Ucraina nella NATO: i costi superano i benefici?

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  Redazione
  22 agosto 2023
  8 minuti, 17 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Nell’attuale corso del conflitto russo-ucraino, non pochi sono i politici ed analisti, che esprimono il loro favore all’ingresso dell’Ucraina nella NATO, dopo la conclusione delle ostilità. Tale aspirazione dell'Ucraina è stata altre volte uno degli argomenti centrali trattati in questa sede, anche con i rappresentanti ucraini.

In futuro, le modalità con le quali questo problema verrà concluso avrà conseguenze cruciali per gli Stati Uniti, l'Europa e oltre.

L’elevata posta in gioco

E’ noto che l'appartenenza alla NATO comprende l'impegno degli alleati a combattere ed eventualmente morire l'uno per l'altro. In buona parte, proprio per questo cruciale motivo, i suoi membri hanno lavorato per tutta l'epoca successiva alla Guerra Fredda per evitare tale rischio di espandere l'alleanza a stati che per i motivi più vari avevano una situazione politica interna precaria oppure rischiavano a breve o a medio termine di essere attaccati o comunque coinvolti in un conflitto armato.

Il caso dell’Ucraina

I leader della NATO hanno assunto da tempo che inserire l’Ucraina comporta una possibilità molto reale di guerra con la Russia.

In effetti, la possibilità di un tale conflitto e le sue conseguenze devastanti è la ragione principale per cui gli Stati Uniti e altri membri della NATO hanno cercato fino ad ora di evitare di essere coinvolti più intensamente nella guerra in Ucraina.

La tensione è chiara e si manifesta macroscopicamente a tutti i livelli: oggi quasi nessuno pensa che la NATO dovrebbe combattere direttamente con la Russia per l'Ucraina. Tuttavia, molti politici sono favorevoli a promettere all'Ucraina un percorso – non si precisa mai quanto lungo - verso l'alleanza e impegnarsi a lottare per essa anche in futuro.

L'Ucraina non dovrebbe essere accolta nella NATO

Questa è la posizione che gli Stati Uniti e l’intera NATO dovrebbero chiarire apertis verbis. La resistenza di Kiev all'aggressione russa è stata e si mantiene indubbiamente eroica, ma alla fine gli stati fanno ciò che è nel loro interesse. E qui, i vantaggi in termini di sicurezza per gli Stati Uniti dell'adesione dell'Ucraina, allo stato attuale impallidiscono rispetto ai rischi reali di portarla a breve termine nell'alleanza atlantica.

I governi occidentali e gli stati maggiori militari sanno che l'ammissione dell'Ucraina alla NATO aumenterebbe anche la prospettiva di una scelta dura e quasi irreversibile tra una strategia conflittuale verso la Russia e le penalizzanti conseguenze che questo comporterebbe oppure l'arretramento e la svalutazione a minor rango della garanzia di sicurezza della NATO nella concezione dell’intera alleanza.

Ai vertici della NATO, i suoi leader fanno sicuramente bene a riconoscere questi dati di fatti e ad aprire moderatamente all’Ucraina e non prima che il conflitto abbia avuto da molto tempo termine e con la Russia scesa diplomaticamente a posizioni più concilianti.

Cronologicamente è ancora vivo il ricordo del vertice della NATO svoltosi in Romania nel 2008, allorché il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, colse tutti di sorpresa esprimendo il suo favore all’ingresso della Georgia e l'Ucraina nell'alleanza. Fu l'ultimo vertice della NATO con Bush come presidente, e secondo alcuni esponenti dell'amministrazione americana dell'epoca, egli intendeva lasciare una sorta di eredità ideologica al suo successore.

Un certo numero di Stati membri europei, tra cui Germania e Francia, si sono più volte espressi contrari momentaneamente all'idea, adducendo ragioni legate alle gravi implicazioni per l'alleanza.

Lo stallo diplomatico che ne è derivato, ha prodotto una situazione di compromesso nella quale la NATO ha espresso il proprio favore a che in futuro i paesi di cui sopra possano diventare alleati della NATO, ma finora non è stato fornito alcun percorso concreto per conseguire tale risultato.

Eppure, anche questa ipotesi per quanto moderata e accondiscendente ha portato a una decisa denuncia da parte del presidente russo Vladimir Putin. Recentemente, parlando a Bucarest, Putin ha detto, non senza tutti i torti: “Consideriamo la comparsa di un potente blocco militare ai nostri confini, un’alleanza politica i cui membri sono soggetti in parte all'articolo 5 del Trattato di Washington, come una minaccia diretta alla sicurezza del nostro paese. L'affermazione che questo processo non è diretto contro la Russia non sarà sufficiente” e poi, “La sicurezza nazionale non si basa sulle promesse”.

Quattro mesi dopo quel vertice, la Russia ha invaso la Georgia e ancora oggi occupa una grossa parte del suo territorio.

Non basta, nel 2014, la Russia ha occupato militarmente e annesso anche la Crimea come preludio alla guerra su vasta scala contro l'Ucraina nel febbraio 2022.

Il comportamento della Russia è stato giudicato dalle Corti europee di giustizia come illegittimo e, alla luce delle efferatezze commesse dai soldati russi sulla inerme popolazione locale, criminale. Tuttavia, sottolinea la questione centrale in gioco: anche se la NATO rimane formalmente impegnata per l'adesione ucraina (e georgiana), un ulteriore allargamento della NATO in aree che Mosca considera particolarmente centrali per la sua sicurezza nazionale significa corteggiare la guerra contro la Russia.

