Interferenze elettorali e Presidenziali 2024: rischi, attori e strumenti di mitigazione

  Focus - Allegati
  30 October 2024
  14 minutes, 29 seconds

Chiara Michieli, Junior Policy Analyst

Immagine di copertina: Paul Hennessy/Getty

Ciascuno Stato ha il diritto di scegliere liberamente come condurre le elezioni interne. Questo è un principio riconosciuto universalmente a ogni Paese sovrano. Tuttavia, sempre più spesso negli ultimi anni si è parlato di rischi di interferenze nei processi elettorali di uno Stato (o di un’organizzazione, nel caso dell’Unione Europea). A preoccupare sono competitors internazionali come anche attori non statuali, in un quadro di crescente tensione globale e in cui le nuove tecnologie e i social media hanno reso tali attività più virulente, economiche e potenzialmente efficaci che mai.

Questo policy paper si propone, nel quadro della rubrica di Mondo Internazionale dedicata alle elezioni presidenziali statunitensi, di analizzare i tentativi di influenzare il voto del prossimo 5 novembre. Dopo una breve introduzione al tema, il focus si sposterà sui vari attori statuali (e non) coinvolti in attività che si configurano come interferenze elettorali o rappresentano un rischio allo svolgimento di elezioni libere e regolari. Infine, verranno proposte una serie di misure che possono limitare - nell’immediato o in prospettiva - l’efficacia di tali azioni e tutelare i processi elettorali di un Paese.

Interferenze elettorali: caratteristiche, obiettivi e strumenti

Le elezioni sono da sempre un momento cruciale della vita politica di una comunità perché determinano in che ‘mani’ verrà depositata una parte del potere che i cittadini hanno delegato allo Stato. Le elezioni hanno a che fare con il potere, dunque, e quindi indirettamente con interessi particolari: manipolarle o influenzarne l’esito è un’impresa che spesso vale la pena intraprendere per molti attori internazionali.

Si possono definire le interferenze straniere in relazione alle elezioni come “tentativi intenzionali, occulti o espliciti, da parte di attori statuali o non statuali di influenzare i processi elettorali o le percezioni pubbliche al fine di avvantaggiare o svantaggiare in candidato in un altro Stato sovrano” (Mohan and Wall 2019). A differenza delle interferenze straniere intese più in generale*, queste non devono essere necessariamente clandestine**: azioni esplicitamente volte a manipolare le percezioni dei cittadini o l’esito del voto - ad esempio, il discorso del capo di un altro Stato che fornisce indicazioni di voto ai cittadini di un altro Paese - si configurano ugualmente come interferenze elettorali.

Il fenomeno non è nuovo: già ne Il Federalista, Alexander Hamilton esprimeva preoccupazione per “il desiderio di potenze straniere di ottenere un ascendente improprio” sugli organi dello stato attraverso la manipolazione elettorale (Hamilton 1788), e, nel suo discorso di commiato nel 1796, George Washington stesso identificava le influenze straniere come una delle più grandi minacce per il governo repubblicano (Elving 2019). Le elezioni presidenziali di quell’anno videro infatti il coinvolgimento diretto della Francia nel tentare di assicurare l’esito elettorale più favorevole all'alleanza con la potenza rivoluzionaria europea (DeConde 1957).

Durante il XX secolo, e in particolare negli anni della Guerra Fredda, la manipolazione dei risultati delle elezioni divenne una costante del confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Nei casi più estremi si fece ricorso alla forza: in Guatemala, nel 1954, gli Stati Uniti orchestrano un colpo di stato (l’operazione della CIA PBSuccess) per spodestare il Presidente democraticamente eletto, giudicato troppo vicino alla potenza avversaria***. In totale, dal 1946 al 2000 sono stati registrati quasi 120 casi di interferenza elettorale da parte di URSS/Russia e Stati Uniti, più dei due terzi ad opera di questi ultimi (Levin 2019).

Tuttavia, l’attenzione sul fenomeno si è riaccesa in particolare in relazione all’avvento delle nuove tecnologie di comunicazione e creazione di contenuti multimediali, e alla rinnovata competizione tra Occidente, Russia e Cina.

