Allergie e intolleranze alimentari
Si valuta che attualmente nel mondo occidentale, cosiddetto “evoluto”, circa un terzo dei cittadini soffre di una qualche forma di allergia respiratoria, cutanea e/o alimentare.
In questa sede l’oggetto sarà costituito dalle allergie alimentari secondo i dati attuali resi disponibili dall’ “American Accademy of Allergy, Asma and Immunology”
In Italia, le allergie alimentari colpiscono fino al 5% della intera popolazione adulta, mentre hanno una maggiore incidenza in età pediatrica pari al 6-10% nei primi anni di vita.
La causa (Eziologia)
Le allergie alimentari sono causate da una patologica reazione immunitaria nei confronti di specifiche proteine (allergeni) contenute in alcuni alimenti.
Nell’adulto l’allergia alimentare più frequente (il 72% delle allergie alimentari primarie in Italia) è dovuta all’assunzione di cibi di origine vegetale come, ad esempio, frutti della famiglia delle Rosaceae, soia, arachide, grano, frutta a guscio, sesamo.
Le Rosacee sono una famiglia di angiosperme che comprende circa 5000 specie distinte in circa 110 generi .
Costituiscono una delle più grandi famiglie vegetali, sia per il grande numero di specie che vi sono comprese, la loro grande diffusione ovunque e il loro cospicuo interesse economico.
Oltre alla classica rosa e al biancospino, comprende la maggior parte degli alberi da frutto più comuni: il melo, il pero, il ciliegio, il pesco, il susino, il mandorlo, il nespolo, l'albicocco e il cotogno.
Le più frequenti reazioni ad alimenti di origine animale sono, nei bambini, quelle a latte e uova, mentre nell’adulto la forma più frequente è quella verso i crostacei, più raramente a pesci e a carni.
Le persone spesso hanno una reazione sgradevole a qualcosa che hanno mangiato e sospettano di avere un'allergia alimentare. Questo non è detto in quanto potrebbero essere affetti da qualcos’altro: ad esempio da una “intolleranza alimentare” , quindi di natura non allergica.
Qual è la differenza tra allergia e intolleranza?
L'allergia alimentare riconosce sempre una causa da una reazione biologica del sistema immunitario contro qualche alimento.
Nell’intolleranza alimentare, invece, il sistema immunitario non è implicato. Nella maggior parte dei casi si tratta di una problematica legata al processo digestivo dell’alimento ingerito.
Ad esempio, essere allergici al latte è diverso dal non riuscire a digerirlo correttamente. Questo può accadere per una semplice intolleranza a uno zucchero presente nel latte, il lattosio.
Alcune persone provengono da famiglie in cui le allergie ricorrono con maggiore frequenza – non sono necessariamente allergie alimentari, ma può sussistere una rinite allergica, asma oppure un’orticaria .
Quando uno o entrambi i tuoi genitori soffrono di allergie, è più probabile che ti ammali di un’allergia alimentare.
Se pensi di avere un'allergia alimentare, consulta un medico per diagnosticare le possibili cause e seguire una corretta terapia della stessa. A volte le reazioni allergiche al cibo possono dare reazioni gravi, fino agli eventi più severi e generalizzati come l’anafilassi.
Qual è l’eziopatogenesi delle allergie alimentari?
Le allergie alimentari sono innescate biologicamente da proteine immunitarie presenti nel sangue come le “IgE” ed altre e dalle modalità con le quali stimolano le cellule mastocitarie (mastociti), presenti in tutti i tessuti dell’organismo e soprattutto in territori anatomici come le mucose di naso, gola, polmoni, tubo intestinale e la pelle.
La prima volta che mangi un alimento a cui sei allergico, alcune cellule producono numerose IgE verso la proteina del cibo che scatena l'allergia, chiamata allergene. Le IgE vengono rilasciate e si attaccano alla superficie dei mastociti. Questa prima volta non patirai una reazione, tuttavia sei stato sensibilizzato e pronto per avere una reazione in futuro.
La volta successiva che mangi una seconda volta quell’alimento, l’allergene in esso contenuto interagisce con le proteine immunitarie IgE e stimola i mastociti a rilasciare nel sangue una grande quantità di sostanze chimiche e vasoattive, come l’istamina.
A seconda del tessuto in cui si trovano, queste sostanze chimiche sono la causa dei diversi sintomi.
