La catastrofica guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza è entrata nel suo undicesimo mese, aggravando ulteriormente la già disperata situazione umanitaria della popolazione civile. Recentemente, è stato diagnosticato il primo caso di poliomielite negli ultimi venticinque anni, aggiungendo un ulteriore livello di crisi sanitaria.
Secondo quanto annunciato dalle Nazioni Unite, un bambino di dieci mesi non vaccinato – attualmente in condizioni stabili – ha contratto un poliovirus di tipo 2, sviluppando una paralisi a una gamba. Il poliovirus si diffonde per via orale-fecale in condizioni di scarsa igiene, specialmente attraverso l'acqua contaminata. Questo episodio ha allarmato molte organizzazioni internazionali, confermando il peggioramento delle condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza.
La massima autorità dell'OMS, Tedros Ghebreyesus, ha dichiarato di essere "gravemente preoccupato" per la situazione e ha intrapreso sforzi per pianificare una campagna di vaccinazione a settembre. Le Nazioni Unite hanno quindi proposto un cessate il fuoco umanitario di una settimana per evitare un'epidemia di poliomielite e permettere la vaccinazione di oltre 640mila bambini con età inferiore ai dieci anni. Come riportato dalla BBC, l'OMS ha approvato il rilascio di 1,6 milioni di dosi di vaccino, mentre l'UNICEF si sta occupando della logistica per il trasporto delle dosi in coordinamento con i medici dell'UNRWA, che dovrebbero somministrarle una volta consegnate. Di fatto, secondo quanto comunicato da UNICEF Palestina, sono state consegnate 1,2 milioni di dosi di vaccino antipolio di tipo 2 (nOPV).
Tuttavia, le operazioni di vaccinazione potrebbero incontrare gravi difficoltà logistiche e infrastrutturali, date le pessime condizioni in cui versano le infrastrutture medico-sanitarie; molti ospedali sono stati distrutti dai bombardamenti e le difficoltà di accesso a Gaza per portare soccorso umanitario sono notevoli. L'ONU ha sospeso le sue attività nella Striscia a seguito di un ordine di evacuazione israeliano su Deir el Balah. Nel frattempo, Emergency è riuscita, dopo mesi, a ottenere l'accesso a Gaza per offrire sostegno umanitario. Il capomissione Sozza ha dichiarato che circa 305 chilometri quadrati, ovvero quasi l'84% della Striscia di Gaza, sono stati posti sotto ordine di evacuazione, rendendo molto rischiose e difficoltose le missioni di soccorso.
Nel frattempo, il Ministero della Salute di Israele ha confermato, tramite un post su X, la consegna di 1,255,000 dosi di vaccino con il coordinamento dell'OMS e dell'UNICEF. Come riportato da Reuters e dichiarato da Izzat al-Rishq, membro del Politburo di Hamas, Hamas avrebbe accettato la richiesta delle NU di un cessate il fuoco di sette giorni per permettere le vaccinazioni. Inoltre, il COGAT (Coordinator of Government Activities in the Territories) ha annunciato, sempre tramite un post su X, che prevede di consegnare equipaggiamento logistico e igienico, insieme a due camion refrigerati. La campagna di vaccinazione dell'UNICEF e dell'OMS si svolgerà in coordinamento con l'IDF tramite il COGAT, nell'ambito di pause umanitarie di routine che permetteranno alla popolazione di raggiungere i centri medici per le vaccinazioni. Nello stesso post su X, il COGAT ha comunicato la consegna di attrezzature per la conservazione delle dosi e di 25,100 fiale di vaccino.
C'è un certo ottimismo da parte del Dr. Hamid Jafari, Responsabile Poliomielite per l'OMS nella regione del Mediterraneo Orientale, che ha parlato alla CNN di "segnali positivi da tutte le parti coinvolte", affermando che tutti sarebbero d'accordo sul da farsi, anche se restano alcuni dettagli cruciali da risolvere. Jafari ha sottolineato che un cessate il fuoco sarebbe l'unica soluzione per condurre in sicurezza la campagna di vaccinazione. La seconda priorità dell'OMS, insieme all'UNICEF, è creare una catena del freddo stabile e funzionante per permettere le operazioni, concentrandosi sulla disponibilità di gasolio e corrente elettrica, quasi assenti nell'area a causa dell'interruzione delle forniture energetiche e della chiusura della centrale elettrica decisa dalle autorità israeliane in ottobre. La protezione e lo stoccaggio delle fiale è di cruciale importanza per garantire il successo delle operazioni, tanto quanto un cessate il fuoco di almeno una settimana.
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L'Autore
Matteo Francescucci
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