"L’autocratizzazione” della Georgia

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  Nicola Salutari
  17 gennaio 2025
  3 minuti, 51 secondi

A cura di Nicola Salutari

Ex Repubblica sovietica confinante a nord con la Russia, a sud con la Turchia, oggi Repubblica democratica parlamentare, la Georgia vive dal 2021 un declino dei valori democratici; diagnosticato dalle rilevazioni del V-dem institute, si è manifestato nel suo sintomo più pericoloso di inquinamento delle elezioni legislative nell'ottobre del 2024.

Andando con ordine, analizziamo i vari e differenti segnali di declino democratico che nell'arco dell'ultimo biennio si sono palesati in Georgia. Partendo dal primo: il 7 marzo del 2023 è stata presentata dal governo filo-russo una proposta di legge sugli agenti stranieri, molto vicina a una legge approvata nel 2012 in Russia, che era stata funzionale alla repressione del dissenso; aveva permesso, infatti, al Cremlino la soppressione di ONG e media finanziati dall'Occidente.

Nel giro di due giorni, migliaia di manifestanti georgiani filo europei sono scesi in piazza per protestare contro la proposta di legge liberticida, provocandone il ritiro.

Ripresentata e approvata nel maggio del 2024, l’iniziativa era stata sostenuta dal partito di maggioranza governativa Sogno Georgiano, il quale durante lo scorso anno ha avanzato, per ben due volte, l'impeachment nei confronti della ormai ex presidente della Repubblica della Georgia, Salomé Zourabichvili, oppostasi con forza sia alla legge sugli agenti stranieri, che a una legge, poi comunque approvata nell’ottobre 2024, anti-LGBT+: Legge per i valori della famiglia e la protezione dei minori.

La normativa in questione presenta forti analogie, di nuovo, con la legge anti-gay approvata in Russia nel 2013: entrambe sono funzionali a evitare "l'occidentalizzazione" del Paese, indicandosi l'omosessualità come forma di corruzione del pensiero e dei costumi. Di qui, risulta evidente il tentativo di allontanamento dai valori caratterizzanti le democrazie liberali e la svolta autoritaria del Paese, con un progressivo e forte avvicinamento alla Russia.

Un focus sugli impeachment: il secondo è stato richiesto in seguito a visite della presidente uscente in Europa, le quali sarebbero indicate come anti-costituzionali. Per spiegare la gravità della questione: l'impeachment è un istituto giuridico funzionale a mettere sotto accusa la presidente della Repubblica, paragonabile al nostro "alto tradimento e attentato alla costituzione" di cui all'art. 90 della Costituzione. In pratica, è come se Mattarella fosse accusato, nell'arco di uno stesso anno, per ben due volte di attentato alla Costituzione, a causa di fatti che denotano essenzialmente la vicinanza, o i buoni rapporti diplomatici, del Paese, con Stati che presentano valori osteggiati dalla maggioranza di Governo. Nella storia della nostra Repubblica non si è mai fatto ricorso all'art. 90, che sarebbe, in caso, segnale della forte crisi istituzionale del Paese.

Proprio da Sogno Georgiano proviene il neo-eletto Presidente della Repubblica, Mikheil Q'avelashvili, filo-russo convinto ed ex calciatore, che ha fondato un proprio partito nel 2022, "Potere Popolare", e che si è insediato, il 29 dicembre 2024, tra le proteste dei georgiani e in un contesto di elezioni controverse.

L'autunno scorso è stato particolarmente caldo: dopo che le elezioni legislative hanno visto la vittoria con più del 50% dei voti di Sogno Georgiano, la presidente uscente, Salomé Zourabichvili, ha denunciato brogli elettorali e la comunità internazionale stessa si è espressa, richiedendo l'apertura di un'inchiesta sulla regolarità delle elezioni.

Di qui, come si spiega che la maggioranza del popolo georgiano si dica favorevole all'adesione all'Ue? Dai dati del CRRC (Caucasus Research Resource center ) all’aprile del 2024, il Caucasus Barometer riporta che il 48% supporta completamente l’adesione della Georgia all’Unione Europea, il 22% la appoggia abbastanza, mentre solo il 10% non è favorevole, con un 14% in dubbio e un 5% che non si esprime sulla questione.

Rilevazioni che mal si conciliano con la vittoria di Sogno Georgiano, l’elezione del presidente Q'avelashvili e la scelta del Governo di sospendere i negoziati per l’ingresso nell’Ue fino almeno al 2028.

Se ai segnali di rifiuto dei valori occidentali e all'avvicinamento al regime di Putin si aggiunge che nel 2008 la Russia ha invaso la Georgia, per difendere la piccola Repubblica separatista autoproclamata e filorussa dell'Ossezia del Sud, risulta agevole evidenziare le analogie con il lento processo di invasione dell'Ucraina, soprattutto per quanto concerne le modalità operative: indicare regioni separatiste come oggetto della difesa posta in essere dalla Russia contro l'Occidente aggressore e invadere l'ex territorio sovietico per rivendicarne l'appartenenza; contemporaneamente si diffondono nel Paese ideologie anti-liberali e anti-democratiche, sobillando i movimenti filo-russi e favorendo i separatismi.

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