L'impatto delle politiche commerciali globali sull'ambiente: quali sono le sfide e le opportunità?

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  Alessia Bernardi
  15 marzo 2024
  2 minuti, 39 secondi

Il piano di investimenti da 750 miliardi di euro, noto come Next Generation EU - e approvato dai leader europei lo scorso luglio -, mira principalmente a guidare l'Unione Europea verso un'economia sostenibile che abbracci non solo gli aspetti ambientali, ma anche quelli economici e sociali. La sostenibilità è infatti al centro del progetto allo scopo di creare un futuro più equo. A tal proposito, circa il 37% delle misure messe in atto dai diversi Stati membri sarà destinato alla transizione ambientale in linea con il Green Deal europeo, che si prefigge il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Quindi, l’impatto delle politiche commerciali globali sull’ambiente rappresenta un tassello chiave per il raggiungimento, o meno, di un futuro più sostenibile.

D'altronde, numerosi Paesi, istituti di ricerca e imprese stanno investendo in diverse tecnologie, tra cui carburanti sintetici, batterie - per migliorare l'efficienza e lo smaltimento -, elettrificazione, recupero di risorse da scarti, metano, energia nucleare e idrogeno, biocarburanti, cattura di CO2, efficienza energetica e sull’economia circolare. Ad esempio, Enel X si distingue come un modello aziendale avanzato, che promuove la circolarità energetica all'interno della propria catena di approvvigionamento. Anche l’Italia è chiamata a fare investimenti green come sulla decarbonizzazione del settore energetico, la riduzione delle emissioni inquinanti, l’introduzione e incentivazione di trasporti più sostenibili, nonché la promozione dell’economia circolare basata sulla riduzione, il riutilizzo, il riciclo e il recupero delle risorse.

Proprio qui trova ampio consenso la direttiva 2014/95/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, adottata il 22 ottobre 2014 che richiede alle grandi imprese e alle imprese di interesse pubblico dell'Unione Europea di divulgare informazioni non finanziarie e sulla diversità nei loro rapporti di gestione. Infatti, gli obiettivi principali di questa direttiva sono la promozione della trasparenza, della responsabilità sociale delle imprese e l'integrazione di considerazioni ambientali, sociali e di governance (ASG) nelle pratiche aziendali. Ad oggi, le attività industriali e commerciali hanno un impatto significativo sull'ambiente a causa dell'emissione di gas serra, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, la produzione di rifiuti e altre attività, che rappresentano per circa il 53% una delle cause preponderanti dell’inquinamento atmosferico.

Grazie alle nuove politiche energetiche però, ci si sta sempre più avvicinando a una trasformazione energetica senza precedenti, a una rivoluzione interna sul piano industriale, economico e sociale. Oltre a ciò, ci si aspetta che una comunicazione più efficace sulle questioni climatiche - come quella recentemente avviata con le nuove politiche UE -, possa far acquisire alle imprese una maggiore consapevolezza e comprensione della questione ambientale, facilitando una gestione più accurata dei rischi e delle opportunità legate al clima. Tutto ciò può migliorare i processi decisionali, attrarre una base più ampia di investitori con costi di capitale potenzialmente inferiori e favorire un dialogo più costruttivo con gli stakeholder, contribuendo a una migliore reputazione aziendale e al mantenimento della fiducia pubblica.

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Alessia Bernardi

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