Lo scandalo “Qatargate” che fa tremare il Parlamento europeo

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  Chiara Cecere
  17 dicembre 2022
  4 minuti, 7 secondi

Doha è sotto i riflettori a causa di un’inchiesta di una rete di corruzione condotta dalla procura federale belga e rivelata il 9 dicembre dal quotidiano Le Soir, che ha denunciato un presunto caso di tangenti all’interno delle istituzioni europee per prendere decisioni favorevoli al Qatar. Quattro persone sono state arrestate tra politici, dirigenti e funzionari europei: Eva Kaili, l’ex vicepresidente greca del parlamento europeo, poi destituita, l’ex parlamentare europeo italiano Antonio Panzeri, l’assistente parlamentare Francesco Giorgi (compagno di Kaili) e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ONG No Peace Without Justice, fondata nel 1993 da Emma Bonino.

Date le pesanti accuse e la portata dell’inchiesta, può essere definito come uno dei più grandi scandali di corruzione della storia delle istituzioni europee, in particolare del parlamento dei 27. Eva Kailī, eurodeputata socialista greca, nonché una dei 14 vicepresidenti del parlamento europeo, ha passato la notte in carcere in Belgio dopo essere stata interrogata e arrestata. Altre tre persone hanno subìto lo stesso trattamento: tre italiani, tra cui il compagno di Kailī Francesco Giorgi, il segretario della ONG No Peace Without Justice Niccolò Figà-Talamanca e un ex eurodeputato, Antonio Panzeri. Le indagini stanno coinvolgendo anche persone a loro vicine. Le accuse formali parlano di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione e sono iniziate a luglio 2022, ma sono state rese pubbliche solo questo dicembre. Il sospetto della procura è che “persone dentro al Parlamento europeo siano state pagate grosse somme di denaro o regali significativi per influenzare le decisioni del Parlamento riguardo al Qatar”.

Il Qatar ha da anni un importante problema di reputazione, soprattutto in Occidente, per via delle sistematiche violazioni dei diritti umani dei lavoratori migranti – soprattutto riguardo alle infrastrutture costruite per i mondiali di calcio. E non solo: anche per le accuse di corruzione e gli accordi controversi con vari stati per guadagnare influenza a livello internazionale; il Qatar infatti appare in trentunesima posizione nell’indice di corruzione 2021 di Transparency International. Secondo i mezzi d’informazione belgi l’emirato sarebbe accusato di aver “comprato” l’intercessione degli accusati nel pieno del mondiale di calcio. Doha ha immediatamente smentito, respingendo “ogni tentativo di associare lo stato ad accuse di irregolarità”, ma un’ulteriore prova delle accuse era che Lunedì 12 Dicembre fosse in programma un dibattito sulla possibilità di permettere ai qatarioti di entrare nell’Unione europea senza visti. Il dibattito è stato annullato.

Nel frattempo è riemersa una dichiarazione con cui il mese scorso Kailī aveva accoratamente difeso il Qatar mentre si discuteva un eventuale boicottaggio dei Mondiali di calcio: “il Qatar è all’avanguardia nei diritti civili e in prima linea per i diritti dei lavoratori”, dichiarava Kailī il 21 novembre al Parlamento Europeo, ironizzando su tutti quelli che chiedevano un boicottaggio, ma al contempo accettavano il gas qatariota.
La Presidente del Parlamento Roberta Metsola ha immediatamente privato Kailī del suo mandato di vicepresidente, mentre il Pasok, il partito socialista greco dalla reputazione già intaccata, ha espulso Kailī. L’immunità parlamentare di Kailī è stata inutile perché, secondo la polizia belga, sussisteva la “flagranza di reato”. Inoltre, nelle perquisizioni effettuate in diversi appartamenti di Bruxelles sarebbero stati rinvenuti e sequestrati 600mila euro in contanti.
Le indagini si stanno concentrando anche su Fight Impunity, la ONG di Panzeri, fondata nel 2019. La procura sospetta che Panzeri abbia sfruttato i suoi quindici anni di esperienza da parlamentare europeo per costruirsi una carriera da mediatore e lobbista, prendendo soldi in nero per conto dello stato-cliente Qatar.

Il caso del Qatar ha turbato il clima di Bruxelles, per cui ci si sta domandando se il caso possa allargarsi coinvolgendo altri paesi. Gli investigatori belgi al momento stanno indagando se Panzeri lavorasse anche per altri paesi, fra cui soprattutto il Marocco.
Il caso Qatargate ha anche aperto un dibattito sulla permeabilità del Parlamento Europeo alla possibile influenza esterna di lobby e paesi stranieri. Nessun individuo e nessuna istituzione mondiale può considerarsi del tutto immune dalla corruzione, che non sarà mai possibile cancellare completamente. Il Parlamento Europeo è infatti noto per avere regole meno rigide della Commissione Europea sulla trasparenza e i rapporti con le lobby.

L’Unione europea ha rafforzato molto la sua azione contro l’appropriazione indebita di fondi per gli stati membri. Un passo importante è stato compiuto nel 2021 con la creazione della procura europea anticorruzione (Eppo) nell’ambito dei fondi europei, guidata dalla magistrata romena Laura Codruța Kövesi. Tuttavia, secondo la ONG Transparency International, l’Unione Europea ha permesso che si sviluppasse una cultura dell’impunità al suo interno. È importante tenere in considerazione che le indagini sono state condotte dalla polizia e magistratura belghe, e non dall’organismo apposito dell’Unione (Eppo).

Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2022/12/12/qatar-scandalo-parlamento-europeo

https://www.ilpost.it/2022/12/12/qatar-parlamento-europeo/

https://www.transparency.org/en/cpi/2021/index/qat

https://www.lesoir.be/482246/article/2022-12-09/soupcons-de-corruption-au-parlement-europeen-les-bureaux-dassistants-de-marie

Immagine: https://www.pexels.com/photo/e...

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L'Autore

Chiara Cecere

La mia passione per ciò che studio deriva dalla mia inappagabile curiosità, unita ad un briciolo di idealismo. Per quest’ultimo aspetto, le mie esperienze all’estero in precedenza sono state concentrate sui paesi scandinavi: ho trascorso un anno a Stoccolma lavorando come ragazza alla pari durante il mio gap year prima dell’università e ho vinto lo scambio con la prestigiosa università di Lund da gennaio a giugno 2020, durante la triennale in Diplomatic International Sciences all'Università di Bologna. La mia determinazione è confermata dal fatto che sia riuscita a raggiungere un buon livello di svedese in meno di un anno. Inoltre, il secondo semestre del primo anno (gennaio 2022), ho preso parte ad un secondo Erasmus presso l’università di Science Po Lyon, che ho vinto facendo domanda per la carriera futura, magistrale di International Relations - International Affairs. Sono appassionata ed entusiasta riguardo alla scelta del corso di studi triennale, per cui ho scelto di continuare con una magistrale in International Affairs all’università di Bologna. Ho scelto il curriculum di International Affairs proprio perché sono attratta da aree geografiche diverse dall’Europa, in particolare l’Africa. Considero la mia apertura mentale e la mia sensibilità culturale le mie migliori qualità, e la mia forza motrice è una grande curiosità unita a un pizzico di idealismo.

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