Sport: una "arma" di pace?

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  Redazione
  10 febbraio 2018
  3 minuti, 49 secondi

Lo sport può essere sicuramente considerato come una sfida tra due elementi che si affrontano per raggiungere una vittoria, proprio come in una guerra. Potrebbe, però, essere proprio lo sport a far diminuire drasticamente o a far cessare le tensioni fra la Corea del Nord guidata da Kim Jong Un e gli Stati Uniti d’America guidati da Donald Trump.

Successivamente alle qualificazioni per le Olimpiadi invernali, che si svolgeranno in Corea del Sud, da parte dei pattinatori nordcoreani Ryom Tae Ok e Kim Ju Sik, Kim Jong Un ha promosso la partecipazione del suo Paese alla manifestazione sportiva. Questo riavvicinamento nei confronti della Corea del Sud ha fatto emergere l’idea di una riunificazione delle due Coree in ambito sportivo, così come avvenne durante i Giochi Olimpici di Sidney 2000, Atene 2004, i Giochi Olimpici invernali di Torino 2006 e i Giochi Asiatici di Busan 2002.

La distensione dei rapporti fra la Corea del Nord e la Corea del Sud per l'occasione potrebbe avere dei riscontri positivi anche nei rapporti politici fra Trump e Kim Jong Un, nonostante si parli esclusivamente di corsa agli armamenti nucleari da parte delle due nazioni.

Due esempi reali che dimostrano come lo sport, oltre ad una sfida, può anche essere un momento di gioia e di pace sono le Olimpiadi
nella Magna Grecia e la Tregua di Natale del 1914.

Olimpiadi nella Magna Grecia

Senza dubbio, il periodo di svolgimento delle Olimpiadi ai tempi degli antichi Greci era il momento più importante di tutti dal lontano 776 a.C., al pari del culto degli Dei. I Giochi Olimpici, infatti, erano considerati dai greci come un momento di unione e pace fra tutti i popoli della Grecia: vigeva l’idea che ogni popolo impegnato nei Giochi Olimpici avrebbe dovuto sospendere, sino alla fine dei Giochi, qualsiasi tipo di conflitto o inimicizia (la cosiddetta Tregua Olimpica).

L’ideale greco di tregua olimpica venne ripreso dal Barone Pierre de Coubertin (riconosciuto come il fondatore dei moderni giochi olimpici), anche se gli effetti non furono quelli sperati: alcune edizioni dei Giochi Olimpici come quelli del 1916, 1940 e 1944 vennero sospesi a causa dei conflitti Mondiali. Purtroppo, una edizione dei giochi fu anche vittima delle tensioni belliche: i Giochi Olimpici di Monaco 1972 furono teatro del massacro di undici atleti israeliani da parte di un commando composto da palestinesi, appartenenti al gruppo terroristico Settembre Nero. Basandosi su questi precedenti dal 1992, in concomitanza con i Giochi Olimpici, il Comitato Olimpico Internazionale con il sostegno dell’ONU chiede l’osservazione del principio della tregua olimpica da parte di tutti gli Stati coinvolti e non nella manifestazione.

La Tregua di Natale

Nel pieno svolgimento del primo conflitto mondiale (1914) e durante il periodo natalizio, in molte parti d’Europa alcune fazioni nemiche decisero spontaneamente alcune tregue con l’obiettivo di dare una degna sepoltura ai rispettivi caduti. Queste tregue si trasformarono presto in momenti in cui i soldati di differenti fazioni ebbero l’opportunità di conoscersi e parlare, scambiandosi addirittura doni come oggetti e viveri.

L’episodio più significativo fu la partita di calcio fra la squadra tedesca e quella britannica nella terra di nessuno, ovvero la porzione di terreno fra le due trincee.

Questa è la testimonianza di un soldato inglese ed è il contenuto di una lettera spedita alla sorella: “alcuni di noi sono usciti anch'essi e in pochi minuti eravamo nella terra di nessuno, stringendo le mani a uomini che avevamo cercato di ammazzare poche ore prima. Abbiamo acceso un gran falò e noi tutti attorno, inglesi in kaki e tedeschi in grigio… Siccome si faceva tardi abbiamo cantato insieme qualche altra canzone attorno al falò. Poi ci siamo separati con la promessa di rincontraci l'indomani, e magari organizzare una partita di calcio”. La lettera si conclude qui: altre testimonianze dicono che la partita finì con la vittoria della squadra tedesca per 3 a 2, in un campo di cinquanta metri e con porte ricavate dai giacconi dei soldati.

Questa è senz'altro una dimostrazione di come lo sport, qualsiasi esso sia, riesca ad unire tutte le persone del mondo anche nei momenti più duri.

Tutta la comunità internazionale si augura che questo evento possa rappresentare un'opportunità per riaprire il dialogo tra le nazioni, con l'obiettivo di distendere le relazioni tra gli attori della zona ma non solo. Sebbene non potranno essere le Olimpiadi a conseguire direttamente un risultato di così alto calibro è per lo meno necessario che ne siano un pilastro fondante.

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