L’Algeria di Tebboune fra proteste antigovernative e tensioni oltreconfine

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  Redazione
  19 marzo 2021
  8 minuti, 40 secondi

Il Paese Nordafricano, dopo l’ennesimo rimpasto di governo ed in seria difficoltà per la situazione politica, economica e sociale aggravatasi in seguito alle ondate pandemiche, ha annunciato lo scioglimento della Camera bassa del parlamento. Contestualmente, il Presidente Tebboune ha indetto elezioni legislative anticipate per il 12 giugno del 2021 [1].

La vicenda politica algerina è salita alla ribalta nella scena internazionale a partire dal febbraio del 2019 quando, in seguito all’annuncio della ricandidatura per un quinto mandato presidenziale da parte di Abdelaziz Bouteflika, un’ostinata ed irremovibile mobilitazione popolare ha preso il sopravvento per le strade e nelle piazze algerine. Dal 22 febbraio, una simbolica e pacifica ricorrenza ha caratterizzato la realtà quotidiana degli algerini: ogni venerdì, antecedente alla pandemia, è stato scandito dalle marce pacifiche nelle quali si scorgevano soprattutto giovani studenti ma anche categorie professionali e i lavoratori in generale. A dar fuoco alla miccia rivoltosa era stata inizialmente la testardaggine di un presidente che, nonostante l’età avanzata e la salute estremamente cagionevole, non accennava a voler cedere il suo trono. Ma, come accade a tutti i fenomeni insiti di dinamicità, le rivendicazioni – in particolar modo dopo la rinuncia di Bouteflika alla ricandidatura – hanno iniziato a prendere ancor più chiaramente di mira l’intero sistema politico di stampo militare, ritenuto corrotto ed incapace di dare valide risposte alle esigenze della popolazione. A porre un freno alle proteste è stata la diffusione della pandemia di Covid-19 [2].

Tuttavia, il biennio 2020/2021 ha scosso Algeri con almeno altri due avvenimenti carichi di tensione e preoccupazioni. Anzitutto, sono riaffiorate le agitazioni nel Sahara Occidentale che vedono contrapporsi nettamente l’Algeria e il Fronte Polisario da una parte ed il Regno del Marocco dall’altra, con i vari sostenitori internazionali. Per ultimo, colpisce la decisione di Macron di facilitare la riapertura degli archivi riguardanti la guerra algerina, gesto simbolico e necessario che è destinato a scuotere ben più di una coscienza.

La “resurrezione” di Hirak

Occorre andare per ordine. Anzitutto, il 22 febbraio di quest’anno ha festeggiato il suo secondo anniversario Hirak, il movimento pacifico di protesta nato inizialmente in contrapposizione a Bouteflika [3]. Ciononostante, si sa: la rimozione di un semplice uomo non è suscettibile di scardinare un’intera classe dirigente che, stando ai dati empirici, non funzionava più. Dalla prima protesta di massa, Hirak non si è mai fermato. La paura del contagio da Coronavirus ha posto un brusco freno alla sua presenza fisica nelle strade e nelle piazze algerine ma non ha scalfino l’attivismo virtuale del movimento che ha portato alla detenzione di svariati membri. Nonostante la sua fondazione sia più che recente, dalle dichiarazioni dei suoi leader le radici di Hirak sarebbero da rintracciare nella resistenza algerina iniziata nel 1954 e culminata nell’indipendenza del Paese nel 1962. Oggigiorno, il tratto distintivo del movimento è nei numerosi “venerdì di protesta” e nella netta contrapposizione con il sistema politico algerino, che perdura anche con l’attuale Capo di Stato, Abdelmadjid Tebboune [4]. Dalla sua ascesa quest’ultimo, oltre ad aver promesso una “nuova Algeria”, non ha fatto importanti passi in avanti in questa direzione, giacché tuttora vi sono reali ostacoli all’indipendenza della giustizia e al rispetto delle libertà civili. Nel reclamare uno stato di diritto e una svolta realmente democratica delle istituzioni statali, nell’ultimo mese il movimento è tornato a popolare con entusiasmo lo spazio pubblico di venerdì, affiancandosi ai martedì di protesta degli studenti [5]. La nuova Costituzione approvata in seguito al referendum [6] che limita a due i mandati presidenziali, facilita le realtà associative e l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione, insieme al rilascio di diversi detenuti legati ad Hirak, non hanno silenziato una mobilitazione che risulta ad oggi essere la più caparbia, duratura e pacifica se rapportata ad altri esempi mediorientali.