Le interferenze elettorali possono essere classificate in due macro categorie. Da un lato si manifestano quelle attività volte a modificare l’esito del voto democratico a favore di un candidato. A questa tipologia afferiscono tentativi di manipolare i processi di raccolta, conteggio e trasmissione dei voti, ma anche quelli di indirizzare attivamente l’elettorato verso uno dei candidati. Dall’altro, esiste una serie di azioni non tanto orientate al modificare il risultato finale delle votazioni, quanto piuttosto a influenzare le percezioni dei cittadini e la loro fiducia nelle istituzioni democratiche, alimentando divisioni interne, teorie del complotto, e la paura che lo Stato non sia in grado di difendere la propria popolazione da minacce esterne.

L’aumento delle divisioni politiche (costruito su preesistenti spaccature sociali), la diminuzione della fiducia nella legittimità delle elezioni e nelle istituzioni dello Stato sono tutte dinamiche create o esacerbate da influenze straniere nelle elezioni interne a un paese (Chechelashvili et al. 2023). Pertanto, uno studio approfondito del fenomeno è quanto mai necessario in un contesto politico e sociale polarizzato come quello degli Stati Uniti oggi.

I mezzi a disposizione di un attore ostile sono aumentati dai tempi della Guerra Fredda grazie all’avvento degli strumenti di comunicazione di massa e, sempre di più, delle applicazioni commerciali (spesso open source) dell’IA generativa.

Ai tradizionali finanziamenti alla campagna elettorale di un candidato, manipolazione del voto (frode) e propaganda sui media tradizionali, oggi si annoverano anche attacchi informatici volti a carpire informazioni private da rendere pubbliche (hack-and-leak), operazioni di influenze sui social media (spesso supportate da bots e contenuti generati tramite l’IA), e lo sfruttamento delle bolle e delle echo chambers all’interno delle piattaforme online per aumentare la diffusione di alcuni messaggi.

Il ruolo della Russia: tipping the scale a favore di Trump

La Russia è rimasta in cima alla lista delle potenze in grado e con la volontà di interferire nel panorama elettorale statunitense (ODNI 2024), specialmente da quando è stata portata alla luce la vasta campagna di manipolazione e disinformazione legata alle Presidenziali del 2016.

APT28, un gruppo di hackers legato ai servizi di intelligence delle forze armate russe (il GRU), è riuscito a esfiltrare e pubblicare tramite WikiLeaks una serie di email dal Democratic Congressional Campaign Committee e dal Democratic National Committee (operazione detta di hack and dump), arrecando un danno di immagine considerevole - anche se difficilmente quantificabile - alla campagna dell’allora candidata Dem Clinton.

Attori afferenti al GRU hanno inoltre violato il database per la registrazione degli elettori dello stato dell’Illinois, riuscendo a rubare informazioni riguardanti centinaia di migliaia di elettori. Oltre a ciò, sono state attaccate aziende private coinvolte nella gestione di materiali relativi alle elezioni, come i seggi elettorali elettronici (Mueller 2019:50).

Parallelamente, una vasta campagna di disinformazione (FIMI: foreign information manipulation and interference) è stata portata avanti dall’Internet Research Agency (IRA), una troll farm russa legata anche all’ormai ex capo della Wagner Prigozhin. L’operazione ha visto la creazione di numerosi account che impersonavano cittadini americani, organizzazioni legate a partiti, e gruppi di attivisti, da ambo i lati dello spettro politico. L’operazione nel suo insieme era destinata a supportare la candidatura Trump. Molti account affiliati alla campagna repubblicana hanno in varie occasioni amplificato i contenuti postati da account controllati dall’IRA (Mueller 2019:28).

Le attività dell’IRA non si sono limitate al virtual domain: l’azienda ha anche orchestrato raduni elettorali a favore di Trump, in alcuni casi tentando di ottenere assistenza e collaborazione da parte della campagna elettorale repubblicana fingendosi sostenitori del GOP (Mueller 2019:29-33).

