Il responso uscito dalle urne, a seguito delle elezioni indette in Turchia lo scorso 14 maggio, per quanto ricalchi in maniera quasi pedissequa le aspettative che prevedevano un ballottaggio fra i candidati, testimonia in maniera a tratti drammatica l’equilibrio politico nel Paese, tanto da trasformare l’elezione in un referendum sulla figura del presidente uscente Erdogan.
Un quadro reso ancora più preoccupante dalla situazione del Paese, sia economica come testimonia l’inflazione al 55,18%[1], che sociale, a causa delle nefaste conseguenze del terremoto che ha colpito il Paese alcuni mesi fa, che ha causato la morte di circa 50.000 persone e provocando un numero molto elevato di sfollati.
L’impatto di quest’ultimo evento catastrofico ha scalfito in maniera seria la figura del Presidente Erdogan e del suo partito, reo, dopo il gravissimo terremoto che aveva colpito la Turchia nel 1999, di non aver adottato una strategia consona, ma, di aver favorito una politica edilizia spesso non in linea con la normativa antisismica.
In campagna elettorale questo tema è diventato centrale, ragioni che hanno fatto propendere il Presidente uscente a promettere la costruzione di 300.000 case in un anno nelle aree colpite. Un obiettivo piuttosto utopico e dalla forte connotazione politica, che è stato bersagliato dalle opposizioni[2], ma che sembra aver sortito alla fine gli effetti sperati, tanto che a Kahramanmaras, dove è stato registrato l’epicentro della scossa principale, il presidente uscente ha ottenuto il 70% dei voti[3].
Fari puntati anche sul principale sfidante Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito Repubblicano del Popolo (CHP), figura politica di spicco già da diversi anni e sostenuto dai partiti di opposizione riuniti nel cosiddetto “tavolo dei sei”, che negli ultimi mesi ha guadagnato notevole terreno nello scontro elettorale.
Come anticipato, rispettando sostanzialmente le aspettative, la sfida elettorale si è conclusa con la mancata vittoria di uno dei candidati in lizza, raggiungibile attraverso il superamento della soglia del 50% dei voti; il Presidente uscente si è infatti fermato al 49,24% dei consensi, mentre il principale sfidante al 45,06%. Una situazione di stallo che si risolverà il prossimo 28 maggio durante il ballottaggio[4].
Una sfida piuttosto complessa, le cui sorti dipenderanno da molteplici fattori; a partire proprio dalla posizione del nazionalista Sinan Ogun, terzo candidato, che ha concluso la tornata elettorale ottenendo il 5,2% e che ha fatto sapere a Kilicdaroglu che un suo possibile appoggio dipenderà dall’assenza o meno dei curdi all’interno della coalizione. Una posizione che sintetizza le difficoltà interne in cui il Paese versa, soprattutto, nei confronti della minoranza curda nel Paese, che ha giocato un peso specifico nel primo turno elettorale appoggiando il leader del CHP, dopo le aperture del leader di opposizione.
Tuttavia, mentre le elezioni presidenziali si avviano verso due settimane decisive che culmineranno con il ballottaggio, differente è la situazione che riguarda l’elezione per il nuovo Parlamento (Grande Assemblea Nazionale), che si è tenuta in concomitanza. In questo caso la situazione assume connotazioni molto più cristalline, vista la netta imposizione da parte della coalizione guidata dal AKP, che ha ottenuto 322 parlamentari. Un numero, tuttavia, insufficiente per attuare riforme costituzionali, visto che la soglia è fissata a 360.
Per quanto riguardano le altre coalizioni, il principale partito di opposizione ha eletto 212 parlamentari e, infine, l'Alleanza del Lavoro della Libertà, formata dal Partito della Sinistra Verde (YSP) di orientamento filocurdo e dal Partito dei Lavoratori di Sinistra, ha ottenuto 66 Deputati[5].
Tutto sembra, quindi, far propendere per una grande sfida per il futuro ruolo di Presidente della Repubblica turca, anche se al momento Erdogan e la coalizione guidata dall'AKP (Partito di Giustizia e Sviluppo), sembra in vantaggio. Una sfida che oltretutto sta tenendo con il fiato sospeso il mondo, viste le conseguenze che potrebbe generare sia in politica interna, che il politica estera.
https://www.pexels.com/it-it/foto/bandiera-della-turchia-2293915/
[1] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/turchia-verso-il-voto-una-scossa-politica-in-arrivo-124118
[2] https://it.euronews.com/2023/03/06/turchia-macerie-e-disperazione-a-un-mese-dal-terremoto#:~:text=Il%20terremoto%20di%20magnitudo%207,e%20i%20200%20mila%20edifici%20crollati.
[3] https://it.insideover.com/politica/cosa-emerge-dal-voto-in-turchia.html
[4] https://www.ilsole24ore.com/art/turchia-erdogan-testa-il-10percento-voti-scrutinati-AEufgSTD
[5] https://it.euronews.com/2023/05/14/elezioni-turche-la-sfida-a-erdogan
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L'Autore
Tiziano Sini
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Turkey Election Erdogan Kilicdaroglu Parliamentary second ballot