Un approccio globale e olistico alla crisi migratoria

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  Michele Bodei
  10 agosto 2023
  5 minuti, 12 secondi

Domenica 23 luglio si è tenuta a Roma la Conferenza Internazionale sulla Migrazione, che coinvolge non solo l’Europa, ma anche gli stati del sud del Mediterraneo. All’evento – aperto dalla Presidente Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Tajani - erano presenti i vertici degli stati europei più interessati dal flusso migratorio – Grecia, Cipro, Malta e Spagna – ma anche i capi di stato di Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Mauritania e Libia, i primi ministri di Libia, Etiopia, Egitto, Giordania, Nigeria, Algeria e Libano e i Ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Marocco, Oman, Kuwait, Turchia, Qatar e Bahrein. Le altre istituzioni che hanno partecipato sono l’Unione Europea – tramite la presenza della Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen e del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel – e i rappresentanti di diverse agenzie delle Nazioni Unite.

L’incontro è osservato con particolare attenzione, perché finalmente l’Europa costruisce un rapporto con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, mirando a superare il sistema dei rapporti bilaterali e proponendo una partnership multilaterale non limitata alle situazioni di emergenza migratoria che continuano a emergere da ormai dieci anni. Un incontro che potrebbe sembrare quasi necessario, ora che il Consiglio non è ancora riuscito a concludere il Patto su Migrazione e Asilo, e le tragedie in mare ci indicano uno stato di emergenza che non può essere ignorato – si stima che quest’anno le vittime dei naufragi nel Mediterraneo siano già circa duemila.

Sulle orme del Memorandum d’Intesa di Tunisi

Il vertice ha preso la direzione del Memorandum d’Intesa firmato a Tunisi il 16 luglio da Von Der Leyen, Giorgia Meloni, il Presidente olandese Mark Rutte e il Presidente della Tunisia Saied. Si tratta dell’avvio di un partenariato tra l’Europa e la Tunisia basato su cinque pilastri: stabilità macroeconomica, commercio e investimenti, transazione energetica verde, rapporti tra i popoli e migrazioni. Gli obiettivi della cooperazione saranno il rispetto dei diritti umani, la lotta contro le reti criminali di trafficanti, il miglioramento del coordinamento delle operazioni di salvataggio in mare e una chiara collaborazione sui rimpatri e sul reinserimento dei cittadini tunisini in situazione irregolare.

Un approccio olistico sul tema Migrazione

Il Memorandum d’Intesa – i cui impegni e obiettivi sono stati sottoscritti anche dagli altri paesi europei e del sud del Mediterraneo che hanno partecipato a Roma – segna un nuova direzione per la gestione della crisi migratoria, caratterizzata da un approccio olistico. Significa che finalmente le parti hanno ammesso che il fenomeno delle migrazioni irregolari è strettamente legato al livello di sviluppo economico e sociale dei paesi di partenza, proprio come Saied ha affermato: “le migrazioni di oggi sono una conseguenza del colonialismo”. È un approccio che è servito a convincere i Paesi Bassi - uno dei paesi “frugali”, che ha più volte rifiutato di aiutare i paesi del sud Europa a gestire la crisi migratoria. Mark Rutte ha precisato che “l’assistenza macro finanziaria sarà fornita quando le condizioni lo permetteranno”, per precisare l’importanza che gli aiuti siano forniti in modo davvero efficace.

I primi risultati

A seguito del Memorandum e della Conferenza a Roma l’UE ha promesso di fornire 105 milioni – come prima somma - alla Tunisia e di assistere il paese nordafricano nell’ottenere prestiti dal Fondo Monetario Internazionale per evitare il collasso finanziario e permettere di liberalizzare l’economia. In cambio, Tunisi controllerà la gestione dei migranti verso l’Europa. Agli impegni si aggiunge anche la quota di 90,2 milioni di euro sottoscritta dagli Emirati Arabi Uniti.

Cosa preoccupa in questo accordo?

Non mancano critiche da parte di ONG e gruppi umanitari, che descrivono l’accordo come un altro tentativo dell’UE di affidare la gestione della crisi migratoria alle nazioni africane, in cui il trattamento dei diritti umani è spesso molto discutibile – come accadde con la Libia. Saed si è espresso in passato in modo negativo nei confronti dei migranti dell’Africa sub-sahariana, che spesso sono stati respinti al confine con la Libia e l’Algeria e lasciati senza cibo e senza acqua.

Un altro problema riguarda i rapporti: il Fondo Monetario Internazionale e Tunisi. Quest’ultima si era rifiutata in precedenza di adottare le riforme necessarie per ottenere i fondi dall’FMI, la quale questa volta non sarà facile da convincere come l’UE e l’Italia hanno promesso di fare.

Perché il modello della Conferenza di Roma e del Memorandum di Tunisi è comunque virtuoso?

È un modello virtuoso perché si riconosce l’interconnessione tra diverse tematiche - in particolare tra lo sviluppo dei paesi del sud del Mediterraneo e della crisi migratoria – e le diverse aree geografiche – la crisi migratoria non viene più etichettata come un problema europeo, ma più ampio. Non è finita qui. Gli stati europei sono sempre più interessati a dialogare con gli stati nordafricani nel loro interesse di sottrarsi al ricatto energetico imposto dalla Russia. Non è un caso se Giorgia Meloni dal suo insediamento si è già recata in Algeria, Libia e Tunisia: paesi rilevanti non solo per la questione migratoria, ma anche quella energetica. L’Algeria ha aumentato di molto le forniture di gas verso l’Italia e l’Europa negli ultimi mesi, mentre in Tunisia è in progetto la costruzione di un collegamento elettrico sottomarino verso l’Italia.

Le interconnessioni tra le varie aree di crisi nel mondo sono sempre più evidenti. Basti pensare che l’aggressione russa e il mancato accordo sul grano hanno un impatto anche su scenari già deboli, come quello nordafricano. Nessuno stato può far fronte da solo a sfide che richiedono un approccio globale e sistemico. Un approccio che è già stato osservato alla Conferenza di Trieste per i Balcani e a quella sulla ricostruzione dell’Ucraina – e con cui si pensa di concludere accordi simili a quelli con la Tunisia anche con Marocco ed Egitto.


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Fonti:

https://www.euronews.com/my-eu...
https://integrazionemigranti.g...

https://formiche.net/2023/07/r...



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Michele Bodei

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