Nel centenario della fine, una breve riflessione sull'Impero Ottomano

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  Redazione
  13 November 2022
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A cura del Dott. Pierpaolo Piras, membro del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Ankara. Il 1° novembre scorso è stato celebrato in Turchia il centesimo anniversario dalla conclusione storica dell’Impero Ottomano, accompagnata dalla propaganda agiografica di regime del Presidente attuale, Recep Erdogan. In quella data, veniva a mancare una delle ultime forme di ciò che gli imperi hanno storicamente rappresentato come impostazione di potere statale e di proiezione della politica statale sia all’interno sia a livello internazionale.

Valga l’esempio dell’impero tedesco, britannico, russo, francese, spagnolo e portoghese, solo per citare quelli europei. Sarebbero poi ancora più numerosi volendo citare anche quelli asiatici (es, il Giappone) e andando a ritroso nei secoli gli imperi dei persiani, greci e dell’epoca dell’antica Roma.

Il profilo storico e culturale

Qui vale la pena riassumere alcune caratteristiche tra quelle principali che riassumono la natura e la valenza stessa di questa storica entità statale che è stata determinante per lungo tempo per i destini politici dell’ampia regione medio-orientale e del continente europeo

Gli storiografi fanno nascere l’impero Ottomano nel 1299 con Osman, un ambizioso e potente guerriero capostipite della dinastia ottomana, che assunse il titolo di “sultano” ed il nome di Osman I.

L'abolizione dell’Impero ottomano venne sancito dalla “Grande Assemblea Nazionale Turca” (GANT) il 1º novembre 1922.

L’ 11-11-1922, nell’ambito della Conferenza internazionale di Losanna, la sovranità della GANT assunse piena potestà e riconoscimento giuridici anche a livello internazionale.

L'ultimo sultano, Mehmed VI, lasciò la capitale ottomana, Istanbul, il 17 novembre 1922. La posizione legale della GANT venne definitivamente consolidata con la firma del Trattato di Losanna il 24 luglio 1923.

Qual era la sua dimensione e quanto è durato?

L'impero ottomano è esistito per quasi 600 anni, dai primi anni del XIV secolo fino al 1922, all'indomani della Prima guerra mondiale.

Al suo esordio nella storia, era un piccolo principato delle provincie orientali della penisola anatolica (ora parte della Turchia).

Ciò che lo trasformò in una forza crescente e considerevole nella politica mondiale fu la graduale espansione nelle terre dell'impero bizantino ormai entrato in una fase di irrevocabile declino politico-militare. Questo processo di ingrandimento territoriale trovò il suo apice nel 1453 con la conquista di Costantinopoli, allora capitale dell'impero bizantino.

Nel XV secolo la città divenne un vivace centro commerciale e di innovazione architettonica. Seguì un periodo di costante espansione e l'impero si estese su parti del Medio Oriente lungo il Mar Rosso, tutta l'Africa settentrionale, i Balcani fino alle mura della città di Vienna.

Quanto potere aveva in politica internazionale?

L'impero ottomano arrivò all’apice della sua potenza nel XVI secolo sotto il dominio di Solimano il Magnifico, il sultano più illuminato e longevo dell'impero. Infatti, Solimano acquisì il soprannome di "magnifico" in occidente mentre all'interno dell'impero ottomano era conosciuto come "il legislatore".

Durante il suo regno, l'impero acquisì un nuovo e moderno (per quei tempi) codice legale e amministrativo e si giovò di un periodo di straordinaria rinascita culturale, alimentata dal continuo contributo multiculturale di elementi sia cristiani che islamici.

Varò una legislazione basata sulla tolleranza religiosa offrendo, per esempio, il transito in sicurezza agli ebrei sefarditi in fuga dalle persecuzioni in terra cristiana dalla penisola iberica (Spagna e Portogallo).

Non a caso, al principio del XVI secolo, l'impero ottomano aveva una delle più grandi comunità ebraiche del mondo.

Durante lo stesso secolo, quello del Rinascimento in Europa, gli ottomani diventarono rapidamente il più grande partner commerciale delle potenze politico-economiche dell’Europa occidentale

Qual è stato il suo effetto e il suo rapporto con l'Europa

Le mura della città di Vienna segnarono l'apice del potere imperiale ottomano (1529) ma anche l'inizio della sua lenta e graduale scomparsa prima militare e poi politico economica.