E poiché alcuni allergeni alimentari non vengono scomposti dal calore della cottura e/o dall’ acido cloridrico secreto dalla mucosa dello stomaco e/o dagli enzimi deputati alla digestione del cibo nei successivi tratti dell’intestino, possono entrare nel flusso sanguigno. Da lì, possono diffondere e causare reazioni patologiche in tutto l’organismo.
A questo punto il processo di digestione influenza i tempi e la localizzazione delle reazioni. Potresti sentire prurito in bocca. Successivamente potresti avere vomito, diarrea o coliche addominali.
Perls
Gli allergeni alimentari nel sangue possono causare un calo della pressione arteriosa.
Quando raggiungono la pelle, possono scatenare orticaria o lesioni a carattere eczematoso.
Nella localizzazione polmonare possono causare spasmo bronchiale e sibili alla respirazione. Questo corredo sintomatologico si svolge nel giro di pochi minuti o un'ora.
Le allergie alimentari non-mediate dalle IgE sono caratterizzate da una comparsa ritardata di segni e sintomi che possono manifestarsi nell'arco di ore o addirittura giorni dopo la loro ingestione.
Quali allergie alimentari sono più comuni?
Negli adulti sono: Arachidi, Frutta a guscio come le noci, gamberi di qualunque dimensione e provenienza, aragoste e granchi.
Per i bambini gli allergeni alimentari che più spesso causano problemi sono: Uova, Latte e Arachidi
Gli adulti di solito mantengono la suscettibilità allergica per tutta la loro vita mentre i bambini hanno maggiori probabilità di superare nel tempo l’allergia al latte, alle uova e alla soia piuttosto che alle arachidi, al pesce e ai gamberetti.
Gli alimenti a cui reagisci patologicamente sono il più delle volte quelli che mangi regolarmente. Non a caso in Giappone si riscontra maggiormente l'allergia al riso mentre in Scandinavia è diffusa l’allergia al merluzzo.
La reattività crociata e allergie
Quando hai una reazione allergica a un determinato alimento, il tuo medico molto probabilmente ti consiglierà di evitare anche i cibi simili.
Ad esempio, se reagisci ai gamberetti, probabilmente sei allergico anche ad altri crostacei come granchi, aragoste e gamberi. Questo fenomeno si definisce come “allergia crociata”.
Un altro esempio di reattività crociata è la “sindrome orale allergica”.
Questa patologia accade nelle persone che sono sensibili, ad esempio, al polline dell'ambrosia. Durante la stagione della pollinazione dell’ambrosia, allorché si mangiano i meloni, è possibile avvertire prurito, anche intenso, alla mucosa di tutto il cavo orale.
Allo stesso modo, le persone che soffrono di un’allergia al polline di betulla possono anche reagire alle bucce della mela.
Allergia alimentare indotta dall'esercizio fisico
E’ annoverata scientificamente un tipo di allergia alimentare che ha bisogno di qualcosa di più del semplice consumo dell'allergene per provocare una reazione.
Se soffri di un'allergia alimentare indotta dall'esercizio fisico, non avrai una reazione a meno che non fai qualcosa di fisicamente molto attivo.
Quando ad esempio durante l’esercizio la temperatura corporea fatalmente aumenta, inizierai ad accusare prurito diffuso, magari con vertigini e/o potresti avere orticaria o addirittura reazioni generali gravi.
In questi casi, fortunatamente, la cura è semplice: si tratta di non mangiare quel cibo per un paio d'ore prima dell'allenamento.
E se non si tratta di un’allergia alimentare?
Una diagnosi differenziale è il processo che consente di distinguere tra un’allergia alimentare, un’intolleranza alimentare e altre malattie con sintomatologia simile.
Per cui, quando vai dal medico e dici: "Penso di avere un'allergia alimentare", egli dovrà considerare una serie di altri fattori che potrebbero causare sintomi simili ed essere pertanto confusi per quelli di un’allergia alimentare.
Queste cause comprendono: la tossicità del cibo stesso come effetto dell'istamina, presenza di particolari additivi alimentari includendo i solfiti, glutammato monosodico e coloranti vari, intolleranza al lattosio ed al glutine, contaminazione degli alimenti da batteri e/o tossine varie.
Potrebbe trattarsi persino di “trigger” su base psicologica.
A volte la carne contaminata può simulare un'allergia alimentare quando determina un tipo di intossicazione alimentare.