Finalità giuste, mezzi sbagliati

Ad oggi, i sostenitori di un ulteriore coinvolgimento degli Stati Uniti e della NATO nella guerra in Ucraina non sono riusciti a chiarire totalmente gli interessi strategici degli Stati Uniti. La posizione politica dell’amministrazione di Washington è riassunta nella dichiarazione di Biden : “la storia mostra che, quando i dittatori non pagano il prezzo della loro aggressione, provocano più caos e si impegnano in più aggressioni.

Finora, la Russia ha già pagato un prezzo enorme per la sua guerra di aggressione. Mantenendo la posizione e successivamente respingendo l'esercito russo e i mercenari di Wagner, l'Ucraina ha umiliato il Cremlino, che solo due anni fa aveva dileggiato l'Ucraina definendola come un non-paese. Ci vorranno decenni perché la Russia possa ricostituire le sue forze armate promuovendole dallo stato deplorevole nel quale si trovavano quando è stata lanciata l’”operazione militare speciale” contro l’Ucraina. Dopo un anno e mezzo di guerra, il Pentagono stima che ben oltre 100.000 combattenti russi siano stati uccisi o gravemente feriti.

L'interesse degli Stati Uniti ad ammettere l'Ucraina nella NATO è ancora in fieri, con un groviglio di argomenti presenti nel discorso politico dei protagonisti, i quali hanno evidenti interessi a mantenere le proprie intenzioni coperte almeno in parte da una plausibile cortina di riservatezza.

Riflessioni varie

Uno di tali punti di vista sostiene che la stabilità e la sicurezza europee richiedono che Kiev aderisca all'alleanza. Secondo questa logica, se Putin non viene fermato in Ucraina, allargherà i suoi obiettivi e attaccherà gli Stati membri della NATO.

Una seconda linea di ragionamento si concentra sulla stessa Ucraina, sostenendo che l'adesione alla NATO è l'unico modo per proteggere il paese dalle finalità russe.

In ultimo, si ha la sensazione che l'Ucraina si sia "guadagnata" l'adesione alla NATO combattendo e indebolendo uno storico avversario della NATO.

In quest'ottica, l'approfondimento della cooperazione della NATO con l'Ucraina ricompenserebbe il suo eroismo e aggiungerebbe un ulteriore livello di deterrenza nei confronti di una futura aggressione russa.

Bisogna anche parlarne….

Queste affermazioni sono tutte logiche e almeno in parte accettabili. Ma in esse vige anche una percentuale di errore. In primis, la vittoriosa resistenza dell'Ucraina offerta alla bellicosità russa è stata sicuramente nobile, ma azioni nobili e persino un'efficace autodifesa non giustificano di per sé stesse l'assunzione degli alti rischi inerenti all’impegno di un assetto relativo alla sicurezza senza alcun limite.

Ancora più importante è la considerazione che la posta in gioco oggi non garantisce sufficientemente l'adesione dell'Ucraina alla NATO.

La strategia riguarda la scelta, e le scelte degli Stati Uniti oggi sono dure.

Per oltre 100 anni, gli obiettivi degli Stati Uniti in Europa sono stati contro egemonici: nella prima guerra mondiale, nella seconda guerra mondiale e ancora nella guerra fredda, gli Stati Uniti hanno sostenuto costi molto elevati per impedire alla Russia di dominare l’intero continente europeo.

Oggi, di converso, anche una Russia che in qualche modo ha prevalso su Kiev non sarebbe pronta a controllare totalmente l’Europa. E se la Russia avesse pure annesso tutta l'Ucraina senza sparare un colpo, accurati studi economici hanno comunque stabilito che il suo PIL sarebbe cresciuto non più del 10%.

Inoltre, la Russia avrebbe conquistato anche un secondo grande porto sul Mar Nero, ma rimarrebbe comunque più debole dei paesi europei membri della NATO.

Gli avvenimenti odierni dicono che la Russia non conquisterà in alcun modo l'Ucraina. La sua campagna militare è stata imbarazzante, con la guerra che ha dimostrato in quale misura l'esercito russo è divenuto una pallida ombra di ciò che era l’armata rossa dell’ex-Unione Sovietica.

La Polonia

Qualche analista ha espresso l'ipotesi che la Russia possa rappresentare una minaccia credibile per la Polonia, oppure ancora meno per la Francia o la Germania, è considerata a dir poco stravagante.

Si possono aggiungere questi elementi all'arsenale nucleare degli Stati Uniti e al controllo dell’Oceano Atlantico, e si può facilmente constatare che i guadagni per Washington nell'invitare l'Ucraina a aderire alla NATO sono importanti sotto il profilo politico ma oltremodo limitati da un punto di vista tecnico e logistico.

Anche se l'Ucraina difende l'intero fianco orientale della NATO e condivide ciò che apprende con i membri dell'alleanza, non è chiaro perché debba aderire all'alleanza affinché gli Stati Uniti possano raccogliere questi benefici.

A meno che non si arrenda alla dominazione russa – cosa che Kiev ha dimostrato di non essere a nessun prezzo incline a fare – la geografia dell'Ucraina la conferisce la natura di baluardo nei confronti della Russia, indipendentemente o meno dall'appartenenza alla NATO.

Gli eventi dal febbraio 2022 mostrano che l'Ucraina non ha necessità geostrategica di essere parte della NATO, in quanto gli Stati Uniti e i suoi alleati sarebbero comunque disposti ad aiutarla efficacemente nella resistenza ad un’aggressione russa.

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