Migrazioni: cosa aspettarci dal 2021

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  Redazione
  16 gennaio 2021
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Il 2020 ha visto un calo del numero di migranti entrati nel territorio dell’Unione, comparato agli anni precedenti: Frontex stima un crollo del 13% di arrivi irregolari e il disastroso andamento del traffico aereo in Europa suggerisce una diminuzione anche in quelli regolari.[i]

Nella prima parte dell’anno, la chiusura delle frontiere dovuta alla pandemia e all’emergenza sanitaria ha impedito la creazione di ampi flussi migratori, mentre diversi eventi degli ultimi mesi hanno portato all’importante aumento di sbarchi del secondo semestre 2020. Infatti, se il Mediterraneo orientale ha visto una drastica riduzione di ingressi, passando dai circa 13,000 immigrati irregolari arrivati in Grecia nel settembre 2019 a neanche 2,000 nello stesso periodo del 2020 (Frontex), così non è stato per le altre rotte. Nel periodo estivo si è potuto assistere a un’impennata del numero di migranti che hanno raggiunto la Spagna, con numeri mai registrati in tutto il 2018. Anche la rotta mediterranea centrale ha visto un aumento del numero di arrivi, se paragonato all’anno precedente: nel 2019 gli sbarchi sono sempre stati inferiori ai 20,000, mentre nella seconda metà del 2020 hanno quasi toccato i 40,000.

Fare previsioni di questi tempi è pressoché impossibile, tuttavia questi numeri mostrano che per molti la risposta alla corrente crisi economica è stata migrare nella speranza di ottenere un futuro migliore. Infatti, l’Italia ha visto triplicare il numero di arrivi dalla Tunisia poiché il settore che dava lavoro a quasi il 10% della popolazione, quello turistico, ha avuto un crollo del 60% (Ispi). E, su questa base, ci si può aspettare un importante aumento dei flussi in entrata anche nei prossimi mesi. Ma questo pronostico non è l’unica sfida che toccherà affrontare all’UE nel 2021: diversi nodi da sciogliere saranno ereditati dall’anno nuovo. Uno tra tutti l’attuale situazione in Bosnia-Erzegovina: l’incendio del campo di Lipa ha lasciato quasi 1.000 persone senza un riparo e, nella stessa regione, si trovano altri duemila individui arrivati attraverso la rotta balcanica. I migranti stanno affrontando il freddo inverno con scarsi aiuti e il trasferimento in un altro campo è stato impedito dall'amministrazione locale. Il referente dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni in Bosnia-Erzegovina, Peter van der Auverart, ha dichiarato che si tratta di una catastrofe umanitaria.”[ii] Attualmente Bruxelles ha provveduto a supportare il paese con 3,5 milioni di euro per superare la situazione. Tuttavia, ci sono ancora diverse richieste di intervento da parte dell’UE, tra cui quella di Karl Popp, head della sezione europea di Pro Asyl, che sollecita la nuova presidenza portoghese ad un’azione mirata all’ammissione ed integrazione dei migranti nei paesi UE, andando così oltre alla sola concessione di denaro al paese in difficoltà.

Un'ulteriore sfida sarà trovare una soluzione a 27, che porti a rispondere in maniera coesa e strategica a questo fenomeno puntando a persuadere i paesi più avversi, molti dei quali guidati da governi conservatori come il Gruppo di Visegrad, ad un’azione unitaria. Ma non sono i soli: di recente un paese protagonista di questa sfida epocale, la Grecia, ha assistito ad un rimpasto di governo caratterizzato da una svolta conservatrice, soprattutto per i ministeri degli interni e delle migrazioni.

Di fronte a tutte queste difficoltà, l’UE entra nell’anno nuovo con vari piani e accordi per affrontare questo fenomeno in era pandemica. A settembre è stato annunciato da Ursula Von Der Leyen, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, il New Pact on Migration and Asylum. Nell’immediato, la soluzione è stata lavorare con i paesi da cui partono i maggiori flussi e implementare le politiche per il rimpatrio per i richiedenti asilo respinti.[iii] Il patto prevede l’obbligo di partecipazione a tutti gli Stati membri, questo può avvenire tramite sponsorizzazione, ricollocamento o supporto operativo, e un rafforzamento nella gestione delle frontiere esterne. Assieme a questo patto, il 2020 ha visto una serie di accordi bilaterali tra Stati membri e con Stati terzi. L’Italia e la Libia, per esempio, si trovano al momento in una fase costruttiva: il 2 novembre si è costituita una commissione, comprendente membri di tutti e due i paesi, che sviluppi un progetto in risposta al fenomeno migratorio tutelando gli interessi di entrambi. A ridosso della Brexit, Parigi e Londra hanno firmato un accordo che renda “infattibile” l’attraversamento della Manica per i migranti. Questo prevede un rafforzamento di pattuglie sulle spiagge nord-francesi, un aumento di sorveglianza sulla costa e nei porti e un ricollocamento dei migranti in centri d’accoglienza situati nel centro del paese o comunque a maggiore distanza dalla costa. Questo per una spesa, da parte del Regno Unito, di 31,4 milioni. [iv] La Francia ha anche sancito un accordo con il l’Italia che prevede un rafforzamento dei controlli e della sicurezza al confine franco-italiano per il contrasto all'immigrazione clandestina. La fase sperimentale di questo progetto è iniziata il 10 dicembre.[v]

La risposta immediata da parte di Bruxelles e di diversi paesi è stata quindi provvedere ad aumentare i controlli e prevenire ingressi irregolari. Tuttavia, questo tipo di risposta è inefficace nel lungo termine, una sorta di diga temporanea che non impedirà al fiume di strabordare. Proprio per questo, a novembre la Commissione Europea ha annunciato un nuovo piano per favorire l’integrazione dei migranti. Questo era stato annunciato nel New Pact on Migration e prevede delle azioni che favoriscano l’integrazione sociale e lavorativa dei migranti, per poter sfruttare i talenti e le abilità di individui richiedenti asilo in UE a favore degli Stati membri.[vi]Con l’avvio di questo piano si può sperare in un 2021 che incominci a costruire una risposta europea più forte ed efficace.

Fonti consultate per il presente articolo:

[i] “After the Storm Post-pandemic trends in the southern Mediterranean”, Andrey Kortunov - Paolo Magri, ISPI Report, 12/2020;

[ii] “IOM: rischio “catastrofe umanitaria” in Bosnia-Erzegovina”, Chiara Gentili, Sicurezza Internazionale, 28/12/2020: https://sicurezzainternazional...;

[iii] “COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS on a New Pact on Migration and Asylum”, European Commission, 23/09/2020: https://ec.europa.eu/info/site...;

[iv] “Londra e Parigi firmano un accordo sull’immigrazione, cosa prevede”, Camilla Canestri, Sicurezza Internazionale, 29/11/2020: https://sicurezzainternazional...;

[v] “Italia-Francia: collaborazione contro l’immigrazione clandestina”, Maria Grazia Rutigliano, Sicurezza Internazionale, 21/12/2020: https://sicurezzainternazional...;

[vi] “Immigrazione: annunciato piano UE per favorire l’integrazione”, Chiara Gentili, Sicurezza internazionale, 29/11/2020: https://sicurezzainternazional...;

A cura di Valentina De Consoli 

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