Il 17 settembre 2024, Ursula von der Leyen ha presentato la nuova Commissione Europea a Strasburgo, dopo intensi negoziati che hanno coinvolto i 27 Stati membri. La Commissione sarà attiva fino al 2029, con un mandato che si concentrerà su tre pilastri fondamentali: prosperità, sicurezza e democrazia.
Com’è composta la Commissione?
La nuova Commissione è composta da 27 commissari, uno per ciascun Paese membro, tra cui spiccano 11 donne e 16 uomini, un numero che ha suscitato polemiche per non aver raggiunto la promessa parità di genere. Tuttavia, von der Leyen ha cercato di bilanciare questo aspetto assegnando quattro delle sei vicepresidenze esecutive a donne, tra cui Teresa Ribera, già nota per il suo impegno nella transizione ecologica.
Il sistema gerarchico della Commissione è stato rinnovato, con sei vicepresidenti esecutivi che supervisioneranno l'operato degli altri commissari, in un contesto che riflette la crescente complessità delle questioni che l'UE deve affrontare. Questo sistema di "spillover" consente una maggiore interconnessione tra competenze diverse, come quella tra decarbonizzazione e digitalizzazione, elementi centrali per la nuova agenda europea.
Quale nomina è stata assegnata all’Italia?
Una delle nomine più rilevanti è quella di Raffaele Fitto, esponente del governo italiano, che ricoprirà il ruolo di vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme. La sua delega sarà cruciale per ridurre le disuguaglianze regionali all'interno dell'UE, un tema particolarmente rilevante per l'Italia e il Mezzogiorno. Fitto sarà responsabile di gestire i fondi destinati alle regioni meno sviluppate, promuovendo riforme strutturali per garantire una crescita inclusiva.
La nomina di Fitto ha avuto un forte impatto politico a livello europeo, in quanto considerata una vittoria per il governo Meloni, che vede in questo incarico un segnale del ritrovato peso dell’Italia in Europa. Tuttavia, la sua nomina è stata accolta con riserve da parte delle forze politiche di sinistra, che hanno espresso preoccupazioni riguardo alla direzione che le politiche di coesione potrebbero prendere sotto la sua guida, essendo un esponente politico di Fratelli d’Italia, un partito che al Parlamento Europeo siede tra i Conservatori e Riformisti.
Transizione ecologica sì, ma priorità anche alla competitività europea
La nuova Commissione si muoverà in un contesto globale più incerto e delicato rispetto a 5 anni fa, con la necessità di gestire questioni di ampia portata come la competitività economica, la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e la sovranità tecnologica. Ursula von der Leyen ha sottolineato l'importanza di rendere l'Europa un leader mondiale in queste aree, ispirandosi al recente rapporto di Mario Draghi sulla competitività europea.
La transizione ecologica rimane una delle principali priorità, affidata alla vicepresidente spagnola Teresa Ribera, mentre la finlandese Henna Virkkunen si occuperà della sovranità tecnologica e della sicurezza. Questi temi si intrecciano inevitabilmente con la sfida di mantenere l'Europa competitiva a livello globale senza compromettere le ambizioni climatiche.
Un Commissario anche per la difesa
Un altro punto cruciale sarà la gestione della sicurezza, sia interna che esterna. L’idea di nominare un Commissario per la Difesa fu concepita qualche mese fa dalla stessa Von der Leyen, che fu accolta con non poche polemiche. La nomina alla fine è stata assegnata ad Andrius Kubilius, un lituano: segnale chiaro dell'intenzione dell'UE di rafforzare la propria capacità di difesa, in risposta alla minaccia russa e alla guerra in in Ucraina.
La sfida della digitalizzazione
La digitalizzazione sarà un altro asse portante del nuovo mandato. Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, avrà il compito di guidare l'Europa attraverso la trasformazione digitale, un processo che deve essere bilanciato con la protezione dei diritti digitali dei cittadini e la sicurezza dei dati, seguendo lo stesso impegno che ha portato al Digital Services Act (DSA).
Le nomine però non sono ancora ufficiali
Ora i nuovi candidati dovranno affrontare un esame davanti alle commissioni del Parlamento Europeo per essere confermato. Questo passaggio è cruciale, poiché il Parlamento può esprimere dissenso verso alcuni candidati, come avvenuto in passato, costringendo i governi a proporre nuovi nomi. L'iter si concluderà con una votazione finale, prevista per ottobre 2024, durante la quale il Parlamento approverà o respingerà l'intera Commissione.
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L'Autore
Michele Bodei
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