stati, il secondo è affidato a Frontex, che collabora con le autorità nazionali principalmente in attività di pattugliamento dei confini di terra e di mare dell'Unione.

Frontex si occupa di supportare gli stati anche scambiando informazioni riguardanti le attività alle frontiere esterne dell'UE (dati operativi, intelligence e analisi delle minacce) e fornendo assistenza tecnica e operativa (formazione del personale, fornitura di attrezzature specializzate e partecipazione diretta alle operazioni sul campo). Quando si tratta di operazioni di salvataggio in mare (SAR), Frontex può coordinare e supportare gli sforzi degli Stati membri e delle altre agenzie coinvolte nelle operazioni di soccorso. Tuttavia, è importante notare che Frontex non è un'organizzazione SAR primaria, ma fornisce attività di supporto secondo quanto stabilito con il regolamento UE 1896/2019 e il regolamento 656/2014:

"Le autorità marittime nazionali degli Stati membri rimangono le principali responsabili delle operazioni SAR nelle loro rispettive zone di competenza".

Frontex quindi può intervenire e supportare solo quando richiesto e autorizzato dagli Stati membri interessati e in conformità al suo mandato operativo. Il mandato di condurre operazioni SAR rimane di competenza dei soli Stati membri, quindi non è chiaro cosa questo significhi nella pratica per Frontex.

L’indagine aperta dall’Ombudsman

L'Ombudsman europeo è un'istituzione indipendente dell'Unione europea che si occupa di indagare sulle denunce di cattiva amministrazione contro le attività delle istituzioni e gli organi dell'UE. Il 27 luglio 2023 ha aperto un'indagine a seguito del naufragio al largo della costa greca di Pylos del peschereccio Adriana che trasportava circa 750 migranti. 104 persone sono state salvate e 82 corpi sono stati recuperati. Si presume che i passeggeri rimanenti siano morti. La tragedia di Adriana è considerata come una delle più gravi degli ultimi anni per il grande numero di vittime, e ha suscitato critiche a livello internazionale.

Questo incidente ha sollevato interrogativi riguardo al coinvolgimento e alle responsabilità dell'Unione Europea nel preservare le vite umane nell'ambito delle sue politiche migratorie e di controllo delle frontiere. Sono state numerose le accuse contro la Guardia Costiera ellenica (HCG) di coinvolgimento diretto o indiretto al ribaltamento. Dato che Frontex è spesso coinvolta in una certa misura nella risposta alle emergenze marittime, le critiche sono state estese al suo ruolo.

Criticità e raccomandazioni sulle azioni di Frontex

L'indagine ha rilevato che nell’ambito del naufragio Adriana, Frontex ha seguito le norme e i protocolli applicabili. Tuttavia, viene sottolineata l'inadeguatezza dell’agenzia nel salvataggio di vite umane in mare e la limitata capacità di agire in modo indipendente dagli stati membri.

Le critiche hanno riguardato le carenze nel modo in cui Frontex reagisce alle situazioni di emergenza marittima in cui viene coinvolta e nelle sue attività di sorveglianza aerea. Un esempio sono i modi in cui le unità Frontex dovrebbero rispondere nel momento in cui rilevano imbarcazioni in potenziali situazioni di difficoltà (l'emissione di segnali di emergenza). Altro punto sollevato è l’incapacità di garantire che gli osservatori dei diritti fondamentali di Frontex siano sufficientemente coinvolti nel processo decisionale sulle emergenze marittime individuate durante le attività di sorveglianza dell'agenzia.

Per ovviare a tali carenze, Il Mediatore ha suggerito che se le autorità nazionali non rispettano i loro obblighi di SAR o sono coinvolte in altre forme di violazione dei diritti fondamentali, il direttore esecutivo dell'agenzia dovrebbe riconsiderare se continuare a operare in tale Stato membro.

Allo stesso tempo, il Mediatore ha sottolineato che i suggerimenti e le critiche presentate sul lavoro di Frontex non bastano a colmare l'ampia lacuna lasciata dall'assenza di una SAR proattiva nell'Unione Europea, in particolare se combinata con ripetute accuse sulla condotta delle autorità in alcuni Stati membri. L'indagine dimostra la necessità di una maggiore chiarezza sui ruoli e le responsabilità e, soprattutto, sulla natura della cooperazione di Frontex con le autorità nazionali.

Emerge quindi il bisogno di modificare il mandato legale di Frontex per garantire un maggior grado di indipendenza e di creare una commissione d'inchiesta indipendente per esaminare il numero crescente di morti nel Mediterraneo e le responsabilità delle autorità nazionali, di Frontex e delle istituzioni dell'UE. La decisione mette nuovamente in discussione l'impegno europeo nella protezione delle vite umane in mare e sottolinea l’urgenza con la quale i legislatori dell'UE dovrebbero affrontare il tema.

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L'Autore

Veronica Grazzi

Veronica Grazzi è originaria di un piccolo paese vicino a Trento, Trentino Alto-Adige ed è nata il 10 dicembre 1999.

Si è laureata in scienze internazionali e diplomatiche all’università di Bologna, ed è durante questo periodo che si è appassionata al mondo della scrittura grazie ad un tirocinio presso la testata giornalistica Il Post di Milano. Si è poi iscritta ad una Laurea Magistrale in inglese in Studi Europei ed Internazionali presso la scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento.

Grazie al Progetto Erasmus+ ha vissuto sei mesi in Estonia, dove ha focalizzato i suoi studi sulla relazione tra diritti umani e tecnologia. Si è poi spostata in Ungheria per svolgere un tirocinio presso l’ambasciata d’Italia a Budapest nell’ambito del bando MAECI-CRUI, dove si è appassionata ulteriormente alla politica europea ed alle politiche di confine.

Veronica si trova ora a Vienna, dove sta svolgendo un tirocinio presso l’Agenzia specializzata ONU per lo Sviluppo Industriale Sostenibile. È in questo contesto che ha sviluppato il suo interesse per l’area di aiuti umanitari e diritti umani, prendendo poi parte a varie opportunità di formazione nell’ambito.

In Mondo Internazionale Post, Veronica è un'Autrice per l’area tematica di Diritti Umani.

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Diritti Umani

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Diritti umani SAR Frontex migrazione