L'iniquità dell'accesso ai vaccini durante la pandemia da COVID-19

il nuovo trattato anti pandemico dell'OMS

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  Mariasole Caira
  09 maggio 2023
  3 minuti, 56 secondi

La pandemia da Covid-19 ha sconvolto le vite dell’intera popolazione mondiale e messo in luce le numerose criticità del sistema sanitario globale, aumentando anche il divario già esistente tra Paesi ricchi e Paesi a basso reddito.

Lo sviluppo e l’approvazione di diversi vaccini efficaci in un arco di tempo molto ristretto ha rappresentato sicuramente un punto di svolta nella lotta alla pandemia e una vittoria della comunità scientifica: è, infatti, grazie alla campagna vaccinale che oggi, come affermato dal Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in una Dichiarazione pubblicata il 5 Maggio, possiamo ritenere che il COVID-19 non costituisca più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.

Tuttavia, questo non deve far dimenticare la tragicità della pandemia, che ha causato quasi 7 milioni di vittime in tutto il mondo , e soprattutto gli errori commessi in questi tre anni che si sarebbero potuti evitare. In particolare, uno dei problemi principali ha riguardato l’iniqua distribuzione dei vaccini tra Paesi ricchi, nei quali si è subito assistito ad un calo di mortalità, e Paesi più poveri, la cui popolazione, invece, ha avuto accesso ad un numero molto più limitato di dosi. 

L’iniquo accesso ai vaccini ha, ovviamente, dato modo al virus di diffondersi, ma soprattutto ha sollevato questioni relative al rispetto del diritto alla salute, sancito all’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti umani e all’articolo 12 del Patto sui diritti economici, sociali e culturali, che prevede anche un obbligo per gli Stati di prendere misure appropriate per garantire “la prevenzione, il trattamento e il controllo delle malattie epidemiche, endemiche, professionali e di altro tipo” e che appartiene a tutti, “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione".

Il problema è stato causato, in particolare, dalla diffusione del cosiddetto “nazionalismo vaccinale”, vale a dire la prassi degli Stati occidentali di acquistare un elevato numero di dosi di vaccino, spesso anche prima della loro commercializzazione, e quantità eccessiva rispetto alla reale necessità, al fine di immunizzare la propria popolazione nel più breve tempo possibile.

Ma le malattie epidemiche non conoscono confini nazionali e, soprattutto in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, non si limitano a zone geografiche determinate. Per questa ragione l’OMS ha cercato di contrastare questa pratica degli Stati, tramite l’istituzione di iniziative come COVAX, un partenariato globale volto all’equa distribuzione di test diagnostici, terapie e vaccini. Nonostante gli sforzi, l’iniziativa si è rivelata poco efficace perché, secondo i dati pubblicati dalla stessa Organizzazione, nei Paesi a basso reddito solo il 33% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino, al contrario dei Paesi più ricchi nel quale la percentuale sale al 72%.

Nello scenario post pandemico nel quale ci troviamo oggi, è importante che i Governi collaborino per non incorrere negli stessi errori del passato. E' per questo che il 1 Febbraio è stata pubblicata la bozza di un nuovo trattato anti pandemico che si sta negoziando in seno all’OMS. L’Organizzazione, infatti, ammettendo il fallimento della comunità internazionale nel fornire una risposta alla pandemia da coronavirus che fosse equa e solidale, ha istituito un Organismo intergovernativo di negoziazione per redigere e negoziare uno strumento internazionale sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie. Quest'ultimo ha preparato un progetto di articoli, definito “Zero Draft”, con il quale si propone, tra le altre cose, di eliminare le differenze tra Paesi e all’interno degli stessi, e di impegnarsi al fine di “affrontare le sfide strutturali legate all'accesso iniquo a prodotti e servizi accessibili, sicuri ed efficaci legati alla pandemia, a servizi sanitari essenziali, all'informazione e al sostegno sociale", nonché di "affrontare le disuguaglianze in termini di tecnologia, personale sanitario, infrastrutture e finanziamenti”. 

Solo raggiungendo l’equità, infatti, sarà possibile garantire una prevenzione, una risposta e una ripresa efficaci in caso di pandemia e soprattutto garantire il rispetto del diritto alla salute, che è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano. La bozza presentata rappresenta un enorme passo avanti del processo volto al raggiungimento dell’equo accesso ai vaccini, ma è necessario che gli Stati si impegnino attivamente e che collaborino in maniera efficace per concludere i negoziati, rafforzando, così, il sistema sanitario globale.

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Fonti utilizzate per la stesura del presente articolo:

https://www.mdpi.com/2076-393X/11/3/517

https://www.who.int/director-general/speeches/detail/who-director-general-s-opening-remarks-at-the-uk-high-level-event-on-equitable-access-to-covid-19-vaccines-in-humanitarian-settings

https://www.scienzainrete.it/articolo/contro-nazionalismo-vaccinale-ancora-soltanto-proposte/silvia-mancini/2021-05-27

https://www.thelancet.com/jour... 

Fonte Immagine: https://unsplash.com/it/foto/m...


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L'Autore

Mariasole Caira

Mariasole Caira ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso la Pontificia Università Lateranense, a Roma, con una tesi in diritto internazionale dal titolo “Cambiamento climatico e flussi migratori: verso una tutela giuridica per i rifugiati ambientali”.

Durante il suo percorso di studi ha frequentato per un semestre l’Université Catholique de Louvain, dove ha avuto modo di approfondire il diritto internazionale.

È da sempre appassionata al tema dei diritti fondamentali, per questo oggi frequenta un Master di II livello presso l’Università La Sapienza sulla tutela internazionale dei diritti umani.

In Mondo Internazionale Post è autrice per l’area tematica di Diritti Umani.

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Diritti Umani

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