L’avanguardia della città sostenibile: NEOM

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  Redazione
  19 ottobre 2021
  4 minuti, 28 secondi

Qualcuno avrà forse sentito parlare di NEOM. Il nome è la fusione di due parole, il prefisso greco neo, ovvero “nuovo”, e l’arabo mustaqbal, che significa “futuro”. Già nel nome l’accostamento di due parole che rimandano al progresso non lascia dubbi sul carattere assolutamente avanguardistico dell’impresa.

Il progetto consiste in una titanica opera di urbanizzazione nel deserto, su un’area vasta 26000 km quadrati (quanto l’intero Belgio, per intendersi), situata nella provincia del Tabuk, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, vicino al confine con la Giordania e dall’altra parte del golfo di Aqaba rispetto all’Egitto.

L’opera si inserisce all’interno di un piano di ampio respiro, Saudi Vision 2030, che si propone di diversificare l’economia dell’Arabia Saudita, finora fortemente dipendente dal petrolio, e cavalcare l’onda della transizione energetica investendo in settori come quello delle rinnovabili, del digitale, della tecnologia, della ricerca e dell’istruzione, del turismo.

Negli anni scorsi è stata avviata la costruzione delle infrastrutture che anticipano lo sviluppo dell’area: nel 2019 è stato inaugurato l’aeroporto, che collega direttamente la città alla capitale Ryadh; sono state erette lussuose strutture alberghiere e una vasta area destinata a ospitare la famiglia reale. Si parla anche della costruzione di un ponte tra le due sponde dello stretto di Tiran, in corrispondenza dell’egiziana Sharm el-Sheikh, indispensabile per rendere questa località un punto di collegamento strategico tra la penisola arabica e il Nordafrica. Il punto non è stato scelto a caso: il 13% del commercio mondiale passa già attualmente dal Mar Rosso e NEOM dovrebbe essere raggiungibile con un volo di meno di 4 ore per il 40% della popolazione mondiale [1].

Il nucleo del progetto, del valore complessivo di 500 miliardi di dollari, è la costruzione di “The Line”, una città dall’aspetto totalmente nuovo e rivoluzionario. Il nucleo urbano non si svilupperà in modo radiale, come generalmente accade, ma si estenderà lungo una linea lunga circa 170 km. Attorno a questo asse dovrebbero sorgere altri quattro centri urbani, uno per ciascun tipo di territorio attraversato: l’area marittima del golfo, quella desertica, la zona delle montagne e quella delle vallate [2].

La città sarà strutturata su tre diversi livelli: il livello superiore sarà costituito da una zona completamente pedonale, senza automobili né strade, ricca di verde, parchi e infrastrutture per incoraggiare la pratica dello sport e di altre attività ricreative all’aperto; il secondo livello, costruito nel sottosuolo, sarà dedicato a servizi, negozi e spazi commerciali; nel livello inferiore saranno collocati i mezzi di trasporto, rigorosamente ad alta velocità ed alimentati da fonti rinnovabili, per spostarsi nelle varie zone della città. L’obiettivo è quello di consentire ai residenti di raggiungere qualsiasi punto della città in un massimo di 20 minuti e senza dover utilizzare mezzi di trasporto proprio. La rete di trasporto pubblica metterebbe in collegamento i diversi “moduli” di cui la città si compone, distribuiti lungo la linea. Un sistema di questo tipo garantirebbe l’annullamento delle emissioni di CO2 in atmosfera.

Secondo quanto riferito dagli ideatori, questo assetto è disegnato per rispondere alle esigenze dell’uomo piuttosto che a quelle delle macchine e delle industrie, le cui necessità hanno portato nei secoli scorsi a concepire lo sviluppo urbanistico secondo determinati canoni, da noi oggi ritenuti gli unici possibili.

La città sarà alimentata esclusivamente da energia verde, con un importante utilizzo del digitale e dell’intelligenza artificiale per l’integrazione dei servizi, per l’utilizzo efficace delle risorse e per la semplificazione della vita dei residenti. Centrale sarà la tutela e la valorizzazione dell’ambiente: l’opera di urbanizzazione dovrebbe riuscire a salvaguardare il 95% del patrimonio naturalistico dell’area. Si punta molto alla salvaguardia dell’acqua come risorsa di grande valore, specialmente in territori aridi come quello della penisola arabica, mediante la creazione di sistemi intelligenti di recupero delle acque reflue che riducano al minimo gli sprechi, l’estrazione dell’acqua dall’aria e lo sfruttamento del solare per la trasformazione di acqua salata marina in acqua potabile.

Non mancano tuttavia i dubbi e le polemiche. Qualcuno si chiede come la scelta di una geometria così netta, che mal si adatta alle caratteristiche naturali del territorio, possa essere compatibile con gli obiettivi di sostenibilità tanto decantati. Inoltre non è chiaro come questa geometria, sicuramente affascinante, possa contribuire a facilitare la vita dei residenti in un’ottica di sostenibilità. Non sono state date indicazioni su come avverrà in futuro l’espansione della città: in modo radiale dalla linea o proseguendo lungo di essa? Un’altra questione controversa è il forzato sfollamento delle popolazioni locali dall’area destinata a questo immenso progetto.

Opinione diffusa è che le caratteristiche innovative di NEOM mirino più ad attirare l’attenzione di investitori stranieri che a creare uno spazio vivibile per i futuri residenti.

D’altra parte il governo non fa mistero del ruolo di cui intende investire The Line: uno spazio di scambio libero, dotato di un proprio sistema legale e fiscale, meno rigidi rispetto a quelli sauditi e un hub globale per l’innovazione dove nuovi e vecchi players sul mercato possano incontrarsi, comunicare, condividere idee e tecnologie, per accelerare il progresso di tutta l’umanità.

A cura di Chiara Natalicchio.

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