Lula vince, ma non abbastanza

Il commento dei risultati elettorali in Brasile

  Articoli (Articles)
  Ludovica Costantini
  17 ottobre 2022
  5 minuti, 53 secondi

Il 4 ottobre in Brasile i cittadini sono stati chiamati alle urne per scegliere il Presidente del Paese, ed i nomi che risuonavano nelle strade erano due: Lula e Bolsonaro. Nessuno ha però raggiunto la soglia di voto necessaria: Lula si è fermato al 48% e Bolsonaro, contro ogni pronostico, è arrivato al 43%. I due si sfideranno ora nel ballottaggio che si terrà il 30 ottobre: ma chi sono i candidati?

Luiz Inácio da Silva, conosciuto come Lula, è un sindacalista brasiliano nonché ex Presidente del Brasile dal 2003 al 2011. Candidato con il Partido do Trabalhadores durante gli scorsi mandati Lula ha messo in campo una delle più massicce politiche di assistenzialismo sociale. In poco tempo ha ottenuto una crescita significativa del PIL e una riduzione della disoccupazione, mentre ha lanciato programmi sociali come Fame Zero o Bolsa Familia, che hanno aiutato a far uscire dalla povertà circa 30 milioni di persone in meno di un decennio.

Il successore di Lula è stata Dilma Rousseff , il suo capo di gabinetto dal 2005. Durante la presidenza Rousseff, nel 2016, Lula è stata arrestata nel quadro dell'operazione Lava Jato, che indagava su presunte tangenti a politici e uomini d'affari con risorse della compagnia petrolifera semi-pubblica brasiliana Petrobras. Rousseff ha nominato Lula ministro della Casa Civile, una manovra politica che, secondo l'opposizione, aveva lo scopo di garantire l'immunità all'ex presidente e impedirgli di andare in prigione, ma la giustizia brasiliana ha annullato la nomina. Dopo aver scontato 580 giorni in carcere, l’incarcerazione di Lula è stata dichiarata incostituzionale nel 2019. A 76 anni ora il candidato presidente affronta le sue quinte elezioni.

Dall’altro lato c’è invece Jair Bolsonaro, l’attuale Presidente del Paese. L'ex militare e conservatore ha assunto la presidenza del Brasile nel 2018, ottenendo il sostegno di quasi 58 milioni di brasiliani (55,13% dei voti) al secondo turno. Cresciuto in un ambiente rurale, il giovane Bolsonaro fu testimone del colpo di stato che visse il Brasile nel 1964, che portò all'instaurazione di una dittatura militare nel Paese (che durerà fino al 1985), a cui Bolsonaro ha fatto riferimento in più di un'occasione. Il quotidiano brasiliano O Globo ha raccolto fino a otto occasioni in cui il Presidente ha elogiato la dittatura, prima e dopo il suo insediamento.

Durante il suo mandato, il negazionismo ha fatto parte del discorso tipico di Bolsonaro. Nel novembre 2020, quando il coronavirus aveva già fatto quasi 800.000 morti in Brasile, Bolsonaro lanciava provocazioni sostenendo che “forse i brasiliani non moriranno di Covid, ma di fame e povertà”.

Durante la campagna elettorale Bolsonaro ha pubblicato sul suo profilo Instagram dei video in cui compaiono diverse personalità politiche che mostrano il loro sostegno. "Per il popolo brasiliano, hai l'opportunità di rieleggere un leader fantastico, un uomo fantastico, uno dei migliori presidenti di qualsiasi Paese al mondo, il presidente Bolsonaro", ha detto Donald Trump in un video. Da parte sua, il Primo Ministro ungherese Viktor Orban si è rivolto agli elettori brasiliani per assicurare che, in 30 anni di lavoro nella sfera pubblica, abbia incontrato molti leader "ma pochissimi che sono eccezionali come Jair Bolsonaro". E ancora l'ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il leader dell'opposizione e autoproclamato presidente del Venezuela Juan Guaidó.

