"Uniting for Consensus": la proposta di riforma del Consiglio di Sicurezza dell'ONU

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  Chiara Cecere
  08 giugno 2023
  2 minuti, 52 secondi

Le crisi in corso e l'aumento dei conflitti hanno evidenziato la necessità di una riforma significativa del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che è il principale organo responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. "Uniting for Consensus" è una proposta di riforma di tale organo, per renderlo più democratico, rappresentativo, efficace e responsabile.

Composto da 12 Paesi (Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Italia, Malta, Messico, Pakistan, Repubblica di Corea, San Marino, Spagna, Türkiye), il Gruppo Uniting for Consensus (UfC) intende portare il numero dei membri del Consiglio di Sicurezza dagli attuali 15 a 26, creando solo nuovi seggi non permanenti (sia "a lungo termine" che biennali). Ciò, consentirebbe una maggiore rotazione e un migliore accesso per tutti gli Stati membri dell'ONU, in particolare per le regioni poco rappresentate, attraverso elezioni regolari. Attualmente, 60 Stati membri su 193 non hanno ancora fatto parte del Consiglio di Sicurezza. Aggiungendo nuovi seggi elettivi per i gruppi regionali, tra cui Africa, Asia-Pacifico, America Latina e Caraibi, Europa orientale e piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS), la proposta migliora l'equa distribuzione geografica nel Consiglio.
Il gruppo propone un Consiglio, composto da 26 seggi, con un aumento solo dei membri eletti non permanenti. Oltre agli attuali 15 membri, il modello propone la creazione di 9 nuovi seggi a lungo termine, con possibilità di rielezione immediata, e 2 seggi biennali aggiuntivi, come segue:
3 seggi a lungo termine sarebbero assegnati al Gruppo degli Stati Africani
3 al Gruppo Asia-Pacifico
2 al Gruppo dell'America Latina e dei Caraibi (Group of Latin America and the Caribbean - GRULAC)
1 al Gruppo dell'Europa Occidentale (Western European and Others Group - WEOG)
1 seggio biennale verrebbe assegnato al Gruppo dell'Europa Orientale (Eastern European Group - EEG) e 1 ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Small Island Developing States - SIDS).

La proposta di riforma del Gruppo punta anche a limitare l'uso del diritto di veto, appannaggio esclusivo dei cinque membri permanenti (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Federazione Russa, Cina), e a migliorare la distribuzione geografica dei seggi, al fine di dare adeguato spazio al Continente africano e ai piccoli Paesi insulari e in via di sviluppo. In questo contesto, i Paesi dell'Ufc hanno ribadito la loro ferma opposizione all'aggiunta di nuovi membri permanenti. Sebbene, l'attuale status del Consiglio sia radicato nelle circostanze storiche successive alla fine della Seconda guerra mondiale, la creazione di ulteriori e ingiustificabili posizioni privilegiate all'interno della comunità internazionale sarebbe dannosa per gli interessi generali dei membri delle Nazioni Unite.

L'Italia svolge un ruolo di Focal Point del Gruppo, e ha organizzato il 27 marzo 2023 appuntamento che punta a rilanciare l'azione del Gruppo. Come sottolineato dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, “ora più che mai è urgente riformare l'organo più importante dell'ONU, rendendolo adatto alle sfide del mondo di oggi”. “Non è più ammissibile”, ha proseguito, “che le decisioni che riguardano la pace e la sicurezza internazionale siano prese da pochi”. Oltre alle sessioni a porte chiuse riservate ai rappresentanti degli Stati che fanno parte del Gruppo Ufc, è stata svolta anche una sessione interattiva con la partecipazione di esperti italiani e internazionali del mondo accademico e dei think tank.

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Fonti consultate:
https://www.sioi.org/uniting-f...
https://italyun.esteri.it/it/l...
https://www.giornalediplomatic...
Link immagine: https://www.pexels.com/photo/e...

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L'Autore

Chiara Cecere

La mia passione per ciò che studio deriva dalla mia inappagabile curiosità, unita ad un briciolo di idealismo. Per quest’ultimo aspetto, le mie esperienze all’estero in precedenza sono state concentrate sui paesi scandinavi: ho trascorso un anno a Stoccolma lavorando come ragazza alla pari durante il mio gap year prima dell’università e ho vinto lo scambio con la prestigiosa università di Lund da gennaio a giugno 2020, durante la triennale in Diplomatic International Sciences all'Università di Bologna. La mia determinazione è confermata dal fatto che sia riuscita a raggiungere un buon livello di svedese in meno di un anno. Inoltre, il secondo semestre del primo anno (gennaio 2022), ho preso parte ad un secondo Erasmus presso l’università di Science Po Lyon, che ho vinto facendo domanda per la carriera futura, magistrale di International Relations - International Affairs. Sono appassionata ed entusiasta riguardo alla scelta del corso di studi triennale, per cui ho scelto di continuare con una magistrale in International Affairs all’università di Bologna. Ho scelto il curriculum di International Affairs proprio perché sono attratta da aree geografiche diverse dall’Europa, in particolare l’Africa. Considero la mia apertura mentale e la mia sensibilità culturale le mie migliori qualità, e la mia forza motrice è una grande curiosità unita a un pizzico di idealismo.

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