La disinformazione sul vaccino di Astra Zeneca

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  Redazione
  19 May 2024
  5 minutes, 10 seconds

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, Specialista in Otorinolaringoiatria e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Il vaccino Oxford-AstraZeneca è stato un rimedio fondamentale della risposta alla feroce epidemia di COVID-19 che ha causato alcuni milioni di morti nel mondo e quasi duecentomila in Italia. Tuttavia, il 7 maggio 2024, la Commissione Europea ha annunciato che l’uso del vaccino non è più autorizzato alla pubblica distribuzione Questo annuncio dell’UE è stato preceduto da una richiesta di AstraZeneca del 27 marzo 2024 di revocare l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea.

Questo sviluppo è stato riportato dai vari media in quanto correlato principalmente ai noti “eventi avversi”, vale a dire un rischio molto basso di microcoaguli nel sangue. Tuttavia, è risultato molto più probabile che altri fattori abbiano guidato questa decisione.

Infatti, la prima dose somministrata al pubblico del vaccino AstraZeneca è stata praticata il 4 gennaio 2021. In quell’anno sono seguite circa 2,5 miliardi di dosi e secondo deduzioni epidemiologiche e profilattiche si stima che 6,3 milioni di vite siano state totalmente salvate.

Il vaccino contro il coronavirus

È stato un prodotto terapeutico chiave al culmine della virulenza epidemica.

Ciò include anche l’emergere della successiva variante “delta” in India, nella prima metà del 2021, dove, tra significativi problemi di approvvigionamento a livello globale, il vaccino AstraZeneca era uno dei pochissimi strumenti disponibili per la società durante la letale crisi umanitaria venutasi a creare in quei giorni.

Il vaccino anti COVID di AZ, così come quelli di Pfizer, Moderna, Novavax, è stato sottoposto a livelli adeguati di verifica sperimentale seguendo i rigidi criteri fissati e dettagliatamente esposti nei quattro criteri stabiliti dalle procedure “Evidence Based Medicine” (EBM).

Gli studi di fase 3 (in cui il vaccino viene testato su alcune migliaia di persone volontarie) hanno dimostrato che il prodotto AstraZeneca era (come gli altri) sicuro ed efficace. In questa forma è stato distribuito in molti paesi europei all'inizio del 2021, e successivamente nel resto del mondo.

Gli eventi avversi

I potenziali eventi avversi correlati ai coaguli di sangue non sono una novità: infatti sono stati segnalati pubblicamente già nel febbraio del 2021, come è stato correttamente comunicato dal governo del Regno Unito e dal locale ente regolatore dei farmaci (MHRA), i quali hanno poi pubblicato una dichiarazione formale sul loro utilizzo il 18 marzo 2021.

Tra innumerevoli speculazioni tendenziose e accertamenti di sorta, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno evidenziato come i benefici del vaccino superino di gran lunga ogni possibile rischio. Era lo stesso periodo durante il quale l’incidenza e morbilità sociali del COVID erano pericolosamente elevate e diventavano sempre più consistenti, con circa 4 milioni di nuovi casi confermati a livello globale ogni settimana dall'inizio dell'epidemia.

I coaguli di sangue

È scientificamente risaputo che il COVID in se stesso (indipendentemente dal vaccino) ha causato un aumento significativo dell’analogo rischio correlato di questi minuscoli coaguli di sangue, unitamente a qualche fenomeno anch’esso minuto di trombocitopenia (basso numero di piastrine).

Un’analisi dell’agosto 2021, eseguito su circa 30 milioni di persone vaccinate nel Regno Unito ha mostrato che i rischi di eventi trombocitopenici erano più elevati a seguito di un’infezione da COVID, rispetto ad altri vaccini correlati al COVID. Da quello studio, la “British Heart Foundation” comunica che per ogni 10 milioni di persone vaccinate con AstraZeneca, si sono avuti 66 casi con fenomeni di micro coagulazione ematica in territorio venoso e sette casi di un ancora più raro fenomeno di microtrombosi encefalica.

Per mettere questo dato in una prospettiva scientifica e procedurale sotto un profilo epidemiologico e comparativo, l’incidenza di tali coaguli ematici associati all’assunzione del vaccino sono molto inferiori rispetto a numerosi farmaci, tutti ampiamente prescritti e consumati nel mondo. Valgano, ad esempio, i numerosi eventi avversi legati all’assunzione della pillola contraccettiva combinata, ampiamente consumata nelle donne, che presenta sensibili rischi legati alla formazione di coaguli ematici pari a circa uno ogni 1.000.

Oppure tra le donne che assumono la terapia ormonale durante la fase della post menopausa, pari a circa una su 300 all'anno, rischiano di sviluppare lo stesso fenomeno di microtrombosi ematica.

Profilo pubblico scadente

Il vaccino AstraZeneca ha sofferto di uno scarso profilo nella divulgazione al pubblico, in gran parte basato su false informazioni e quindi immeritato. Nel gennaio 2021 ci sono state segnalazioni di basso lignaggio scientifico, nelle quali si affermava che il vaccino era efficace solo “ nell’8% negli anziani”. Questa affermazione è stata ampiamente propagandata. Solo molto dopo è risultato che tale cifra dell'8% si riferiva in realtà alla sola percentuale di persone di età superiore a 65 anni incluse nello studio e non alla valutazione urbi et orbi della misura e comparazione di efficacia.

La lobby antivaccinista (novax e loro sodali), approfittando della diffusa ignoranza su tale complesso argomento scientifico, ha avuto una giornata davvero campale nell’alimentare questa sorta di non meno dannosa “infodemia”, comprese altre false informazioni come sui collegamenti del tutto inventati tra il vaccino anti Covid e l’infertilità femminile. Oppure come per i coaguli di sangue, agitavano che l’infezione da COVID aumentava gravemente i rischi di infertilità, ma non esiste alcun legame scientificamente dimostrato tra l’infertilità e la somministrazione del vaccino.

Le conclusioni

Allora, per quali motivazioni AstraZeneca ha ritirato questo prodotto di alto profilo?

Il motivo principale è costituito dal fatto che il vaccino iniziale non è più attivo nei confronti delle varianti virali odierne. AstraZeneca ha dimostrato inequivocabilmente di essere un ottimo prodotto, ma le attuali versioni ad mRNA presentano livelli di efficacia e sicurezza migliori. Le preoccupazioni iniziali circa le difficoltà della speciale refrigerazione indispensabile per il trasporto e la conservazione dei vaccini Pfizer e Moderna sono state superate anche nei paesi a basso reddito. Poi, i vaccini a mRNA sono anche più facili da aggiornare di struttura ed efficacia allorché emergono nuove varianti virali. Per il prossimo autunno è attesa, anche da Astra Zeneca, la produzione di vaccini innovativi ad mRNA , attivi sulle attuali varianti virali.

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