A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS
Nei sistemi democratici la politica è intesa come il luogo delle decisioni collettive, ovvero quelle che hanno conseguenze dirette e durature sull’intera società. La parola deriva dalla parola in greco antico "polis" cioè la "città", poiché vuole rappresentare un insieme di persone innanzitutto libere, che vivono secondo regole da loro stabilite, che nella nostra attuale giurisprudenza chiamiamo “leggi”. La forma e la concretezza applicativa sono esattamente le stesse vigenti nell’antica comunità dell’antica Grecia classica, quella di Pericle, Demostene e Tucidide.
I partiti
I partiti politici sono organizzazioni che riuniscono persone che condividono un certo tipo di idee e le difendono strenuamente al fine di poterle poi attuare. Di conseguenza, cercano di entrare nel governo e negli organi parlamentari, ovvero nei luoghi dove vengono elaborate ed emanate le Leggi. Le idee politiche sono state studiate per molto tempo da illustri e imperituri filosofi e politologi e presentano delle motivazioni che si sono ripetute con regolarità nel corso dei secoli. Ad esempio, le idee socialiste del XIX secolo hanno ancora molto in comune con le analoghe idee attuali.
Tra le correnti odierne una è chiamata “estrema destra”.
Ma, quali sono le sue idee?
Il termine “destra” o “sinistra” riconoscono diverse connotazioni nei vari Paesi del mondo. In Francia ad esempio questi due termini si riferiscono solo alla posizione assunta dai relativi rappresentanti nell’aula dell’Assemblea Nazionale nel corso della grande Rivoluzione del 1789.
Oggi che è cambiato qualcosa ?
Attualmente le tre principali correnti politiche prevalenti nella società occidentale sono rappresentate fondamentalmente dal liberalismo, il socialismo e il conservatorismo.
L’estrema destra viene passata come una forma di conservatorismo più pronunciato, ostile al liberalismo e ancora più ostile al socialismo. Possiamo definirlo un “ultra conservatorismo”.
La storia
La forma più estrema di ultra conservatorismo è rappresentata storicamente dal movimento italiano fascista, una formula politica generale derivata da un movimento specifico, nato e teorizzato in Italia con il leader Mussolini nei primi decenni del XIX secolo. Ma, una prima distinzione diventa necessaria e va approfondita in quanto non tutta l’estrema destra è ideologicamente corporativa e fascista, in quanto è più o meno conservatrice. I due concetti non sono da confondere anche perché sono forieri di diversità di posizioni in ambito parlamentare.
In Francia, ad esempio, la forza politica di Rassemblement National di per sé non è fascista in quanto non basa la sua prassi politica sulla scesa in campo di milizie paramilitari, né desidera abolire il sistema democratico, né progetta di ristabilire il passato impero francese, a differenza invece del metodo politico applicato dal dittatore russo, Vladimir Putin.
Quali sono le idee principali e i tratti distintivi che caratterizzano il conservatorismo, specie quello europeo ?
Le principali di queste ritengono che la società sia caratterizzata in gran parte dallo svolgimento della natura sociale e storica del proprio passato e dalle istituzioni che da questo ha ereditato. È pertanto ostile a tutto ciò che può minacciare tale complesso ordine ritenuto da alcuni di origine naturale: come ad esempio l’atteggiamento da assumere verso gli stranieri e di tutto ciò che è “strano” e/o fortemente inconsueto, come il diffondersi del multiculturalismo e/o le forme familiari e/o le relazioni di genere che non rientrano in ciò che si considera come “tradizionale”. È anche ostile a qualsiasi movimento che tenti di cambiare quest'ordine considerato come da tempo stabilito, ad esempio per renderlo più “giusto”.
Il conservatorismo può essere anche violento e rivoluzionario, ma sempre con la finalità di restaurare un collaudato ordine passato; è in questo senso che viene qualificato anche come “controrivoluzionario” o “reazionario”: perché vuole assertivamente restaurare o quanto meno difendere l'ordine del passato. Non senza ragione gli uomini e le donne del XIX secolo lo chiamavano il “partito dell'ordine” .
Questa ostilità spiega i motivi per i quali la democrazia (intesa nel senso di persone uguali di fronte alla Legge c che si danno ed esercitano liberamente le proprie leggi) non viene facilmente accolta dagli ultraconservatori, i quali non credono propriamente né nell’emancipazione dei singoli né nell’uguaglianza perfetta.
Anzi, la democrazia è considerata come un fattore capace persino di generare disordine e livellamento verso il basso dei migliori individui, che permette a chiunque di esprimersi ma anche che delegittima non poco le gerarchie naturali, che invece provengono dal virtuoso passato della storia piuttosto che da una meritocrazia fragile e segnatamente liberale.
I conservatori credono che l'ordine sociale sia mantenuto meglio da una chiara e inamovibile gerarchia, che, sintetizzando il concetto, chiamano "autorità". Da qui l'attrazione che provano sentitamente per figure come Napoleone o per la monarchia oppure, più odiernamente, persino nei confronti di spietati dittatori come Vladimir Putin. Ma il conservatorismo diffida anche dell’arbitrarietà dei leader contemporanei: è soprattutto nel passato che ripone la sua fiducia; e non in ultimo nella religione. I leader e le élite naturali devono essere loro subordinati. Essi sono al servizio della sola continuità.
Una lettura selettiva del passato
Sul piano della politica estera, il conservatorismo lotta contro tutto ciò che potrebbe minacciarne l’ordine. Ammette che le persone si spostano, ma non che cambiano le loro abitudini, oppure che si pongono ai margini della società alla quale appartengono, come ad esempio coloro che aprono ristoranti con menu di pietanze straniere. Cambiare abitudini significa diventare estranei. Ciò indebolisce il sistema dell’ordine sociale e quindi anche la resistenza politica della società a tutti quei fattori capaci di causare disordine.
La lettura del passato da parte del conservatorismo è selettiva, così come nei confronti di altri movimenti politici. Esso conserva del passato solo ciò che viene a sostegno delle proprie tesi. L’ultraconservatorismo è diviso, ad esempio, sulla questione del cristianesimo, perché alcuni dei suoi sostenitori lo considerano una religione disposta tra Medioriente e Nordafrica, mentre l’Islam rimane il grande avversario di tutti gli altri.
Gli ultraconservatori sono quindi molto attivi in qualche manifestazione come ad esempio a Poitiers (Francia), dove il franco Carlo Martello fermò e sconfisse le truppe musulmane nel 732 D.C..
Queste idee e posizioni sono ampiamente presenti nelle forze della destra europea pur con i necessari distinguo, anche se vengono rese meno visibili dalla strategia quotidiana dei vari leader nazionali. Alcuni in questi schieramenti vedono gli stranieri, i socialisti, gli omosessuali o i musulmani come una minaccia e comunque un fattore di grave disordine familiare e sociale. Vuole che gli europei conoscano il loro passato e si identifichino con esso, in modo omogeneo. Chi più e chi meno sono tutti a favore della natalità. Lo sostengono anche le organizzazioni cattoliche più conservatrici. Sono rispettati e talvolta promossi maggiormente programmi che rispettano le élite “naturali”. Per questa ragione non viene in genere proposta una redistribuzione della ricchezza e, anzi, si vuole ridurre l’imposta di successione…!
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