La sua organizzazione militare e la sua potenza attirarono la curiosità e stima esperta di teorici e leader politici.

Fondamentalmente, l'impero ottomano era a sua volta fortemente influenzato dalla cultura e progresso civile delle potenze europee fino a diventare, anche se parzialmente, un impero in gran parte europeo.

La sua estensione territoriale occupava quasi interamente la penisola balcanica, tutto il Nord-Africa con le regioni rivierasche del mar Rosso e le regioni dell’ Europa sud-orientale, le stesse che attualmente appartengono stabilmente all'Unione Europa.

Nonostante il suo potere fosse in diminuzione nel XVIII e XIX secolo, le popolazioni cristiane e musulmane nei Balcani e nel Mediterraneo orientale convivevano pacificamente l'una accanto all'altra senza alcuna manifestazione di intolleranza religiosa o sociale . Il clima di tolleranza era tale che alcuni ministri dell’impero sono stati di fede cristiana e persino ebraica.

Questo clima di comprensione multireligiosa e multiculturale inizia a degenerare intorno alla metà del XIX secolo per ragioni legate alla politica interna caratterizzata dalla forte centralizzazione del potere e dall’irrigidimento della gestione amministrativa delle popolazioni, molto diverse e lontane tra di loro.

Un secondo punto di svolta si ebbe con le numerose guerre balcaniche, per lo più combattute (e perse) contro l’Impero russo, in seguito alle quali l’impero di Istambul perse le sue prospere province dell’Europa sud-orientale.

I rapporti dell’Impero col mondo arabo

L'impero ottomano estese la sua portata geopolitica attraverso parti di quello che ora è conosciuto come il mondo arabo dal Cairo ad Algeri.

Per molto tempo, l’influsso politico ottomano in Medio Oriente è stato minimo.

In politica interna, le maggiori attenzioni del potere centrale andavano verso le maggiori e ricche piazze commerciali e verso le città sante dell’Islam, tutte contenute al suo interno e sedi di pellegrinaggi provenienti da tutto l’Islam.

Ciò consentiva di incrementare sia il senso di unità che la lealtà della società ottomana verso l'istituzione imperiale.

Alla conclusione della Prima guerra mondiale, disastrosa per Ankara, l’eredità storica ottomana iniziò a degenerare.

Andarono al potere le potenti forze politiche legate al nazionalismo arabo le quali unitamente alle dinamiche della propaganda di guerra, prevalsero nel panorama politico turco, specie dopo la cocente sconfitta dell’Impero. Queste stesse fomentarono movimenti rivoluzionari in tutto il mondo arabo tutt’intesi a rovesciare, ovunque possibile, lo stato ottomano.



La sua influenza sulla Turchia moderna

Il crollo militare delle forze armate greche avvenuta in Anatolia nel 1922 per azione dell’esercito nazionalista turco segnò anche la fondazione della Turchia moderna.

A capo dei nazionalisti compariva un nuovo leader, illuminato e carismatico, Kemal Ataturk, il quale, tra i primi atti politici sanciva la rottura pressoché totale con la eredità politica e per certi versi anche culturale con l’ormai passato impero ottomano.

La capitale dello stato viene spostata da Costantinopoli ad Ankara, al centro della penisola anatolica.

Vennero varate importanti riforme come l’abolizione del califfato (governo islamico esercitato da una monarchia assoluta), la modifica dell’alfabeto con il passaggio dalla scrittura a caratteri arabi all’utilizzo delle lettere latine.

Sono stati passaggi politici indubbiamente rivoluzionari, passanti sempre per un equilibrio talvolta instabile tra la tradizione mussulmana e la modernizzazione laica della società. Che ancora oggi sono in auge e caratterizzano animatamente il dibattito politico interno.

La Turchia oggi

Negli ultimi decenni con Recep Erdogan - plurieletto alla carica di Presidente dello Stato - l’assetto parlamentare turco è dominato dal movimento politico che sostiene il suddetto Presidente.

Da un punto di vista ideologico prevale un orientamento prevalentemente contrario alla cultura laica, identificato con quella occidentale ed europea, in passato prevalente con le riforme di Ataturk.

Si fa invece maggiore riferimento al passato storico dello stato ottomano.

Non mancano azioni di protesta diffuse anche da parte delle donne che in alcun modo accettano i ripetuti e intollerabili tentativi di limitarne la libertà sociale e persino quella personale.

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Redazione

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