Agenda 2030 – Unione Europea: cenni sullo “stato dell’arte”

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  Redazione
  20 November 2020
  8 minutes, 29 seconds

A cura di Alessandro Fanetti

In questa undicesima pubblicazione, dedicata agli “stato dell’arte” dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite nel mondo, la protagonista è l’area dell’Unione Europea.

Rispetto a dicembre 2019, data del primo articolo inerente questo territorio, la situazione si è radicalmente modificata a causa della pandemia di Covid-19.

Un “cigno nero” che ha scombinato drammaticamente le carte in tavola, obbligando l’UE, le sue istituzioni e gli stati membri a cercare soluzioni inimmaginabili fino ad un momento prima.

Ad oggi, la situazione è la seguente (con la certezza di una sua complicazione ulteriore, dovuta alla recrudescenza del virus Sars-Cov-2):

  • Contrazione del Pil 2020 dell’Eurozona dell’8,7% e dell’economia del 6,1%.[1]
  • La disoccupazione 2020 è aumentata costantemente rispetto al 2019, con un picco dell’8,3% a settembre.[2]
  • Le regioni più depresse dell’UE si stanno impoverendo a un ritmo drammatico; a tal proposito, se la media europea delle persone a rischio povertà è del 16,8%, la maglia nera va a questi sei territori (tre dei quali in Italia):
  1. Campania: 41,4%.
  2. Sicilia: 40,7%.
  3. Ceuta: 38,3%.
  4. Extremadura: 35,6%.
  5. Nord-Est della Romania: 35,6%.
  6. Severozapaden: 35,1%.
  7. Calabria: 32,7%.[3]

Questi e molti altri dati dimostrano come il lavoro da fare sia ancora moltissimo e non più rimandabile, nonostante i dissidi costanti fra gli Stati membri dell’Unione Europea e le “farraginosità” dovute all’architettura di questa entità continentale.

Un primo e significativo passo (sia per il contrasto all’epidemia che per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030) è stato fatto a luglio di questo anno, anche se la decisione presa necessita di implementazioni (sia a livello statale che sovranazionale) che lasciano sempre qualche dubbio sull'effettiva efficacia dello stesso: il piano “Next Generation EU”, del valore di 750 miliardi di Euro (accanto ad un bilancio europeo 2021-2027 di 1.074 miliardi).

Come spiegato dal Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel: “Gli obiettivi della ripresa possono riassumersi in tre parole: convergenza, resilienza e trasformazione. Concretamente, questo significa riparare ai danni causati dalla Covid-19, riformare le nostre economie e rimodellare le nostre società.”[4]

Più nel dettaglio, l’Unione Europea (con la Commissione come capofila) si aspetta di riuscire ad ottenere i seguenti risultati:

  • Più 2% di PIL entro il 2024.
  • Più 2 milioni di posti di lavoro.
  • Capacità di attuazione del Green Deal Europeo (tabella di marcia per garantire la sostenibilità dell’UE, anche in ottemperanza all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e agli Accordi di Parigi sul clima), per una transizione verde in tutti i campi. A tal proposito, viene richiesto agli Stati membri di spendere almeno il 37% del totale dei vari piani nazionali per la ripresa e la resilienza a favore del clima (l’Europa vuole raggiungere la neutralità climatica entro il 2050).
  • Aumento significativo della capacità di accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria di qualità, ad un lavoro stabile e dignitoso.
  • Sostanziale miglioramento delle finanze pubbliche e contrasto all’ “esplosione” del debito privato (dovuto ai problemi economici derivanti dalle misure “anti Covid-19”).[5]

Per raggiungere tutto ciò, oltre ad aver lavorato per lo stanziamento di questa ingente somma di denaro e ad aver specificato cosa si aspetta dai piani dei singoli paesi, la Commissione Europea ha consigliato anche delle misure da prendere (denominate iniziative faro”):