La maggioranza dei contenuti social creati da bots in occasione delle Presidenziali 2016 è stata indirizzata al pubblico repubblicano, che si è dimostrato più incline di simpatizzanti Dem a fungere da cassa di risonanza. Difatti, non solo la quantità di post a supporto di posizioni conservatrici era quattro volte quella a favore dei democratici, ma gli utenti conservatori hanno anche ritwittato 30 volte più dei liberals (Badawy, Ferrara e Lerman 2018). Gli utenti repubblicani appaiono più vulnerabili e ricettivi alla disinformazione online (in relazione, vedi anche Garrett e Bond 2021), fatto che rende campagne come quella dell’IRA particolarmente efficaci e pericolose.

L’elemento di novità riscontrato nelle attività legate alle imminenti elezioni è stato l’uso massiccio dell’Intelligenza Artificiale generativa nella creazione di contenuti online. Gli attacchi al ticket Dem hanno visto l’utilizzo di deep fakes, per esempio ‘facendo fare’ a Harris commenti inopportuni sugli attentati a Trump.

Questo e altri tentativi di character assassination sono stati portati avanti contro Harris e Walz da attori direttamente e indirettamente collegati ai servizi di sicurezza russi, supportati anche da immagini e video (visual disinformation).

Iran: il fronte anti-Trump

Le attività di interferenza iraniane si sono intensificate a partire dalle elezioni generali del 2020, essendo state indirizzate principalmente ad assicurare la non rielezione di Donald Trump, probabilmente per evitare il risultato elettorale che potrebbe esacerbare le tensioni tra i due Paesi - soprattutto visti i risultati della prima Presidenza Trump (ODNI 2024i).

Vari attori iraniani, più o meno direttamente collegati alle Guardie Armate della Rivoluzione, hanno organizzato campagne di disinformazione e polarizzazione dell’opinione pubblica, incitando al caos, minando la fiducia nelle autorità e nelle istituzioni democratiche, e creando dubbi sulla legittimità delle elezioni. Inoltre, il gruppo Mint Sandstorm ha condotto vari attacchi hack-and-leack contro la campagna Trump-Vance nel 2024.

Il Dragone punta a “cambiare il clima”****

Le attività portate avanti dalla Cina per influenzare il pubblico americano sono di più ampio respiro rispetto alle attività avanzate da Russia e Iran, e non direttamente collegate alle imminenti elezioni. Secondo L’Office of the Director of National Intelligence, gli sforzi cinesi non sono indirizzati a promuovere un preciso candidato, e si concentrano invece su elezioni a livello locale, in particolare su figure con posizioni apertamente anti-cinesi (Kurlantzick 2022, Watts 2024i). Attacchi di questo tipo includono tentativi di character assassination e accuse di corruzione.

Di recente sono sorti falsi account che tendono da un lato ad esacerbare le divisioni interne alla società statunitense, e dall’altro a raccogliere informazioni su quali siano i temi più divisivi.

In particolare, un gruppo denominato Storm 1376 ha alimentato teorie cospirative in relazione ad eventi climatici estremi (come gli incendi alle Hawaii) e altri temi divisivi (ad esempio il rilascio di acque trattate di Fukushima nel Pacifico), anche attraverso l’uso di immagini generate dall’IA (Watts 2024v).

Al fine del risultato delle Presidenziali del 5 ottobre, tuttavia, non risulta che la Cina stia tentando di manomettere il voto né di modificare sensibilmente le percezioni dei cittadini statunitensi in relazione a uno specifico candidato (ODNI 2024ii).

Homegrown threats: può Elon Musk influenzare le elezioni?

Per quanto le influenze straniere siano al centro dei discorsi sulla sicurezza delle elezioni, non è da dimenticare la possibilità che minacce allo svolgimento della vita democratica del Paese emergano dall’interno.

Nel 2016, un influencer dallo pseudonimo online di Ricky Vaughn ha diffuso un post che suggeriva all’elettore di votare per Clinton attraverso SMS. Nonostante le tempistiche (una settimana prima dell’appuntamento elettorale), è possibile che alcuni cittadini non siano riusciti a esprimere un voto valido a seguito di questa fake news.

