Desiderio, ansia e… Rocco Papaleo?

Sono ormai settimane che associo il volto di parte del mio istinto sessuale alla faccia di Rocco Papaleo.

Sì, inizio con un'affermazione forte, ruvida, forse difficile da digerire. Ma i film utili, servono proprio a questo: smuovere emozioni e pulsioni. E Follemente è in cima alla lista. Ancora una volta Paolo Genovese, ancora una volta un cast stellare, interamente italiano, riesce a farmi ridere e riflettere su una cosa molto semplice: il cinema è un gioco di prospettive, capace di offrire punti di vista inediti e sorprendenti.

Quando si parla di relazioni, sesso o anche solo di scene d'amore, ci si imbatte spesso in rappresentazioni che riducono il tutto a una concatenazione di pulsioni e desideri dettati dalle situazioni. Un sistema quasi meccanico del tutto influenzato dall'estetica pornografica.

Soprattutto perché viviamo in un’epoca in cui la scoperta della propria intimità avviene molto prima rispetto alle generazioni precedenti. Un'epoca in cui questa dimensione continua a restare centrale nella crescita personale e, a volte, a generare insicurezze nel rapporto con il desiderio dell’altr* e l'atto in sé.

Genovese, con un montaggio raffinato e una scrittura dei dialoghi davvero brillante, porta in scena uno dei primi appuntamenti di una coppia: Piero ed Elena, due ragazzi giovani, in quella terra di mezzo che va dai trenta ai quarant’anni, una fascia d’età di cui raramente il cinema parla. Piero interpretato da Edoardo Leo e Lara affidata alla talentuosa Pilar Fogliati, due volte vincitrice del Nastro d’Argento.

Ma Follemente racconta, soprattutto, le emozioni di questi due personaggi, le reazioni taciute, le esitazioni, le parole che si scelgono di dire per giocarsi tutto o di non dire per paura di non essere troppo coraggiosi. Un filo sottile su cui camminano otto alter ego: quattro di Lara e quattro di Piero.

Un po’ come nel film Pixar, Inside Out, le emozioni e la razionalità, portata in scena da Claudia Pandolfi e Marco Giallini, si scontrano in un vortice di opinioni mai giuste e mai sbagliate, dando voce a questo turbinio interiore, portandoci in un viaggio fatto di decisioni, esitazioni e conseguenze, alcune attese, altre del tutto inaspettate.

Un invito, in fondo, a buttarsi senza troppe corde da bungee jumping: perché sotto, a sorreggerci, c'è sempre una rete: le emozioni dell’altro. Certo, a volte può rompersi. Ma vale sempre la pena saltare.

E tornando alla mia provocazione iniziale, “il mio istinto sessuale ha la faccia di Papaleo”, in realtà ogni personaggio porta con sé un fondo di verità e racconta la dicotomia tra desiderio e razionalità. Emanuela Fanelli e Claudio Santamaria incarnano l’eros greco nella sua forma più pura, la passione carnale. Maria Chiara Giannetta e Rocco Papaleo, invece, rappresentano il peso che ci ancora a terra: nell’uomo un torpore da Valium, e sì, lo ripeto: con la faccia di Papaleo, nella donna un mix di ansia e noia.

Ma gli ultimi due alter ego sono quelli che dovrebbero vincere sempre, quelli che i tempi recenti spesso mi hanno fatto dubitare esistano ancora: il romanticismo, il sogno ad occhi aperti di una relazione che va oltre la semplice attrazione fisica. Qualcosa che renda il desiderio puramente sessuale una sottotrama di un’intesa intellettuale, un’onda capace di cullare solo i due protagonisti, destinata a infrangersi se condivisa con altri.

A dare voce a questo sentimento puro e profondo ci sono Vittoria Puccini e Maurizio Lastrico, interpreti di quel qualcosa di intrinseco in tutte le cose, di cui troppo spesso ci dimentichiamo.

Follemente è una bellissima commedia sull’amore, diretta da uno dei registi più amati del cinema italiano. Ancora per poco nelle sale: vi consiglio di non perdervelo!

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