L’India e la transizione energetica

Il Paese alla resa dei conti nella scelta tra combustibili fossili o energie rinnovabili

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  Elisa Modonutti
  04 febbraio 2024
  3 minuti, 40 secondi

Nel 2023 l’India è diventato il Paese più popoloso del mondo e, con i suoi 1,4 miliardi di abitanti ha superato anche la Cina. Secondo le stime delle Nazioni Unite, questa tendenza di crescita demografica è destinata a rimanere positiva per decenni, tanto che le stime indicano che la popolazione aumenterà fino circa al 2064, quando il picco di 1,7 miliardi sarà raggiunto.

In linea con la crescita demografica, anche lo sviluppo economico si assesta ad alti livelli. L’economia indiana, infatti, è quella che cresce più velocemente tra le prime venti del mondo, e, nel secondo quadrimestre del 2023 l’India è cresciuta del 7,8%. Anche le previsioni più conservative, prevedono che il Paese continuerà di questo passo nei prossimi anni.

Il Pil Indiano, che nell’anno passato ha superato quello della vecchia potenza coloniale, il Regno Unito, è destinato a crescere in maniera altamente positiva nei prossimi anni, con le previsioni che posizionano l’India nel 2030 al terzo posto delle principali economie mondiali, dietro gli Usa e la Cina, ma superando Germania e Giappone.

ll carbone e il petrolio sono stati finora i pilastri della crescita industriale e della modernizzazione del Paese, consentendo a un numero crescente di cittadini indiani di accedere a servizi energetici moderni. Tuttavia, la rapida crescita del consumo di energia fossile ha anche fatto sì che le emissioni annuali di CO2 dell'India siano aumentate fino a diventare le terze più alte del mondo.

È proprio a causa di questo triste primato che nel 2023 il governo indiano ha promosso un ambizioso progetto mirato a favorire lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile, contribuendo alla riduzione delle emissioni inquinanti e all’utilizzo dei combustibili fossili (L’ International Energy Agency, IEA, ha dimostrato che attualmente l’India produce energia elettrica attingendo per il 75% dal carbone).

In particolare, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha presentato un nuovo programma che mira a fissare metà della produzione annuale di energia elettrica indiana a partire da fonti rinnovabili entro il 2030, di tagliare del 45% le emissioni per fine decennio e di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2070.

Il governo vuole di fatto trasformare l’India nella principale potenza nell’ambito delle energie rinnovabili, puntando principalmente sull’eolico, sul fotovoltaico, e su impianti ibridi.

La capacità di generazione da fonti rinnovabili è quasi raddoppiata nei cinque anni fino allo scorso novembre, passando da 72 gigawatt (gw) a 133 gw, mentre l’importanza del carbone è in pesante diminuzione.

Gli Stati indiani pionieri nella produzione di energia pulita, proveniente soprattutto dal solare sono il Rajasthan e il Gujarat, i quali, assieme compongono circa un terzo dell’intera produzione nazionale di energia pulita. Per i prossimi anni, questi due stati prevedono di implementare ulteriormente le loro capacità produttive, promuovendo l’installazione di nuovi impianti all’avanguardia e perseguendo, di conseguenza, una crescita economica notevole.

La situazione, tuttavia, non è così rosea per tutti gli stati indiani. Se il Rajasthan e il Gujarat possono contare sulla disponibilità di materie prime rinnovabili, le regioni più povere della penisola sono invece ricche di combustibili fossili, e, con una maggiore transizione energetica optata verso il rinnovabile, rischiano di vedere peggiorata ulteriormente la propria situazione economica.

La transizione energetica, infatti, se da un lato sostiene nuove attività economiche e nuovi centri di produzione di energia, dall’altro, può esacerbare le vulnerabilità economiche delle comunità che dipendono dalle catene di approvvigionamento dei combustibili fossili o aumentare l'insicurezza finanziaria di coloro che sono coinvolti nell'estrazione di materie prime non rinnovabili, fondamentali tuttavia per crescita economica delle regioni.

Nonostante le incongruenze, Nuova Delhi vuole perseguire i progetti di transizione energetica, per poter raggiungere gli obiettivi prefissati.

Nelle sue ambizioni deve quindi fare i conti con lo sviluppo di un piano che non lasci indietro una grande fetta della popolazione, impiegata nella produzione di energie fossili. In un paese in cui il carbone rappresenta ancora una parte importate dell’elettricità e che contribuisce alla crescita economica, la domanda che il governo indiano dovrà risolvere concerne la questione di come poter migliorare i livelli di benessere della popolazione perseguendo al contempo una svolta verso il rinnovabile.

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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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