I tentativi ‘domestici’ di modificare l’esito del voto si configurano spesso all’intersezione tra legittimo supporto a un candidato e manipolazione dell’elettorato. Elon Musk fornisce un esempio lampante di entrambe queste dinamiche.

Il patron e fondatore di Tesla e Space X ha donato 75 milioni di dollari a supporto della campagna elettorale di Donald Trump, attraverso la sua super PAC America Pac.

Il supporto da parte di personalità pubbliche a uno schieramento politico o un candidato anche attraverso la donazione di fondi non è un elemento di particolare novità. Nel contesto delle presidenziali statunitensi, l’identificazione dello schieramento politico con il candidato di turno indirizza tale sostegno verso uno dei due ticket. L’endorsement non è per il partito, ma (quasi) sempre per l’aspirante allo studio ovale.

Un potenziale elemento di corruzione e manipolazione è invece il pagamento di una somma di denaro (47$) a ciascun elettore che ‘portasse’ un altro elettore registrato a firmare la petizione lanciata da Musk sul diritto alla libertà di parola e a portare armi (I e II emendamento della Costituzione degli Stati Uniti). Inoltre, ogni giorno è stato messo in palio un milione di dollari in una lotteria che è stata definita “illegale” dal Procuratore di Philadelphia (Reuters 2024, The Washington Post 2024). L’idea di condizionare la vincita di premio milionario o poco meno di 50$ a una dichiarazione politica è come minimo altamente problematico.

Anche nel caso non sia possibile considerare la lotteria lanciata da Musk come una compravendita elettorale (nessun elettore è tenuto a votare Trump per essere considerato per la vincita) è difficile pensare che tale dinamica non rappresenti un incentivo addizionale per alcuni indecisi a dimostrare un (artificioso) supporto per il candidato repubblicano.

Policy recommendations

Combattere le interferenze elettorali straniere - e non solo - implica uno sforzo multidimensionale, volto alla messa in sicurezza dei processi elettorali e all’aumento della resilienza ai tentativi di manipolazione dell’opinione pubblica.

Il miglioramento costante dei software che amministrano la registrazione e lo svolgimento delle elezioni è un elemento fondamentale per resistere ad attacchi cyber alle infrastrutture necessarie per la raccolta e l’elaborazione del voto, oltre che per proteggere i dati sensibili degli elettori americani. Le compagnie private a cui possono essere esternalizzate parti di questo processo devono essere sottoposte a un rigoroso vetting, e devono assicurare i più aggiornati standard di protezione e gestione dei dati loro affidati.

Se da un lato la transizione a schede elettorali cartacee può diminuire la vulnerabilità ad attacchi informatici da parte di soggetti ostili, è altresì vero che la digitalizzazione del voto assicura protezione per quanto riguarda diverse tipologie di frodi elettorali: manipolazione del conteggio delle schede, del trasferimento dei dati, ballot stuffing.

Al contempo, l’alfabetizzazione digitale della popolazione dovrebbe essere rafforzata, assieme all’educazione nel riconoscere un’informazione falsa circolante in rete. Per quanto tale processo possa risultare difficile in un contesto politico e sociale altamente polarizzato, rimane l’ultima vera risorsa per combattere la disinformazione operando sul target di questo genere di operazioni, invece che sulla fonte della minaccia.

Infine, è necessario ricordare quanto ogni vulnerabilità a operazioni di manipolazione elettorale nasca e prosperi tra le divisioni socioeconomiche presenti in un Paese. Livellare le disuguaglianze, moderare i toni del dibattito politico, e implementare iniziative concrete per aumentare la coesione sociale sono politiche complementari ma necessarie per combattere la disinformazione. In relazione a un appuntamento elettorale, adottare un approccio integrato per proteggere lo svolgimento del voto e assicurare un clima politico sicuro è ancor più fondamentale.