Ad ora, il movimento non è ancora configurabile come una forza politica strutturata e si serve di vari leader – “portavoce” – per veicolare le proprie idee liberali. Dopo un’assenza prolungata del Presidente ed il rischio di capitolare in uno stallo politico ed economico senza via d’uscita, con le elezioni previste in estate gli “hirakiani” da protagonisti del dissenso potrebbero trasformarsi in acclamati parlamentari, anche alla luce della revisione della legge elettorale [7].

Le tensioni nel Sahara Occidentale

Quella al confine tra Marocco e Mauritania, nel Sahara Occidentale, è una ferita aperta da lungo tempo che non smette di sanguinare. A poco è valsa la presenza delle Nazioni Unite per mezzo della Minurso come forza di interposizione nell’area: a novembre la tensione è nuovamente salita alle stelle in seguito all’intervento delle truppe marocchine nella città di Guerguerat (situata in una zona controllata dall’ONU) atta a rimuovere un sit-in di protesta per l’ottenimento dell’indipendenza delle popolazioni locali. Così è tornato a catturare l’attenzione internazionale il gruppo indipendentista, il Fronte Polisario, difensore del diritto di autodeterminazione del popolo Sahrawi dagli anni Settanta [8]. Infatti, i problemi hanno origine antica: il Sahara Occidentale è l’unica area del continente africano a non essere mai stata regolata dal colonialismo. Il risultato è che tuttora c’è un popolo in lotta per l’indipendenza di un’area che il Regno del Marocco ritiene annessa e che non è minimamente intenzionato a perdere. Da novembre le tribù sahariane hanno dichiarato aperta ostilità alle autorità marocchine; la causa indipendentista dei Sahrawi è fermamente sostenuta dal Fronte Polisario e dall’Algeria [9]. L’appoggio dato all’una o all’altra fazione da parte di taluni attori internazionali non ha aiutato a smorzare l’attrito tra gli interessati. La soluzione – per essere potenzialmente accettata di buon grado da tutti gli attori coinvolti – dovrebbe essere risolta nella cornice delle Nazioni Unite, dove il processo di pace è avviato ma attualmente in fase di stallo da quasi mezzo secolo, di modo che possa esserci un fedele ricorso alle norme di diritto internazionale. Ad avvallare la soluzione che prevede il protagonismo dell’ONU è l’Algeria, certa che il risultato sarà coerente all’inalienabile diritto di autodeterminazione del popolo Sahrawi [10].


I rapporti con la ex mère patrie

Notizia calda e tanto attesa quella del presidente Macron sulla declassificazione di migliaia di documenti francesi sui fatti legati alla guerra d’Algeria – un capitolo estremamente controverso per la ex mère patriefinora secretati in virtù della difesa della sicurezza nazionale [11]. Nonostante il gesto arrivi dopo anni di relazioni franco-algerine scandite dalle richieste dell’ex colonia di aprire tali archivi, ed in seguito alle lamentele della comunità universitaria francese di potervi avere accesso per fini accademici, l’Algeria ha realmente apprezzato il gesto. Per Macron questo è il primo passo verso una più esaustiva riconciliazione dei ricordi, che presuppone l’accettazione di un passato tutt’altro che roseo. Una settimana prima della svolta, le autorità francesi avevano riconosciuto la propria responsabilità per la tortura e l’assassinio dell’avvocato – nonché leader nazionalista algerino – Ali Boumendjel, da parte dell’esercito francese durante la guerra d’Algeria nel 1957 [12].

L’Algeria sembra oggi bloccata in un dilemma generazionale: attanagliata dai problemi di un passato non troppo remoto, incerta sul futuro che l’attende.

Nelle sue relazioni esterne Algeri si augura che la Francia possa continuare sulla via dell’apertura, includendo al più presto anche la declassificazione degli archivi riguardanti i test nucleari effettuati nel Sahara algerino negli anni Sessanta [13]. Nei riguardi del vicino Marocco – con cui nelle ultime settimane ha condiviso un triste evento di inondazioni dalle conseguenze disastrose – l’Algeria continua ad opporre la validità delle richieste indipendentiste del Fronte Polisario. Si attende un’azione incisiva dell’ONU, tale che la questione del popolo Sahrawi possa risolversi nella legittimità delle norme internazionali [14].

Volgendo l’attenzione all’interno, le proteste che animano la società algerina testimoniano la consapevolezza di meritare un governo la cui azione sia all’altezza delle aspettative popolari. Sul fronte economico servono sussidi e riforme strutturali [15], dal punto di vista politico e sociale urge sradicare i residui di corruzione e clientelismo nella classe dirigente per procedere verso un’augurabile conquista della scena politica da parte della compagine giovanile, in vista di un più ampio dialogo tra il governo e il movimento Hirak [16].

