Nuovo aumento del prezzo del gas in Europa

Rincari all'orizzonte per quanto riguarda il prezzo del gas metano

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  Elisa Modonutti
  14 February 2025
  2 minutes, 39 seconds

Negli anni passati, l'Europa ha potuto beneficiare di un approvvigionamento di gas relativamente stabile e a prezzi accessibili, grazie soprattutto alle forniture provenienti dalla Russia. Tuttavia, questa dipendenza ha reso il continente vulnerabile a eventuali interruzioni o cambiamenti nelle relazioni geopolitiche. La guerra in Ucraina ha rappresentato un punto di svolta, con la riduzione significativa dei flussi di gas russo verso l'Europa.

A ciò si sono aggiunti altri fattori, come la siccità storica che ha colpito l'Europa nell'estate 2022, riducendo la produzione di energia idroelettrica e aumentando la domanda di gas per compensare questa perdita. Infine, i timori di una recessione globale hanno spinto molti paesi a fare scorta di gas, facendo ulteriormente salire i prezzi.

L’ultima impennata dei prezzi del gas in Europa si sta verificando proprio in questo momento, con le quotazioni che hanno toccato i 55 euro al megawattora. Sono stati raggiunti livello di costo molto elevati, che non si registravano dall’ottobre 2023. Alla borsa di Amsterdam, la quotazione del metano è aumentata del 4,6%, arrivando a 58,3 euro.

Il costo del gas naturale tende sempre ad essere maggiore durante i periodi invernali, quando, complice il freddo, l’utilizzo dei riscaldamenti è maggiore, così come è minore la produzione elettrica dall'eolico, sostituita con quella dal gas. Quest’anno, tuttavia, determinante per l’ultimo aumento del prezzo del gas è stata la fine dell’approvvigionamento delle forniture di gas russo attraverso i gasdotti ucraini, chiusi ad inizio anno.

La carenza di gas e i costi elevati stanno costringendo i paesi europei a fare affidamento sulle riserve di gas stoccato durante i mesi estivi per soddisfare la domanda invernale. L'8 febbraio, i livelli di stoccaggio del gas in Europa sono scesi sotto la soglia del 50%, attestandosi al 49,02%, equivalenti a 562 terawattora, secondo i dati forniti dalla piattaforma Gie-agsi.

Questo dato è allarmante se confrontato con la situazione dello scorso anno: il 21 febbraio 2024, le scorte dell'Unione Europea si attestavano al 64,7%, per un totale di 737 terawattora. L'Italia, sebbene si trovi in una condizione leggermente migliore rispetto alla media europea, con un livello di stoccaggio del 59,85%, non è immune da questa tendenza. La Germania, ad esempio, sta affrontando una situazione critica con riserve di gas al 49,22%.

La Commissione Europea sta preparando un piano per affrontare questa crisi, con un focus particolare sulla stabilizzazione dei prezzi dell'energia. La presentazione è prevista per il 26 febbraio e si spera che il piano possa portare a prezzi più sostenibili per i cittadini.

Tuttavia, è probabile che l'aumento del prezzo del gas rimarrà una sfida per qualche tempo, con impatti significativi su famiglie e imprese. Azioni future dovranno essere concentrate verso una transizione ad un'economia green a basse emissioni di carbonio e di energie rinnovabili, non limitate, che richiederà investimenti importanti e cambiamenti strutturali, ma che rappresenterà un passo fondamentale per garantire la sicurezza energetica e la sostenibilità ambientale del continente.

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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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