Un Nuovo Codice Contro l’Odio Online

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  Tabatha Ferrari
  29 January 2025
  2 minutes, 38 seconds

Il 20 gennaio 2025 rappresenta un avanzamento per la lotta contro l’odio online: la Commissione Europea e il Comitato Europeo per i Servizi Digitali hanno accolto l'integrazione del nuovo “Codice di Condotta+” nel quadro della legge sui servizi digitali (DSA). Questa iniziativa rappresenta un aggiornamento del codice di condotta del 2016, rafforzando le misure volte a prevenire la diffusione di contenuti illegali sulle piattaforme digitali.

Il cuore del Codice +

Il Codice+ pone al centro della sua azione una maggiore trasparenza e una collaborazione strutturata tra piattaforme digitali e “segnalatori di monitoraggio”, enti senza scopo di lucro incaricati di verificare il trattamento delle notifiche di incitamento all’odio. Le piattaforme firmatarie sono chiamate a riesaminare almeno i due terzi delle segnalazioni entro 24 ore, assicurando risposte tempestive ed efficaci. Inoltre, dovranno fornire dati dettagliati sugli esiti delle misure adottate, distinguendo i tipi di incitamento all’odio in base a fattori come razza, etnia, religione, identità di genere o orientamento sessuale. Un’altra novità significativa è l’introduzione di meccanismi per gestire i cosiddetti “Casi Controversi” e la possibilità per i firmatari di opporsi alla designazione di segnalatori, superando così una delle principali lacune del codice del 2016.

Un’adozione volontaria, ma con pressioni implicite

Nonostante l’integrazione del Codice+ nel DSA, la sua adesione resta formalmente volontaria. Tuttavia, la normativa già esistente del DSA lascia intendere che un rifiuto immotivato di partecipare potrebbe essere preso in considerazione nell’eventuale valutazione di una violazione della normativa. Questa ambiguità solleva interrogativi sull'effettiva “volontarietà” del Codice+ e sulle implicazioni per le piattaforme che scelgono di non aderire. Inoltre, alcuni esperti hanno evidenziato una sovrapposizione tra il Codice+ e gli obblighi già previsti dal DSA, in particolare in materia di trasparenza, poiché le informazioni richieste dal Codice contro i discorsi d’odio coincidono con quelle già previste dagli obblighi di trasparenza del DSA. Tuttavia, il Codice+ introduce elementi innovativi, come una cooperazione più strutturata con esperti e società civile per monitorare le nuove strategie di incitamento all’odio e prevenire la viralità di contenuti dannosi. Di conseguenza, l’efficacia delle misure proposte dipenderà dalla reale volontà delle piattaforme di impegnarsi in azioni concrete, oltre che dalla capacità dei segnalatori di monitorare adeguatamente le attività online.

Conclusione

Il Codice di Condotta+ rappresenta un passo importante verso una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme digitali, ma il suo successo dipenderà dalla sua applicazione concreta e dalla capacità di superare le ambiguità normative che ne minano la forza. La lotta contro l’incitamento all’odio online richiede strumenti flessibili ma vincolanti, in grado di adattarsi rapidamente alle nuove sfide di un mondo digitale in continua evoluzione. Per le piattaforme, aderire al Codice+ potrebbe non essere solo un gesto di buona volontà, ma una necessità per dimostrare il loro impegno verso una rete più sicura e inclusiva.

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L'Autore

Tabatha Ferrari

AUTRICE - ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

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DSA Digital Services Act digitalizzazione UnioneEuropea