L'istamina può raggiungere concentrazioni elevate con il formaggio, in alcuni vini e in alcuni tipi di pesce, in particolare tonno e sgombro, specie se non è stato adeguatamente refrigerato.
Quando si mangiano cibi ricchi di istamina, potrebbe trattarsi di una semplice tossicità all’istamina.
I solfiti sono sostanze chimiche prodotte naturalmente durante il processo di fermentazione del vino e/o vengono aggiunti ad altri alimenti per migliorarne la croccantezza o in quanto esercitano un effetto disinfettante.
Tuttavia, alte concentrazioni di solfiti possono creare problemi alle persone affette da asma bronchiale.
Altri cibi emettono un gas come l’anidride solforosa, che la persona inspira mentre mangia il cibo.
Ciò irrita le vie respiratorie e scatenare così una crisi d’asma. Ecco perché la Food and Drug Administration ha vietato i solfiti in qualità di conservanti spray per frutta e verdura fresca.
Il glutammato
Il glutammato monosodico (MSG) è per sua natura presente negli alimenti specie nei pomodori, formaggio e funghi.
Di solito viene aggiunto ad alcuni alimenti per aumentarne il sapore.
Se viene consumato in grandi quantità, può causare arrossamenti cutanei e vampate di calore, cefalea, senso di pressione sul viso, sensazione dolorosa al petto.
Il colorante giallo numero n° 5 può causare orticaria, anche se è raro.
L’intolleranza al lattosio , è l’intolleranza alimentare più comune, incide in almeno 1 persona su 10.
La “lattasi” è un enzima presente nella mucosa dell'intestino. La sua funzione è quella di scomporre la molecola del lattosio, un tipo di zucchero (simile al glucosio) presente nel latte e in altri prodotti lattiero-caseari.
Se non hai abbastanza lattasi, non riesci a digerire il lattosio.
I batteri, invece, si nutrono di lattosio creando gas. Il risultato è il gonfiore addominale, mal di stomaco e diarrea.
Il medico può misurare la risposta del tuo corpo al lattosio analizzando campioni di sangue.
L’intolleranza al glutine
L’intolleranza al glutine è una patologia diversa dalla celiachia.
La celiachia è causata da una risposta immunitaria anormale al glutine, ovvero ad una proteina presente nel grano e in alcuni altri cereali.
L’intolleranza al glutine riguarda il modo con il quale il sistema digestivo gestisce e processa il glutine. Queste due patologie sono diverse dalle allergie alimentari su base esclusivamente immunitaria.
Molte altre malattie condividono i propri sintomi con quelli delle allergie alimentari, comprese le lesioni a carattere ulcerativo dello stomaco e le neoplasie dell’apparato digerente.
Tutte queste patologie possono presentare vomito, diarrea o crampi addominali che peggiorano durante il pasto.
Alcune persone potrebbero avere un'intolleranza alimentare generate da una patologia psichica.
Un evento spiacevole, spesso avvenuto in età infantile, legato al consumo di un determinato alimento, può provocare un seguito di sensazioni patologiche allorché si mangia quel cibo successivamente, anche in un’età adulta.
La diagnosi delle allergie alimentari
Innanzitutto, il medico raccoglie l’anamnesi ponendo domande dettagliate e specifiche come:
La reazione si è verificata rapidamente, entro un'ora dal consumo del cibo?
Qualcun altro si è ammalato mangiando lo stesso cibo?
Quanto hai mangiato prima che iniziasse la reazione?
Come è stato preparato il cibo?
Quali condimenti sono stati utilizzati nella preparazione dei cibi in cucina ?
Hai mangiato qualcos'altro allo stesso tempo?
Hai assunto un antistaminico o hai fatto qualcos'altro? E ti è stato d'aiuto?
Questi disturbi succedono ogni volta che mangi quel cibo?
Questi elementi sono solo alcuni che possono aiutare il medico a capire cosa sta accadendo e consentono di eseguire una corretta diagnosi differenziale.
Alcune persone avranno una reazione allergica violenta solo al pesce crudo o poco cotto perché il calore distrugge certi allergeni ai quali sono sensibili. Oppure altri alimenti presenti nel pasto possono ritardare la digestione, quì la reazione allergica esordisce più tardivamente.
Il tuo medico potrebbe chiederti di tenere un diario alimentare ovvero un registro di ogni pasto e di qualsiasi reazione che tu abbia manifestato. Questo fornisce maggiori dettagli utili per l’inquadramento clinico.
