L’Alto Rappresentante dell’UE risponde alle recenti dichiarazioni di Putin sull'Ucraina

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  Alessandro Micalef
  29 settembre 2022
  3 minuti, 45 secondi

Alcune dichiarazioni di Putin, rilasciate nella giornata di mercoledì 21 settembre 2022, hanno allarmato notevolmente sia l'Occidente che la stessa popolazione russa. In particolare, il Presidente della Federazione Russa ha deciso di far tenere dei referenda al fine di annettere i territori occupati dell’Ucraina all’interno della Russia, di richiamare alle armi i riservisti dell’esercito russo e ha menzionato in modo ambiguo l’eventuale utilizzo di armi nucleari per difendere lo Stato con ogni mezzo. Queste dichiarazioni fanno seguito alla linea politica tenuta dal leader russo, che fin dall’invasione dell’Ucraina ha sostenuto che l’intero intervento militare fosse giustificato dalla necessità di liberare l’Ucraina dai neonazisti appoggiati dall’Occidente che opprimono la popolazione ucraina.

Le reazioni in Russia recentemente documentate mostrano che la popolazione tenta di abbandonare il Paese o di protestare nelle piazze, nella speranza di evitare che il conflitto si allarghi ulteriormente in futuro. In Occidente, le parole del leader russo hanno suscitato un allarme generale, soprattutto in relazione alla minaccia dell’utilizzo delle armi nucleari.

Tra le tante voci che si sono levate, o con il tentativo di disinnescare un’escalation, o muovendo un rimprovero alla linea aggressiva di Putin, anche Josep Borrell, Alto rappresentante e Vicepresidente dell’Unione europea, si è espresso duramente a riguardo in più occasioni. Inizialmente, il 21 settembre, sul suo blog personale Borrell ha detto che Putin si starebbe incaponendo su una strategia fallimentare, facendo riferimento alla scelta di indire referenda fasulli sull’annessione dei territori dell’Ucraina; alla scelta di reclutare i riservisti, lontani dall’essere un potenziale bellico addestrato; alla scelta di minacciare un uso delle armi nucleari, elemento utile solamente ad isolare ulteriormente la Russia sul piano internazionale. La decisione di Putin di procedere con un’escalation, continua Borrell, sarebbe una scelta dettata dalla paura. Oltre a condannare le parole di Putin, Borrell ha sottolineato il ruolo che dovrà rivestire l’Unione: “La cosa più importante è non lasciarsi intimidire. Dobbiamo rimanere uniti come UE e confermare il nostro sostegno all’Ucraina, come anche ai Paesi che la supportano. Putin sta tentando di distruggere l’Ucraina; noi dobbiamo assicurarci che l’Ucraina prevalga.”. Ha poi annunciato un incontro informale con gli altri Ministri degli Esteri dell’UE a New York, dove il giorno successivo era programmato un suo intervento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Proprio con la sua partecipazione a quell’incontro dell’ONU, l’Alto Rappresentante nella sua veste istituzionale ha condiviso la scelta della Corte Internazionale di Giustizia di costringere la Russia di porre fine alla sua invasione: “Politicamente e moralmente, la Russia ha già perso la guerra.”. Ciò è stato chiarito dopo aver accusato la Russia della violazione del testo più importante dell’ONU: lo Statuto delle Nazioni Unite. Ha poi richiesto ai leader globali di prendere una posizione in merito alle dichiarazioni del Presidente russo sull’uso di armi nucleari: “I leader globali che si stanno incontrando alle Nazioni Unite a New York devono mandare un segnale chiaro ed unito che l’uso di armi di distruzioni di massa è inaccettabile in qualunque circostanza.”. Inoltre, si è dimostrato sicuro del fatto che la linea dura promossa da Mosca non possa funzionare, come non ha funzionato in precedenza e come non ha mai funzionato a lungo termine in tutte le guerre d’invasione.

Le principali preoccupazioni di Borrell riguardano la situazione dei civili nelle zone di conflitto, dove si verificano gravi violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto umanitario. Questa guerra, sottolinea l’Alto Rappresentante, arriva in un momento storico difficile a causa della recente pandemia e rischia di portare ad una recessione economica internazionale, oltreché ad un incremento delle crisi alimentari. In conclusione del suo discorso, Borrell sottolinea l’importanza di dover individuare e perseguire i responsabili di tutte le violazioni, al fine di far prevalere la giustizia.

Nella conferenza stampa successiva al suo discorso, Borrell ha chiarito che l’UE intende adottare nuove sanzioni contro la Russia, oltre a continuare a sostenere l’Ucraina tramite invio di approvvigionamenti ed armi. La medesima linea sembrerebbe essere anche quella del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che intende adottare sanzioni a sua volta.

La guerra sembra lontana dal finire. L’UE, tuttavia, ha nuovamente espresso il suo appoggio all’indipendenza dell’Ucraina, ora anche risollevata dalla controffensiva e dalle difficoltà dell’esercito russo. La speranza di tutti è che Putin, messo alle corde da una campagna finora fallimentare, non decida di utilizzare nuovi mezzi per cambiare le sorti del conflitto.

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L'Autore

Alessandro Micalef

Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano.

Ha una propensione per lo studio delle materie umanistiche sin dagli anni del liceo, soprattutto quelle storiche.

Durante i suoi studi universitari sviluppa un interesse per il Diritto Internazionale ed Europeo, più in particolare per i Diritti dell’Uomo in entrambi i contesti.

Oggetto della sua tesi di laurea è stato il caso che coinvolge Gambia e Myanmar davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, in cui il Myanmar viene accusato di genocidio ai danni della minoranza etnica Rohingya.

All’interno di Mondo Internazionale è autore per l’area tematica di Organizzazioni Internazionali.


Law Graduate from Università degli Studi di Milano.

He has a propensity for humanistic subjects since high school, especially for historical ones.

During his academic studies, he develops an interest for International Law and European Law, in particular Human Rights in both contexts.

His final dissertation was related to the case concerning The Gambia and Myanmar in front of the International Court of Justice, where Myanmar is accused of genocide perpetrated against Rohingya ethnic minority.

Within Mondo Internazionale he is author in the context of International Organizations.

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