  • Power up: occorre anticipare la diffusione delle tecnologie pulite e adeguate alle esigenze del futuro e andrebbero accelerati lo sviluppo e l'uso delle energie rinnovabili e la loro integrazione mediante la modernizzazione delle reti e un'accresciuta interconnettività. L'iniziativa faro getterà le basi per i mercati guida dell'idrogeno in Europa e per le relative infrastrutture. Mira a sostenere la generazione e l'integrazione settoriale di quasi il 40% dei 500 GW di produzione di energia rinnovabile necessari entro il 2030, a sostenere l'installazione di 6 GW di capacità di elettrolizzatori e la produzione e il trasporto di 1 milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile in tutta l'UE entro il 2025.
  • Renovate: migliorare l'efficienza energetica e delle risorse degli edifici pubblici e privati contribuirà in modo sostanziale al conseguimento degli obiettivi climatici dell'UE, creerà un gran numero di posti di lavoro a livello locale in tutti gli Stati membri e promuoverà lo sviluppo digitale mediante la domotica e i sistemi di misurazione intelligenti. Entro il 2025 contribuirà a raddoppiare il tasso di ristrutturazione e a promuovere le ristrutturazioni profonde.
  • Recharge and refuel: promuovendo tecnologie pulite adeguate alle esigenze del futuro per accelerare l'uso di sistemi di trasporto sostenibili, accessibili e intelligenti, stazioni di ricarica e rifornimento e l'ampliamento dei trasporti pubblici, le città e le regioni europee saranno rese più pulite, sarà accelerata la transizione industriale e si contribuirà al conseguimento degli obiettivi climatici di Parigi. Entro il 2025 l'iniziativa faro mirerà a costruire un milione di punti di ricarica sui tre milioni necessari nel 2030 e metà delle 1000 stazioni di idrogeno necessarie.
  • Connect: i cittadini e le imprese in Europa dovrebbero avere accesso a servizi a banda larga rapidi. Attualmente solo il 44% delle famiglie ha accesso a reti ad altissima capacità, in grado di fornire almeno connettività Gigabit, con una copertura notevolmente ridotta nelle zone rurali. La veloce diffusione dei servizi rapidi a banda larga a tutte le regioni e a tutte le famiglie, comprese le reti in fibra e 5G, nonché lo sviluppo della comunicazione mediante crittografia quantistica, sarà essenziale per garantire la più ampia copertura territoriale possibile nelle zone non servite dal mercato, preservando allo stesso tempo l'autonomia strategica aperta dell'UE. Mentre le aree urbane e i principali assi di trasporto terrestre dovrebbero essere coperti più rapidamente mediante finanziamenti privati, il dispositivo per la ripresa e la resilienza dovrebbe garantire entro il 2025 la copertura 5G ininterrotta più ampia possibile per tutte le zone.
  • Modernise: l'identità europea e i principali servizi pubblici digitali dovrebbero essere modernizzati e accessibili a tutti. L'identificazione e l'autenticazione elettroniche sicure a livello dell'UE nei rapporti con governi e privati e l'accesso ai loro servizi forniranno ai cittadini il controllo della loro identità e dei loro dati online e consentiranno l'accesso ai servizi digitali online. La digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici aumenterà l'efficacia di entrambi, ivi compreso il sistema giudiziario e sanitario. Entro il 2025 gli Stati membri dovrebbero garantire il rilascio dell'identità digitale europea (e-ID) e le pubbliche amministrazioni dovrebbero fornire servizi pubblici digitali interoperabili, personalizzati e di facile utilizzo.
  • Scale-up: la transizione digitale dell'UE dipende dall'aumento delle capacità industriali europee di cloud di dati e dalla capacità di sviluppare i processori più potenti, all'avanguardia e sostenibili. Entro il 2025 l'iniziativa faro mirerà a raddoppiare la produzione di semiconduttori in Europa per produrre processori 10 volte più efficienti sotto il profilo energetico. Ciò consentirà, ad esempio, la rapida diffusione delle automobili connesse e il raddoppio della quota di imprese dell'UE che utilizzano servizi cloud avanzati e megadati (rispetto al 16% di oggi).
  • Reskill and upskill: investimenti senza precedenti nella riqualificazione e nell'aggiornamento delle competenze sono fondamentali per sostenere la transizione verde e digitale, rafforzare il potenziale di innovazione e di crescita, promuovere la resilienza economica e sociale e garantire un'occupazione di qualità e l'inclusione sociale. Gli investimenti e le riforme dovrebbero concentrarsi sulle competenze digitali e sull'istruzione e la formazione professionale per tutte le età. Nel 2019 il 42% degli europei non possiede ancora almeno le competenze digitali di base. Entro il 2025 la percentuale di europei di età compresa tra i 16 e i 74 anni con competenze digitali di base dovrebbe aumentare fino a raggiungere il 70%. I sistemi di istruzione devono essere ulteriormente adeguati alle sfide del 21º secolo. Gli Stati membri dovrebbero garantire un notevole incremento delle competenze digitali degli alunni, al fine di ridurre al di sotto del 15% la percentuale di studenti di età compresa tra i 13 e i 14 anni che presentano risultati insufficienti in termini di alfabetizzazione informatica. Gli Stati membri dovrebbero prestare particolare attenzione ai gruppi svantaggiati, alle donne e in particolare ai giovani che entrano nel mercato del lavoro, creando opportunità di lavoro di qualità e sostenendo un'offerta adeguata di posti di apprendistato e rafforzando l'istruzione e la formazione professionale. Entro il 2025 almeno quattro laureati su cinque dovrebbero essere occupati e tre su cinque dovrebbero beneficiare di una formazione sul posto di lavoro.[6]

