L'accordo tra Iran e Russia sul petrolio

Il rafforzamento di una vecchia alleanza

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  Cecilia Boni
  19 maggio 2025
  2 minuti, 38 secondi

Ad aprile si è diffusa la notizia di un accordo tra Iran e Russia sull’impiego dei giacimenti di petrolio iraniani. Questi ultimi hanno proposto l’accordo al fine di rafforzare il legame con la superpotenza putiniana. Giovedì, il ministro iraniano Paknejad ha incontrato il vice primo ministro russo Alexander Novak per discutere dell'accordo anche a fronte delle nuove proposte dell’OPEC.

Cosa prevede l’accordo?

Secondo il ministro del petrolio iraniano, Mohsen Paknejad, l’accordo prevederebbe la condivisione di sette giacimenti di petrolio con aziende russe. Si tratta di un contratto di ben 4 miliardi di dollari e 55 miliardi di metri cubi di forniture di gas russo all’anno. In cambio la Russia, oltre al pagamento di una somma di denaro non ancora concordata, si impegna a finanziare la costruzione di una nuova centrale nucleare in Iran.

Questo accordo è visto come un ulteriore passo in avanti nella relazione russo-iraniana, iniziata allo scoppio della guerra in Ucraina, e comprende il settore militare, energetico, bancario e agricolo.

La Russia vanta una lunga storia di cooperazione con l’Iran e ha già contribuito a costruire il primo reattore nucleare iraniano, a Bushehr. 

Quale è stata la reazione degli Stati Uniti?

Recentemente, il presidente americano Donald Trump ha fatto la richiesta all’OPEC di ridurre i prezzi del petrolio, mirando ad un ritorno della politica di “massima pressione” sull’Iran, le cui importazioni di petrolio vogliono essere ridotte allo zero per Washington. Di conseguenza, gli accordi tra le due potenze petrolifere sono stati stipulati proprio mentre gli Stati Uniti cercano di isolare l’Iran dal resto del mondo.

Va sottolineato che nonostante l’Iran detenga la seconda riserva di gas più grande del mondo, dopo la Russia, esso importa gas anche dal Turkmenistan, proprio a causa delle sanzioni statunitensi.

Venerdì il ministro Paknejad ha dichiarato che sul mercato petrolifero globale regnavano molte incertezze, tra cui l'impatto delle guerre tariffarie. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato ingenti dazi sulla maggior parte delle altre nazioni ad aprile, minando la fiducia di imprese e consumatori e portando a una rapida svendita di asset statunitensi.

Quali conseguenze avrà l’Europa?

Per quanto riguarda le conseguenze economiche, tralasciando il problema dei dazi statunitensi, questo accordo non tocca molto la nostra economia. Il vero problema risiede nel fatto che ormai l’Europa è stata “dimenticata” e soprattutto, è fortemente divisa al suo interno. Quando si tratta di fare accordi a livello globale noi siamo nel fanalino di coda, e veniamo tagliati fuori dalle decisioni importanti. Inoltre, tutti gli stati attorno a noi si stanno preparando al nucleare, mentre l’Europa (e l’Italia stessa) si sono perse nelle questioni burocratiche che lo riguardano.

Per concludere, questo accordo potrebbe avere un impatto significativo sul mercato energetico globale, e soprattutto, potrebbe trattarsi di un tentativo della Russia di arginare le sanzioni occidentali.

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Cecilia Boni

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