Lavoro minorile: Sud America e Molacnats

  RAISE
  Fabio Di Gioia
  16 aprile 2022
  4 minuti, 38 secondi

Come già analizzato, con lavoro minorile si intende quel fenomeno, ampiamente presente ancora oggi in tutto il mondo, che ha come protagonisti bambini e adolescenti inseriti nel mondo lavorativo in età appunto precoce, e sottoposti nella maggior parte dei casi ad attività pericolose che possano compromettere la loro salute fisica e mentale o il loro sviluppo. Tra le forme di lavoro minorile più pericolose per la salute dei bambini si possono nominare schiavitù o lavori per estinguere debiti, prostituzione, pornografia, reclutamento forzato di bambini coinvolti nei conflitti armati, uso di bambini nel traffico di stupefacenti e altre attività illecite.

Si parla di circa 200 milioni di bambini, di cui circa 126,3 milioni lavorano nelle peggiori forme di lavoro minorile. È inoltre importante ricordare che una fetta importante di questo fenomeno avviene all’interno della famiglia: il 72% dei bambini lavoratori, e l’83% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, lavora in famiglia, in fattorie o in microimprese familiari. La presenza del contesto familiare non aiuta a prevenire l’inserimento dei bambini in attività ad alto rischio, ma anzi rende ancora più complessa la raccolta di dati e numeri precisi sul fenomeno.

In America Latina e nei Caraibi sono 8,2 milioni i minori lavoratori, di cui 2,7 milioni femmine e 5,5 milioni maschi. Ad esempio, in Brasile le stime riportano 2,2 milioni di bambini lavoratori, il 6,8%. Una differenza è presente tra maschi e femmine: i bambini sono maggiormente impiegati nel settore agricolo (il 63,6%) mentre le bambine sono più presenti nel settore dei servizi (43%), lavori che interferiscono con il regolare svolgimento delle attività scolastiche, diventando un limite nell’educazione dei minori, e dei momenti ricreativi. Stesso discorso può essere ripetuto per diversi paesi in questa area geografica: in Nicaragua il 58,7% dei minori (dai 5 ai 14 anni) sono coinvolti in lavori domestici, in Honduras 28,5% mentre il 59,1% è impiegato nel settore agricolo, in Brasile il 58,7% nel settore dell’agricoltura e il 33,5% in quello dei servizi. Molte delle attività agricole possono comportare dei pericoli per i minori, così come l’utilizzo di arnesi taglienti e di macchinari e la manipolazione di prodotti chimici (fertilizzanti e pesticidi). Per quanto riguarda il settore dei servizi, il problema principale è che rimane un settore informale, difficile da tracciare, e nella maggior parte delle volte senza paga, in cui si lavora quindi a beneficio delle famiglie o per avere una sistemazione, e senza avere nessuna protezione da parte dei datori di lavoro.

Molacnats

Molacnats è il coordinamento dei movimenti Nats dell’America Latina. I movimenti Nats, movimenti dei bambini lavoratori organizzati, nascono negli anni ’70 seguendo l’acronimo “niños, niñas y adolescentes trabajadores”. Questi movimenti nascono come riscatto di una situazione di emarginazione sociale e di sfruttamento dei bambini a livello lavorativo, privazione di diritti umani e invisibilità come componente sociale, cercando anche di modificare il modello culturale che sostiene il lavoro minorile.

I NATs sono considerati movimenti sociali, intesi come attività collettive volte a rivendicare le necessità umane, in quanto i protagonisti sono appartenenti alla categoria degli esclusi a livello sociale perché emarginati e non accettati; a livello economico, in quanto facenti parte dell’economia informale o dei circoli di sfruttamento economico; a livello politico, in quanto contrari alle leggi sullo sradicamento del lavoro infantile; a livello educativo, perché il loro lavoro normalmente contrasta con la possibilità di ricevere un’istruzione.
I principi che guidano i NATs, derivanti dal primo movimento, nato in Perù nel 1976, sono:

  • il principio di autonomia organica, il fatto di non essere la sezione di una organizzazione, ma un movimento indipendente;
  • il principio del protagonismo, e quindi che siano gli stessi bambini/adolescenti a coordinare il movimento;
  • l’essenza dell’organizzazione si deve alla sua apertura verso l’insieme dei NATs nel mondo;
  • l’esistenza di una vocazione nazionale ed internazionale;
  • l’esigenza di creare un’apposita pedagogia che si adatti alle esigenze degli stessi NATs.

Questi principi sono poi stati adottati dagli altri movimenti in tutti i paesi latino-americani, ma anche africani ed asiatici, ogni volta contestualizzati nelle diverse situazioni caratteristiche dei paesi.

Protagonisti di questi movimenti sono quindi i bambini/adolescenti lavoratori stessi, in età compresa tra i 10 e i 17 anni, che si trovano in condizioni di vita difficili, lavorando in condizioni pericolose, in economia informale e in situazioni di sfruttamento. Grazie a questi movimenti, i bambini possono esprimersi autonomamente e avere voce rispetto alle decisioni migliori per loro, avendo quindi un ruolo di responsabilità nell’articolazione e realizzazione dei loro obbiettivi.

In Molacnats, quindi, i bambini organizzano e presiedono le assemblee, decidono quali strategie adottare e quali azioni concrete portare avanti, mentre il ruolo degli adulti rimane quello di educatori ed accompagnatori. Grazie a ciò, i bambini lavoratori capiscono quanto sia importante, nonostante la necessità di sopravvivenza, soddisfare altri bisogni, quali avere una maggiore consapevolezza e conoscenza dei propri diritti, sentirsi parte di un gruppo e avere più chiarezza e protezione nella loro condizione di lavoratori. Il movimento considera infatti il lavoro minorile non dannoso in sé e per sé – sottolineandone la possibile valenza educativa e formativa per il minore, nonché spesso unica soluzione a condizioni di povertà, ma lotta per delle condizioni di lavoro più degne e sicure, accompagnate a possibilità di formazione, nella speranza che una più dettagliata ed efficace regolamentazione possa aiutare e proteggere i tanti minori coinvolti.

Approfondimenti disponibili:

ILO-scheda_america_latina_caraibi.pdf (accri.it)

Statistical_Profile_06_LAC_ENGLISH_FINAL_A3_20211116.pdf (endchildlabour2021.org)

https://www.asoc.it/italianats/movimenti/americalatina-64208.html


A cura di Cristina Colombini

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L'Autore

Fabio Di Gioia

Dottore in Scienze internazionali ed istituzioni europee, attualmente si sta specializzando nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. È stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Referente di Segreteria e co-ideatore del progetto TrattaMI Bene. È ora Caporedattore e autore per la sezione Diritti Umani.

Bachelors degree in International Sciences and European Institutions, currently majoring in International Relations. He has served as Chairman of the Board of Auditors, Secretariat Liaison, and co-creator of the TrattaMI Bene project. He is now Editor-in-Chief and author for the Human Rights section.

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