Il 20 gennaio, giorno del suo insediamento, il neoeletto presidente Donald Trump ha bloccato per 90 giorni i fondi dedicati all’assistenza internazionale attraverso un ordine esecutivo, che nel primo paragrafo recita: “L'industria e la burocrazia degli aiuti esteri degli Stati Uniti non sono allineati con gli interessi americani e in molti casi sono antitetici ai valori del Paese. Servono a destabilizzare la pace nel mondo, promuovendo nei Paesi stranieri idee che sono direttamente in contrasto con relazioni armoniose e stabili all'interno e tra i Paesi.”
Ad essere immediatamente colpita da questa misura è stata la U.S. Agency for International Development (USAID), agenzia istituita da John F. Kennedy nel 1961 e, sino al 3 febbraio, giorno del commissariamento della stessa, il maggiore strumento di erogazioni di aiuti umanitari nel mondo degli Stati Uniti.
"Per quanto riguarda la questione USAID, ne ho parlato in dettaglio con il presidente e lui ha convenuto che dovremmo chiuderla", ha affermato Elon Musk, responsabile, insieme all’imprenditore Vivek Ramaswamy, della commissione consultiva denominata Department of Government Efficiency.
L'Africa trema
Gli effetti di tale drastica misura - giustificata come necessaria in virtù del perseguimento, da parte dell’USAID, di scopi diversi da quelli per i quali era stata istituita - sono emersi già con forza a discapito di varie organizzazioni umanitarie attive in molti paesi. Particolarmente tragica è la situazione in Africa Subsahariana, che nel corso degli ultimi cinque anni ha rappresentato più di un terzo della spesa per l'assistenza estera degli Stati Uniti.
Come ricostruito dal Washington Post, nei luoghi più disperati come il Sudan devastato dalla guerra, le ricadute sono state immediate. Metà della popolazione ha bisogno di aiuti alimentari e la carestia si sta diffondendo mentre le milizie islamiste e i loro alleati nell'esercito combattono un gruppo paramilitare accusato da Washington di genocidio. La sospensione dell'USAID ha fermato i programmi alimentari nazionali che servono milioni di persone e ha chiuso centinaia di cucine comunitarie che operano in aree troppo pericolose per le grandi agenzie.
Un operatore umanitario in Sudan, che come altri in questa storia ha parlato a condizione di anonimato per evitare ritorsioni contro il suo datore di lavoro, ha detto che la sua organizzazione ha ricevuto un ordine di interruzione di progetti sovvenzionati per centinaia di milioni di dollari.
"Significa che oltre 8 milioni di persone potrebbero morire di fame”.
Inoltre, nella capitale assediata di Khartoum, più di due terzi delle mense per i poveri hanno chiuso nell'ultima settimana, ha riferito Hajooj Kuka.
"È stato un totale blackout", ha detto. "Le persone sono sull'orlo della fame... non possono durare tre giorni o una settimana senza cibo". Kuka ha detto che la maggior parte delle famiglie che servono viveva di quel pasto al giorno.
La crisi dei finanziamenti coincide con un massiccio sconvolgimento globale: più persone che mai in Africa soffrono la fame, e il continente - dove l'età media è di 19 anni - sta vivendo conflitti più diffusi che in qualsiasi altro momento storico successivo alla fine della Seconda guerra mondiale.
Sebbene il Segretario di Stato Marco Rubio, direttore ad interim dell’Agenzia, abbia stabilito un’eccezione all’ordine esecutivo del Presidente Trump per l'assistenza umanitaria che riguardi misure “salvavita” durante il periodo della revisione, affinché gli attuatori dei programmi di assistenza umanitaria salvavita esistenti continuino o riprendano le attività assistenziali, se lo scopo perseguito dall’amministrazione statunitense dovesse essere realizzato con successo, le conseguenze sarebbero complessivamente catastrofiche. Avrebbero infatti una diretta ricaduta anche sulle politiche volte al rafforzamento della cooperazione internazionale perseguite da altri stati: così sarebbe per l’Italia, per cui la mossa di Washington è in diretto contrasto con il piano Mattei e, in generale, con i progetti realizzati dalle ONG di tutto il mondo operanti nel continente.
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L'Autore
Aurelia Maria Puliafito
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USAID Trump Musk Sub-Saharan Africa