Fonti consultate per il presente articolo:

[1] France 24, Algérie : le président Tebboune fixe la date des élections législatives anticipées au 12 juin, 11/03/21, https://www.france24.com/fr/afrique/20210311-alg%C3%A9rie-le-pr%C3%A9sident-tebboune-fixe-la-date-des-%C3%A9lections-l%C3%A9gislatives-anticip%C3%A9es-au-12-juin

[2] Amnesty Italia, Algeria, due anni di proteste di Hirak: il bilancio delle violazioni dei diritti umani, 22/02/21, https://www.amnesty.it/algeria-due-anni-di-proteste-di-hirak-il-bilancio-delle-violazioni-dei-diritti-umani/

[3] GOLDSTAIN, E., Le mouvement de protestation algérien Hirak fête son deuxième anniversaire, Human Rights Watch, 23/02/21, https://www.hrw.org/fr/news/2021/02/23/le-mouvement-de-protestation-algerien-hirak-fete-son-deuxieme-anniversaire

[4] FILLON, T., Algérie : en 2021, le Hirak veut toujours "mettre fin à la gouvernance du régime" , France 24, 22/02/21, https://www.france24.com/fr/afrique/20210222-alg%C3%A9rie-en-2021-le-hirak-veut-toujours-mettre-fin-%C3%A0-la-gouvernance-du-r%C3%A9gime

[5] LOUNIS, M., T., 108e mardi: “La rue appartient au peuple”, Interlignes, 09/03/21, https://www.inter-lignes.com/108e-mardi-la-rue-appartient-au-peuple/

[6] Il Presidente settantacinquenne si è allontanato dal suo Paese in seguito ad aver contratto il Covid-19 e ad aver scelto di ricoverarsi in una clinica privata in Germania. Per questo motivo, benché il referendum si sia svolto in autunno – registrando un record di affluenza bassa come non mai alle urne – la nuova Costituzione ha tardato fino all’inizio del 2021 per entrare in vigore, dopo il rientro di Tebboune in seguito a due mesi di assenza dall’Algeria.

[7] BORSARI, F., Algeria: un continuo stallo politico in Focus Mediterraneo Allargato n.15, ISPI, 10/02/21, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/algeria-un-continuo-stallo-politico-29200

[8] CORREALE, F., Conflitto irrisolto – Sahara Occidentale: la lunga marcia dei Sahrawi, ISPI, 15/01/21, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/sahara-occidentale-la-lunga-marcia-dei-sahrawi-28894

[9] GILLON, J., Are Morocco and Algeria on the brink of war?, The Africa Report, 03/03/21, https://www.theafricareport.com/69676/are-morocco-and-algeria-on-the-brink-of-war/

[10] COPEL, E., Morocco/Algeria: The armed forces behind the Western Sahara conflict, The Africa Report, 04/03/21, https://www.theafricareport.com/69722/morocco-algeria-the-armed-forces-behind-the-western-sahara-conflict/

[11]. MÉHEUT, C., France Eases Access, a Little, to Its Secrets, The New York Time, 09/03/21, https://www.nytimes.com/2021/03/09/world/europe/france-declassification-algerian-war-archives.html

[12] Le Monde avec AFP, Emmanuel Macron décide de faciliter la déclassification des archives de la guerre d’Algérie, 09/03/21, https://www.lemonde.fr/politique/article/2021/03/09/emmanuel-macron-decide-de-faciliter-la-declassification-des-archives-de-la-guerre-d-algerie_6072475_823448.html

[13] PETIT, G., Algérie : quel impact auront les documents déclassifiés?, AfricaNews, 11/03/21, https://fr.africanews.com/2021/03/11/algerie-quel-impact-auront-les-documents-declassifies/

[14] Le Parisien avec AFP, D’importantes inondations en Algérie font 10 morts, dont 5 enfants, 10/03/21, https://www.leparisien.fr/faits-divers/dimportantes-inondations-en-algerie-font-10-morts-dont-5-enfants-10-03-2021-NYGBGG7PEFBWNITXN5N6UW7244.php

[15] M’BIDA, A., Covid-19 : le carton jaune de la Banque d’Algérie aux établissements publics, JeuneAfrique, 11/03/21, https://www.jeuneafrique.com/1135265/economie/covid-19-le-carton-jaune-de-la-banque-dalgerie-aux-banques-publiques/

[16] The Africa Report, Algeria: Has Hirak hit an impasse, or is there more to come?, 26/02/21, https://www.theafricareport.com/68165/algeria-has-hiraks-hit-an-impasse-or-is-there-more-to-come/


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a cura di Federica Sulpizio 








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