Jair Bolsonaro e Luiz Inácio Lula da Silva si contenderanno il 30 ottobre la Presidenza del Brasile, in una tornata elettorale che sarà più serrata del previsto: già i risultati di questo primo turno sono stati i più stretti da quando il Paese è tornato sulla via della democrazia con le elezioni del 1989. Come hanno dimostrato i risultati del primo scontro tra Lula e Bolsonaro, la polarizzazione del popolo brasiliano non solo continua, ma lascia anche due proposte antagoniste con un gradimento espresso in voti più uniformi di quanto ci si potesse aspettare. Il Presidente brasiliano ha infranto ogni pronostico e ha ottenuto il 43,3 per cento dei voti contro il 48,2 per cento del rivale, con una differenza di 5,1 punti.

Un paese diviso in due metà: una nord e nord-est che scommette per lo più sulla sinistra Lula da Silva e una sud e sud-est che danno il proprio voto all'estrema destra Jair Bolsonaro. La mappa politica dopo il primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile riflette la campagna più polarizzata degli ultimi tempi e mostra una dinamica simile a quella delle elezioni del 2018. In totale, Lula ha vinto in 14 stati e Bolsonaro in 12 più Brasilia, il distretto federale.

Un secondo segnale importante dell'indecisione e delle divisioni viene offerta dai voti espressi per il rinnovo del Parlamento nel Paese: tre ex ministri del governo di Bolsonaro hanno ottenuto abbastanza voti per essere rieletti, insieme al governatore di Rio de Janeiro e dello stato di Minas Gerais. Questi indici sono di solito quelli che si guardano per tentare di fare una previsione realistica dei risultati del ballottaggio, ma non solo: se Lula dovesse riuscire a strappare la presidenza all’avversario conservatore, sarà comunque costretto a lavorare con un Parlamento dove la destra ha mantenuto una posizione salda e che quindi avrà i numeri per creare una corrente di opposizione che possa contrastare l’operato del Presidente.

Durante la conferenza stampa dopo la pubblicazione dei risultati elettorali Lula ha affermato che andare al secondo turno "è solo un'estensione" e ha assicurato che vincerà le elezioni. Più tardi, davanti a migliaia di suoi sostenitori in Avenida Paulista a San Paolo, Lula ha detto: "Vinceremo di nuovo le elezioni. È solo questione di tempo, aspettare ancora qualche giorno, così possiamo parlare di più: miglioriamo il nostro programma, convinciamo altre persone", ha detto. "Il Brasile ha bisogno di noi (il Partito dei Lavoratori)".

Da parte sua, Bolsonaro è apparso dopo il conteggio dei voti e ha riconosciuto che la vittoria parziale di Lula mostra una "volontà di cambiare in Brasile", ma ha avvertito che "alcuni cambiamenti potrebbero essere in peggio". Il presidente ha denunciato i sondaggi che indicavano addirittura una vittoria di Lula al primo turno: "Abbiamo battuto la menzogna di Datafolha, che dava il 51% ai trentenni", ha detto riferendosi al sondaggio di uno dei principali organi di sondaggio del Paese.

Le carte dei candidati sono scoperte, e rimangono poche settimane per riuscire a convincere l’opinione pubblica: Lula e Bolsonaro hanno polarizzato il dibattito politico del Paese, ma solo uno riuscirà ad assicurarsi il mandato. Ai brasiliani il compito di scegliere il proprio futuro, che a seconda di chi eleggeranno cambierà radicalmente.

Fonti consultate per il presente articolo

https://www.bbc.com/mundo/noti... 

https://www.newtral.es/jair-bo... 

https://riviste.unimi.it/index... 

https://www.bbc.com/mundo/noti... 


Copyright © 2022 Mondo Internazionale APS - Tutti i diritti riservati

Condividi il post

L'Autore

Ludovica Costantini

Categorie

America del Sud

Tag

Brasile lula Bolsonaro elezioni