* Per una definizione operativa di interferenze straniere, cfr ​​ https://www.homeaffairs.gov.au/about-us/our-portfolios/national-security/countering-foreign-interference/defining-foreign-interference

** Le influenze illecite da parte di una potenza straniera vengono normalmente identificate da tre elementi: clandestinità, coercizione e corruzione.

*** Per un approfondimento sul tema, cfr Immerman, R. H. (1980). Guatemala as Cold War History. Political Science Quarterly, 95(4), 629–653. https://doi.org/10.2307/2150608

**** Il Direttore dell’MI5 McCallum ha utilizzato queste parole per descrivere il comportamento della Cina nell'influenzare i propri interlocutori geopolitici, puntando a cambiamenti strutturali di lungo periodo. https://www.cigionline.org/articles/if-russia-is-the-storm-china-is-the-climate/



Bibliografia:

Badawy, A., Ferrara, E. and Lerman, K. (2018). Analyzing the Digital Traces of Political Manipulation: The 2016 Russian Interference Twitter Campaign. IEEE/ACM International Conference on Advances in Social Networks Analysis and Mining (ASONAM), pp. 258-265, doi: 10.1109/ASONAM.2018.8508646.

Chechelashvili, M., Berikashvili, L., and Malania, E. (2023). Foreign interference in electoral processes as a factor of international politics: Mechanisms and counteraction. Foreign Affairs, 33(6), 52-62. Available at: https://doi.org/10.46493/2663-2675.33(6).2023.52-62

DeConde, A. (1957). Washington’s Farewell, the French Alliance, and the Election of 1796. The Mississippi Valley Historical Review, 43(4), 641–658. https://doi.org/10.2307/1902277

Elving, R. (2019). Fear Of Foreign Interference In U.S. Elections Dates From Nation's Founding. NPR.

Garrett, R. K., Bond, R.M. (2021) ‘Conservatives’ susceptibility to political misperceptions.Sci. Adv. 7 (23). DOI:10.1126/sciadv.abf1234

Hamilton, A. (1788). The Federalist Papers : No. 68. Available at: https://avalon.law.yale.edu/18th_century/fed68.asp

Hawkins, D. (2016). No, you can’t text your vote. But these fake ads tell Clinton supporters to do just that. - The Washington Post. The Washington Post.

Kurlantzick, J. (2021). China’s Growing Attempts to Influence U.S. Politics. Council on Foreign Relations.

Levin, D. H. (2019). Partisan electoral interventions by the great powers: Introducing the PEIG Dataset. Conflict Management and Peace Science, 36(1), 88-106. https://doi.org/10.1177/0738894216661190

Mohan, V., and Wall, A. (2019). Foreign Electoral Interference: Past, Present, and Future. Georgetown Journal of International Affairs, 20, 110–119. Available at: https://www.jstor.org/stable/26794949

Office of the Director of National Intelligence (2024) i. 100 Days Until Election 2024 Election. Security Update as of Late-July 2024.

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Reuters (2024, Oct 28). Philadelphia prosecutor sues Elon Musk group to stop $1 million lottery for voters.

Schmitt, Michael N. (2021). Foreign Cyber Interference in Elections. International Law Studies 739 (2021). Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3816748

The Washington Post (2024, Oct 21). Does Elon Musk’s $1 million voter giveaway violate the law? - The Washington Post.

Watts, C. (2024) i. As the U.S. election nears, Russia, Iran and China step up influence efforts - Microsoft On the Issues. Microsoft Threat Analysis Center.

Watts, C. (2024) iii. Iran Targeting 2024 US Election - Microsoft On the Issues. Microsoft Threat Analysis Center.

Watts, C. (2024) iv. Russian election interference efforts focus on the Harris-Walz campaign - Microsoft On the Issues. Microsoft Threat Analysis Center.

Watts, C. (2024) v. China tests US voter fault lines and ramps AI content to boost its geopolitical interests - Microsoft On the Issues. Microsoft Threat Analysis Center.



Questo articolo fa parte di una serie di MI Hub dedicata alle Presidenziali Statunitensi 2024.

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