Questa raccolta di dati anamnestici consentirà di scoprire che la gravità della tua reazione è correlata magari anche alla sola e severa quantità di cibo che hai mangiato.
Il passo terapeutico successivo potrebbe essere l’applicazione di una dieta di eliminazione, da eseguire sotto prescrizione medica.
In pratica, si inizia evitando di mangiare il cibo ritenuto sospetto, come le uova. Se i sintomi scompaiono, questo fatto diventa fortemente suggestivo di un'allergia. Quindi provi a mangiare di nuovo quel cibo per vedere se i sintomi ricompaiano nella stessa forma il che conferma la diagnosi.
Ma è controindicato fare una dieta di eliminazione se le tue reazioni sono gravi (perché in realtà potresti innescarle) o se non le hai spesso.
I Test per le allergie alimentari
Se il tuo medico ritiene probabile un'allergia alimentare specifica, potrebbe sottoporti a test specifici per verificare e misurare la tua risposta allergica.
Uno di questi è il test del graffio. Il medico o il tecnico mette una goccia di una soluzione preparata con il cibo sull'avambraccio o sulla schiena. Poi ti pungeranno la pelle con un ago passante attraverso la goccia e controlleranno la comparsa di eventuali aloni edematosi o arrossamenti cutanei.
I test cutanei sono rapidi, semplici e relativamente affidabili. Ma gli esperti non consigliano di fare una diagnosi basandosi solamente su tale test.
Il test cutaneo può mostrare un'allergia a un alimento senza che tu abbia reazioni allergiche quando mangi quel cibo (falso positivo).
Pertanto il tuo medico potrà diagnosticare un'allergia alimentare solo quando hai un test cutaneo positivo e un’immancabile storia di reazioni allo stesso cibo.
Ancora….
Il test cutaneo non può essere eseguito se si soffre di un grave eczema.
Inoltre, il medico può richiedere particolari esami del sangue come il RAST ed ELISA che misurano la quantità di IgE specifiche presenti nel sangue verso quei cibi.
Questi test sono più costosi ed i risultati richiedono più tempo per essere consegnati. Ancora una volta, un risultato positivo non significa necessariamente che tu abbia un'allergia alimentare.
Un test alimentare è un'altra tecnica diagnostica per confermare o escludere un'allergia. È fatto lì con il tuo medico. Mangi piccole porzioni di cibo ogni 15-30 minuti che contengono quantità crescenti del sospetto allergene fino a quando non hai una reazione o mangi una porzione pari a un pasto.
In un test eseguito "in doppio cieco", né tu né il tuo medico sapete se ciò che state mangiando contiene l'allergene. Questo tipo di test è in realtà più comune quando il medico ritiene che la tua reazione non provenga da un alimento specifico.
Il test può fornire prove per cercare altrove la vera causa della reazione.
Naturalmente, le persone che hanno avuto reazioni gravi non possono eseguire test alimentari ed è difficile testare e interpretare più di un'allergia alimentare contemporaneamente.
Alcune tecniche non possono identificare efficacemente le allergie alimentari. Questi includono:
Test di citotossicità. Un allergene alimentare viene aggiunto al campione di sangue. Un tecnico controlla quindi il campione al microscopio per vedere se i globuli bianchi nel sangue “muoiono”.
Test di provocazione per via sublinguale o sottocutanea . È simile a un test cutaneo, ma il campione di allergene alimentare passa sotto la lingua o viene iniettato nell’epidermide.
Test degli immunocomplessi .
Questo esame del sangue va alla ricerca di alcuni gruppi di determinati anticorpi legati all'allergene alimentare. Ma questi cluster normalmente si formano come parte della digestione del cibo e tutti, se testati con una misurazione sufficientemente sensibile, li hanno.
Terapia delle allergie alimentari
Il modo principale per affrontare le allergie alimentari è evitarle.
Nelle persone altamente allergiche, anche piccole quantità di allergene (fino a 1/44.000 di un nocciolo di arachidi) possono scatenare una reazione. Le persone meno sensibili potrebbero essere in grado di assumere piccole quantità di un alimento al quale sono allergiche.
Una volta identificato il cibo con l’allergene responsabile della sintomatologia, devi in primis smettere di mangiarlo. Ciò può comportare la norma di leggere per bene gli elenchi degli ingredienti lunghi e dettagliati facenti parte del menù in quanto molti alimenti che scatenano allergie si trovano in preparati nei quali non ti aspetteresti mai di trovarli.
