Una cooperazione militare-industriale più pronta per una difesa comune più integrata e autonoma

La nuova Strategia Industriale Europea

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  Tabatha Ferrari
  22 aprile 2024
  4 minuti, 36 secondi

L’offensiva russa in Ucraina ha segnato un ritorno drammatico alla guerra ad alta intensità e ha indotto l’Unione Europea a voler rafforzare la propria prontezza industriale, trasformando le misure di emergenza a breve termine adottate nel 2023 e valide fino al 2025 in un approccio più strutturale, autonomo, efficiente e a lungo termine.

La nuova strategia industriale europea della difesa (EDIS), presentata il 5 Marzo 2024 dalla Commissione Europea, rappresenta uno strumento fondamentale per fornire il dovuto supporto agli alleati attraverso misure atte a risolvere le sfide della frammentazione dell’industria, a garantire un approvvigionamento stabile e acquisti congiunti di materiali militari. La nuova strategia prevede pertanto:

  • Maggiori investimenti a livello europeo.
  • Un’industria più reattiva, forte ed innovativa.
  • Un programma europeo di finanziamento da 1,5 miliardi entro il 2027, nella prospettiva di integrarlo successivamente nel prossimo QFP.
  • Rafforzamento delle partnerships, soprattutto con l’Ucraina.

Secondo il Trattato dell'Unione Europea, l’UE ha sempre auspicato una politica di difesa comune, ma senza pregiudicare l'indipendenza degli Stati membri nella definizione delle proprie politiche di sicurezza. È evidente quindi che, attraverso questa nuova strategia, la Commissione stia tentando di giocare un ruolo più incisivo e autonomo sia dall’Alto Rappresentante che dall’EDA. In questo modo, la politica di difesa e sicurezza ricadrebbe sotto la sua responsabilità, superando le sfide storiche legate alla sovranità nazionale degli stati membri.

Per potenziare la “readiness” militare, gli Stati membri dovranno intensificare gli investimenti nella difesa (spesa già in costante aumento da prima del conflitto russo-ucraino e che nel 2023 si è attestata a circa 270 miliardi di euro), soddisfando determinati principi, quali l’acquisto congiunto di almeno il 40% del materiale entro il 2030 e la “preferenza comunitaria” nell’acquisto di materiale bellico pari ad almeno il 35%. Questa è una risposta necessaria, considerando che tra il 2019 e il 2023 le importazioni di armi sono aumentati del 94% rispetto al periodo 2014-2018.

Inoltre, la strategia mira a colmare le carenze nell'approvvigionamento attraverso il programma europeo di finanziamento “European Defence Industry Programme” (EDIP) pari a 1,5 miliardi di euro, volto a sostenere gli acquisti congiunti da parte degli Stati membri, che attualmente rappresentano poco più del 18% degli investimenti totali, nonostante la lieve crescita dovuta all’acquisto di artiglieria destinata all’Ucraina. Gli acquisti congiunti favoriranno una produzione più efficiente e meno frammentata grazie alla standardizzazione dei requisiti, esenzioni iva e riduzione dei costi burocratici.

Per quanto riguarda la collaborazione industriale e tecnologica con Kiev, questa è vista come un'opportunità decisamente strategica, considerando il notevole know-how acquisito dal Paese a seguito dell’invasione nell'ambito della cyber warfare e della dronistica, i tassi di sviluppo industriale in costante crescita e un nascente sistema di partnership pubblico-privata.

Tra incertezze e trionfi

Al contrario, le divergenze finanziarie tra gli Stati membri sembrano complicare il raggiungimento di un adeguato sostegno finanziario. Paesi come Francia, Polonia ed Estonia richiedono opzioni di finanziamento più concrete, attraverso l'emissione di obbligazioni fortemente sostenuta dall’Italia e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, l'utilizzo dei beni russi congelati e la sottoscrizione di contratti commerciali pluriennali, invitando la Banca Europea per gli Investimenti ad adattare la propria politica con lo scopo di facilitare l’erogazione dei finanziamenti destinati ai progetti per le tecnologie dual-use.

Thierry Breton, Commissario UE per il mercato interno, definisce questo periodo storico “senza precedenti” alla luce della decisione della Commissione europea di mettere a disposizione, non 100 miliardi di euro come era stato suggerito inizialmente, ma ben 500 miliardi volti a sostenere circa 31 progetti destinati alla produzione industriale di armi e munizioni, due dei quali affidati alle aziende italiane Simmed Difesa SPA e Baschieri & Pellagri.

Ciononostante, gli Stati membri rimangono ancora in attesa di un ulteriore analisi dell'impatto della strategia, data anche la possibilità che Paesi meno coinvolti nell'industria della difesa, come Malta, possano opporsi a causa dei limitati benefici attesi e al costo elevato.

Verso una capacità di difesa integrata e autonoma?

Il successo della strategia dipenderà inevitabilmente dalla risoluzione di questioni delicate come la sovranità nazionale e l'allocazione di fondi adeguati, ma sicuramente segna un avanzamento rilevante verso una maggiore cooperazione strategica in linea con le iniziative precedenti, come la PESCO, l”Act in Support of Ammunition Production” avviato a maggio dell’anno scorso, l’EDIRPA per gli appalti comuni e il Fondo Europeo per la Difesa (FED), destinato alla ricerca anche nell’ambito spaziale e della cybersicurezza con l’obbiettivo di rafforzare l’interoperabilità, per un ammontare complessivo di circa 2 miliardi di euro sborsati dall’Unione Europea.

A tal proposito, alla luce delle operazioni cibernetiche che hanno caratterizzato il conflitto russo-ucraino, il recente accordo provvisorio raggiunto il 6 Marzo 2024 circa la modifica del “Cyber Solidarity Act”, evidenzia il riconoscimento dell'importanza crescente delle operazioni informatiche nelle strategie di guerra moderne. Con l'istituzione del Sistema Europeo di Allerta (EU cyber Shield) e del Meccanismo di Emergenza, l'UE mira dunque a garantire una risposta collettiva e coordinata alle minacce informatiche.

In definitiva, la nuova strategia industriale per la difesa dell'UE costituisce un passo significativo verso una maggiore autonomia strategica e innovativa, ma richiederà impegno e collaborazione continua per raggiungere i suoi obiettivi.

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L'Autore

Tabatha Ferrari

AUTRICE - ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

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