Messico 1970: il Mondiale delle novità e della “Partita del Secolo”

La Coppa del Mondo che ha fatto la storia

  Articoli (Articles)
  Chiara Calabria
  25 ottobre 2022
  5 minuti, 19 secondi

La nona edizione del Campionato mondiale di calcio vide per la prima volta tante nazioni candidate a ospitare l’evento. Nel ‘64, quando si dovette decidere dove giocare i Mondiali del ‘70, le nazioni candidate furono cinque: tre di queste si ritirarono e le ultime due rimaste furono l’Argentina e il Messico. La prima sembrava favorita sulla carta, ma il Messico, dovendo ospitare i Giochi delle Olimpiadi del 1968, dimostrava di aver già in corso la creazione di strutture dedicate agli eventi sportivi e pronte ad accogliere numerosi tifosi. Di conseguenza, a ottenere l’organizzazione della nona edizione dei Mondiali fu proprio il Messico, pronto a ospitare gli atleti in 5 stadi diversi, tra cui l’Estadio Azteca a Città del Messico in cui si giocò la finale.


Mondiali poco mondiali

Nel campionato mondiale dell’edizione precedente, quella del ‘66, ci fu una protesta molto sentita da parte di diverse nazionali. In particolar modo i calciatori africani fecero notare come i Mondiali di calcio non coinvolgessero a pieno tutte le nazioni: Asia e Africa avevano infatti pochissime possibilità di parteciparvi.

La FIFA prese una decisione in merito diminuendo i posti per i Paesi d’Europa e aumentando quelli per le altre zone del globo, garantendo così per la prima volta all’Africa un posto: si presentarono 17 squadre, di cui 2 vennero escluse; si svolse una lunga fase eliminatoria che vide alla fine vincitrice il Marocco, prima esordiente di questo mondiale.

Il Marocco non fu però l’unica squadra a esordire alla Coppa del Mondo in Messico.


Asia-Oceania e le Americhe

L’Asia organizzò due gironi di qualificazione comprendendo anche la neonata confederazione dell’Oceania, aggregata al girone asiatico per motivi numerici (nel girone dell’Oceania parteciparono infatti soltanto due squadre, Australia e Nuova Zelanda).

Nel primo girone di qualificazione asiatico-oceanico, l’Australia batté le avversarie fino a quando si scontrò con la nazionale di Israele, che la spuntò divenendo automaticamente la seconda squadra a esordire ai Mondiali in Messico.

Il Nord America vide 2 posti assicurati, uno per il Messico, in quanto padrone di casa, e uno per la vincente di una lunga serie di fasi di qualificazione, passata alla storia per motivi tutt’altro che sportivi: la guerra del football. La semifinale per le qualificazioni vide contrapporsi due Paesi vicini e da tempo in competizione tra loro: El Salvador e Honduras. Lo spareggio fu vinto da El Salvador che, dopo aver battuto anche Haiti, divenne la terza squadra esordiente del ‘70.

Per il Sudamerica furono resi disponibili tre posti e vennero organizzati tre gironi, di cui i primi due vinti da Brasile e Uruguay. Il terzo girone, che vide accedere vincente il Perù, fu lo stesso che per la prima e, ad oggi, ultima volta nella storia dei Mondiali non permise all’Argentina di qualificarsi.


L’Europa e la partita del secolo

75 squadre parteciparono alle qualificazioni del Mondiale del 1970, per un totale di 16 posti disponibili per la fase finale. L’Europa vide i suoi posti ridursi a 9, di cui uno spettava all’Inghilterra in quanto campione del mondo. I restanti 8 partecipanti europei furono: Romania, Cecoslovacchia, Italia, Unione Sovietica, Svezia, Belgio, Germania Ovest e Bulgaria. La partita che più fece parlare di questo Mondiale fu la semifinale tra la nazionale italiana e quella della Germania Ovest, che passò alla storia come la Partita del Secolo.

In questa semifinale, Italia e Germania si diedero battaglia per 90 minuti. L’Italia passò in vantaggio dopo soli 8 minuti con il gol di Boninsegna ma, nel breve recupero concesso dall’arbitro, la Germania pareggiò con un gol di Schnellinger al 95’. Dopo quattro minuti nei supplementari, Muller portò la Germania avanti, rendendo molto difficile per gli italiani capire come riprendersi in una partita che sembrava già vinta e gli stava invece sfuggendo di mano. Burgnich, difensore italiano che può contare pochi gol in carriera, riuscì a strappare il 2-2. A seguire arrivò subito il 3-2 di Riva, ma i tedeschi non demorsero in quanto non erano pronti a deludere il loro capitano Beckenbauer, il quale, durante i tempi regolamentari si era lussato una spalla e per poter continuare a giocare se l’era fatta legare al collo. Su un calcio di punizione la Germania pareggiò di nuovo, portando la partita sul 3-3. Rivera regalò un 4-3 dopo 120’ che permise alla nazionale italiana di arrivare in finale. Per un’Italia che dal ’38 non riusciva ad arrivare neanche ai quarti di finale, fu inevitabile festeggiare questa vittoria, seppur “solo” una semifinale, come una coppa di per sé.

La finale vide quindi affrontarsi due nazioni che avevano già vinto due mondiali: Italia e Brasile. Valcareggi, allenatore italiano, schierò la stessa formazione della vittoriosa semifinale, ma contro la squadra di Pelé non fu abbastanza, e la partita terminò sul 4-1. La nazionale brasiliana alzò la Coppa Rimet.


Le novità in campo in Messico

Quello disputato in Messico nel ‘70 fu il primo Mondiale in cui vennero utilizzati i cartellini giallo e rosso così come li utilizziamo oggi. La decisione arrivò poiché ci si rese conto che nelle competizioni internazionali diventava molto difficile capirsi quando le due squadre e l’arbitro parlavano lingue diverse, e quello dei cartellini poteva rappresentare un linguaggio universale.

Inoltre, furono rese per la prima volta possibili le sostituzioni. Prima di questa edizione era stata introdotta la possibilità di sostituire soltanto il portiere nel caso in cui si fosse infortunato.

In questa occasione nacque il primo pallone ufficiale creato specificatamente per la FIFA World Cup, il Telstar di Adidas: il classico pallone a spicchi bianconeri a cui oggi siamo ormai abituati che andò a sostituire il pallone di cuoio scuro vecchio stampo che era stato utilizzato fino a quel momento. Il Telstar nacque per permettere a coloro che vedevano la televisione in bianco e nero di rendere il pallone più facilmente distinguibile. I Mondiali di Messico 1970 furono in realtà i primi a essere trasmessi a colori, ma la creazione di questo nuovo pallone fu ben accolta dal pubblico da casa poiché la maggior parte delle televisioni continuava a trasmettere in bianco e nero.

Condividi il post

L'Autore

Chiara Calabria

Categorie

Società

Tag

calcio Coppa Rimet Coppa del Mondo Campionato Mondiale di Calcio 1970 Messico