Le arachidi, ad esempio, possono essere incluse come proteine e le uova sono in alcuni salse per insalata. Nei ristoranti, dovresti chiedere quali ingredienti sono contenuti in piatti specifici o in cucina.
Anche le persone molto attente possono commettere qualche errore, quindi se soffri di gravi allergie alimentari, devi essere pronto a trattare anche un'esposizione accidentale.
Se hai avuto reazioni anafilattiche a un alimento, dovresti indossare un braccialetto di sicurezza o una collana di allerta medica. E dovresti portare con te due autoiniettori di epinefrina ed essere pronto a usarli se pensi che stia iniziando una tale e pericolosa reazione anafilattica.
Sintomi lievi come formicolio in bocca e in gola o mal di stomaco potrebbero non essere il risultato di una reazione allergica, ma dovresti comunque farti un'iniezione. Non farà male e potrebbe salvarti la vita. Quindi chiama il 118 o fatti portare direttamente al pronto soccorso.
Genitori e tutori dovrebbero proteggere i bambini dagli alimenti scatenanti e sapere cosa fare se il bambino ne mangia uno. Le scuole dovrebbero disporre di piani per affrontare qualsiasi emergenza correlata.
Alcuni farmaci possono essere utili ad alleviare i sintomi dell’allergia alimentare che non fanno parte di una reazione anafilattica:
- Antistaminici per problemi digestivi, orticaria, starnuti e naso che cola
- Broncodilatatori per la stenosi respiratoria o sintomi simili all'asma
Ma questi farmaci non impediranno una reazione allergica se li prendi prima di mangiare il cibo.
Pillole e iniezioni allergiche vengono studiate come un modalità per desensibilizzare le persone agli allergeni alimentari.
Ottieni regolarmente piccole quantità di estratti alimentari per un lungo periodo di tempo per aiutare il tuo corpo a sviluppare una sorta di tolleranza.
I vaccini anti allergici funzionano?
La migliore ricerca medica non ha ancora dimostrato che i vaccini antiallergici funzionano per le allergie alimentari.
Nuovi studi alla ricerca di un’immunoterapia orale singola sono stati in grado di indurre la remissione dell’allergia alle arachidi in alcuni bambini piccoli.
Una ricerca del “National Institutes of Health” ha scoperto che somministrare l'immunoterapia orale alle arachidi a bambini di età compresa tra 1 e 3 anni che erano altamente allergici alle arachidi è stata in grado di desensibilizzare in modo sicuro la maggior parte di loro e ha indotto la remissione dell'allergia alle arachidi in un quinto di loro.
Allergie alimentari nei neonati e nei bambini
Le allergie al latte e alla soia sono particolarmente comuni nei neonati e nei bambini piccoli, probabilmente perché i loro sistemi immunitario e digestivo sono ancora in via di sviluppo.
Queste allergie possono comparire entro pochi giorni o mesi dalla nascita. Potrebbero non manifestarsi come orticaria e asma, ma piuttosto con coliche addominali e talvolta con sangue nelle feci oppure determinare un rallentamento della crescita.
I medici consigliano di allattare i bambini solo per i primi 4-6 mesi, se possibile, per molte ragioni, ma non ci sono prove che ciò prevenga del tutto le allergie alimentari più avanti nel corso della vita.
Mentre alcune donne incinte sperano che limitare la loro dieta durante la gravidanza o che l'allattamento al seno possa aiutare i loro figli a evitare allergie, gli esperti non sono d'accordo e non lo suggeriscono.
Problemi erroneamente collegati alle allergie alimentari
Anche se alcune persone pensano che alcune malattie possano essere causate da allergie alimentari, le prove scientifiche non supportano tali affermazioni.
L’istamina nel formaggio o nel vino rosso, ad esempio, può scatenare l’emicrania. Ma non possiamo dire che le allergie alimentari causino effettivamente l'emicrania.
Anche quando l’ambiente circostante è molto pulito, alcune persone lamentano disturbi generali come problemi di concentrazione, stanchezza o depressione.
Le malattie ambientali possono essere il risultato di piccole quantità di allergeni o tossine, ma non di allergie alimentari.
Un'allergia alimentare non influirà direttamente sul comportamento di un bambino, anche se i suoi sintomi potrebbero renderlo irritabile e difficile, e i farmaci per l'allergia possono provocare sonnolenza.
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L'Autore
Redazione
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