Hubdate - Quality Framework for Traineeship: un approccio soft

  Focus - Allegati
  15 June 2022
  2 minutes, 39 seconds

MIPP – Università

A cura di Daniele Lapenna, Policy Analyst

Tirocini e occupabilità: qualità cercasi

“Negli ultimi anni i tassi di disoccupazione giovanile hanno raggiunto picchi storici in diversi Stati membri, senza che si profili una riduzione a breve termine. Promuovere l'occupabilità e la produttività dei giovani è fondamentale per il loro accesso al mercato del lavoro.”

Conciso e statuario il primo considerando della Raccomandazione del Consiglio del 2014 sul quadro di qualità per i tirocini ("Quality Framework for Traineeships" - QFT - 2014/C 88/01), il cui periodo di consultazione pubblica si è chiuso lo scorso 13 giugno 2022, con un totale di 250 commenti validi ricevuti.

Su iniziativa della Commissione Europea, il Legislatore europeo prende piena coscienza del valore del tirocinio ai fini di una più agevole transizione verso il mondo del lavoro. Obiettivo primario della Raccomandazione è dunque quello di istituire degli standard minimi validi nell’Unione, che possano migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dei contenuti dei tirocini. In pieno spirito europeo, la proposta mira inoltre a incentivare la mobilità transfrontaliera dei tirocinanti, riducendo i costi associati alle pratiche amministrative e alla regolamentazione poco chiara.

I Principi

I contenuti della Raccomandazione prendono corpo in una serie di principi a cui gli Stati Membri devono ispirarsi nel regolare la pratica dei tirocini:

  • la conclusione di un contratto di tirocinio scritto, gli obiettivi educativi, le condizioni di lavoro, nonché i diritti e gli obblighi delle parti;
  • la promozione di best practice riguardanti gli obiettivi di apprendimento e di formazione;
  • le condizioni di lavoro applicabili ai tirocinanti, con particolare riferimento agli orari e ai giorni lavorativi, all’indennità di prestazione, alla ragionevole durata dell’esperienza;
  • gli obblighi di trasparenza in capo ai soggetti promotori dei tirocini.


Un approccio “soft”

Terminato il round di consultazione pubblica, la Commissione si appresta all’adozione entro il prossimo settembre. Con la roadmap quasi al termine, rimangono forti dubbi sull’efficacia di questa iniziativa.

Sin dalle consultazioni pubbliche in sede di stesura della Proposta di Raccomandazione (COM/2013/0857), la parti interessate si sono espresse contro una direttiva vincolante, prediligendo una raccomandazione non vincolante del Consiglio. La scelta di uno strumento di soft law risulta coerente con la volontà di non invadere la potestà nazionale in materia (i riferimenti al diritto nazionale all’interno della Raccomandazione ne sono espressione). Il contenuto minimo e generico delle linee guida suggellano questa posizione.

La portata del progetto legislativo è infine discutibile per una duplice manchevolezza:

  1. la Raccomandazione non trova applicazione per quei tirocini facenti parte di un percorso di istruzione formale o di istruzione e formazione professionale. Allo stesso modo, sono esclusi i tirocini considerati obbligatori ai fini dell’iscrizione ad albi professionali.
  2. non vi è riferimento alcuno alla previsione di un compenso minimo obbligatorio per lo svolgimento dell’attività di tirocinio. La raccomandazione infatti si limita ad incoraggiare circa la trasparenza nel segnalare se l’esperienza formativa prevede o meno un indennizzo.

La responsabilità di una posizione netta sullo scottante tema dei tirocini viene dunque in larga parte rimessa agli Stati nazionali. Ad oggi, una tutela a tutto tondo per una categoria così preziosa, quella dei tirocinanti, sembra ancora lontana.

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