A cura di: Irene Melinu - Responsabile di Progetto JIYO
Lingua dei segni giapponese e la comunità Sorda
Storie di appartenenza e identità culturale
Una delle questioni più complesse a livello linguistico nel mondo è il riconoscimento della lingua dei segni come lingua propria, caratterizzata dalla scarsità di suoni e da un ampio utilizzo della gestualità e dell’espressività. In una lingua come il giapponese, la difficoltà ulteriore si riflette nella traslitterazione degli ideogrammi in gesti e nella moltitudine di metodi di apprendimento per le persone Sorde.
Circa il 60% della comunità Sorda in
Giappone definisce la lingua dei segni giapponese come la propria lingua madre, imparata
in casa o grazie ad un sistema educativo scolastico che è stato ripristinato solamente nella
seconda metà del Novecento. Le discriminazioni nei confronti della comunità Sorda
hanno accentuato il senso di appartenenza ad un gruppo culturale, che trova la sua
espressione più pura nella lingua stessa. In questa analisi, si indaga la correlazione tra
lingua, identità culturale e appartenenza ad un gruppo, in un Giappone dove la comunità
Sorda sta cercando ancora oggi tutela e riconoscimento.
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