In conclusione, dunque, è possibile affermare che le sfide e gli ostacoli dinnanzi all’Unione Europea e ai singoli Stati membri sono enormi e difficilissime. Dal lavoro alla salute, dall’istruzione all’ambiente, i campi dove operare sono moltissimi e la base di partenza non è delle migliori. In tutto questo, la pandemia ha acuito le diseguaglianze e sta lasciando macerie dietro di sé.

L’Unione Europea, al contrario di altre volte, ha “battuto un colpo” e non ha lasciato completamente soli gli Stati membri. Il cammino per la piena attuazione delle proposte e delle decisioni prese a Bruxelles è però ancora lungo e irto di ostacoli.

Una cosa è certa: i popoli europei non possono aspettare e una classe dirigente all’altezza della situazione, sia a livello europeo che nazionale, ha il dovere di agire per il bene di tutti.

[1] Commissione Europea, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo, al Consiglio, alla Banca Centrale Europea, al Comitato Economico e Sociale Europeo, al Comitato delle Regioni e alla Banca Europea per gli Investimenti, Strategia Annuale per la crescita sostenibile 2021, Bruxelles, 17/09/2020.

[2] Redazione, Unione Europea, Tasso disoccupazione in settembre, teleborsa.it, 30/10/2020.

[3] Redazione, Campania, per Unione Europea prima per tasso rischio di povertà, SkyTg24, 18/09/2020.

[4] Redazione, Un piano per la ripresa dell’Europa, Consiglio Europeo & Consiglio dell’Unione Europea, 2020.

[5] Commissione Europea, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo, al Consiglio, alla Banca Centrale Europea, al Comitato Economico e Sociale Europeo, al Comitato delle Regioni e alla Banca Europea per gli Investimenti, Strategia Annuale per la crescita sostenibile 2021, Bruxelles, 17/09/2020.

[6] Commissione Europea, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo, al Consiglio, alla Banca Centrale Europea, al Comitato Economico e Sociale Europeo, al Comitato delle Regioni e alla Banca Europea per gli Investimenti, Strategia Annuale per la crescita sostenibile 2021, Bruxelles, 17/09/2020.

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