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L’opinione pubblica russa sulla guerra in Ucraina

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  Matteo Gabutti
  01 August 2022
  10 minutes, 14 seconds

All’alba del sesto mese dell’“operazione militare speciale”, il conflitto russo-ucraino continua a circondarsi di domande. Tra queste vi è certamente l’incognita dell’opinione pubblica russa sulla guerra. Se è infatti necessario delineare le responsabilità individuali dei leader dei Paesi coinvolti, abbracciare una narrazione di popoli inermi, soggiogati ai capricci di dittatori bellicosi, è quanto meno miope.

Tracciare con precisione il sentore pubblico russo sulle principali vicende politiche del Paese, tuttavia, appare un’impresa ardua ma non impossibile. Le (poche) espressioni d’opinione, infatti, vanno inserite nel contesto della Federazione, che di certo non brilla quanto a libertà d’espressione, d’informazione e, più in generale, di partecipazione politica autentica e diffusa.

In questo articolo, pertanto, riassumeremo i tratti più distintivi di tale contesto; cercheremo di individuare le principali tendenze riguardo alla spinosa questione di che cosa pensino effettivamente i cittadini russi dell’attuale conflitto contro l’Ucraina.



Il quadro generale

Punto di riferimento essenziale per orientarsi è il dataset fornito dall’autorevole Varieties of Democracy (V-Dem) Research Project. I grafici descrivono una situazione piuttosto demoralizzante per il Paese, con tendenze negative per quasi ogni indicatore relativo alla partecipazione politica a partire dal 2000. In particolare, discese più vertiginose si possono osservare intorno alle rielezioni di Putin alla presidenza nel 2012. Tra i più significativi vi sono l’Indice della libertà di espressione e fonti alternative d’informazioni (Figura 1), quello misurante la repressione di organizzazioni della società civile (OSC) (Figura 2) e quello relativo alla censura dei social media da parte del governo (Figura 3).

Figura 1: Indice della libertà di espressione e fonti alternative di informazioni

Quanto il governo rispetta la libertà di stampa e dei media, la libertà di persone ordinarie di discutere di argomenti politici privatamente e pubblicamente, così come la libertà di espressione accademica e culturale? Da un minimo di 0 a un massimo di 1.

Figura 2: Repressione di OSC

Il governo tenta di reprimere le OSC? Da 0 (duramente) a 4 (no).

Figura 3: Censura dei social media da parte del governo in pratica

Fino a che punto il governo censura contenuti politici sui social media in pratica? Da 0 (il governo blocca ogni piattaforma di social media) a 4 (il governo non censura contenuti politici sui social media).

Tali dati trovano poi conferma nel report 2022 di Freedom House sulla Russia, in cui si evidenzia come Putin, leader de facto del Paese dal 1999, rimarrà probabilmente in carica fino al 2036 grazie a un emendamento costituzionale del 2020. D’altro canto, oppositori e attivisti politici vengono frequentemente esclusi attraverso procedimenti penali pretenziosi, ostacoli amministrativi o peggio, come nel caso dell’avvelenamento di Aleksey Navalny.

Inoltre, il report denuncia come la polizia fronteggi spesso con violenza spropositata manifestazioni non autorizzate. Recentemente, per di più, il Cremlino ha ristretto il proprio controllo sui mass media, e ora controlla l’intero sistema televisivo nazionale. Infine, il governo ha adoperato nuovi strumenti legislativi molto efficaci per silenziare qualunque voce dissonante tra ONG, associazioni pubbliche, organi di stampa e attivisti. Tra tali strumenti figurano leggi del 2021 che facilitano l’apertura di procedimenti penali per presunta affiliazione con organizzazioni “indesiderate” o “estremiste”, oppure la cosiddetta foreing agent law, potenziata nel 2019, ritenuta in violazione del diritto di espressione e associazione dalla Corte Europea per i Diritti Umani.

In aggiunta o in conseguenza, la popolazione russa appare refrattaria al coinvolgimento politico. In tal senso, i dati di V-Dem sull’Indice di partecipazione della società civile sono impietosi (Figura 4). Più generalmente, stando a un sondaggio condotto nel 2019 da Statista, la maggioranza dei cittadini russi prova indifferenza o repulsione nei confronti della vita politica del Paese.

Figura 4: Indice di partecipazione della società civile

Le principali OSC sono abitualmente consultate dai decisori politici? Quanto è ampio il coinvolgimento delle persone nelle OSC? Alle donne è impedito partecipare? La nomina per i candidati alle legislative all’interno di un partito è fortemente decentralizzata o fatta attraverso delle primarie del partito? Da un minimo di 0 a un massimo di 1.



Operazione militare speciale

Rebus sic stantibus: non sorprende che la vulgata sull’operazione segua essenzialmente la narrativa imposta dal Cremlino. Ad esempio, stando al progetto per i diritti umani OVD-Info, dall’inizio del conflitto almeno 253 fonti indipendenti d’informazioni sono state bloccate, 26 hanno interrotto i propri servizi e altre 12 si sono rifiutate di parlare dell’evento. Inoltre, l’organizzazione riporta almeno 16'403 carcerazioni preventive per posizioni antiguerra nello stesso periodo.

I sondaggi sul conflitto dovranno dunque essere considerati prudentemente, e tuttavia rappresentano una cartina tornasole difficilmente ignorabile. Secondo una delle principali organizzazioni di ricerca indipendenti russe, il Levada Center, il supporto pubblico per le azioni delle forze armate in Ucraina rimane considerevole, specialmente tra i più anziani. Tuttavia, la percentuale di chi non sostiene tali azioni pare crescere costantemente, toccando il 20% degli intervistati a giugno. Una possibile spiegazione consisterebbe nel manifestarsi dei costi dell’operazione, che si sta protraendo decisamente più a lungo della Blitzkrieg che Putin aveva presumibilmente in mente a febbraio.

Ciononostante, il numero dei cittadini che si prestano a tali sondaggi rimane risicato, essenzialmente a causa del timore di ripercussioni da parte del governo. Pertanto, conscio che “i sondaggi non mostrano ciò che le persone pensano, ma ciò che sono pronte a dire”, il direttore del Levada Center Denis Volkov interpreta il supporto menzionato come una forma di tolleranza piuttosto che di un entusiasmo appassionato.

Da un lato, infatti, l’indice di gradimento di Putin si è impennato dall’inizio dell’anno, così come la percentuale di russi con un’opinione negativa della NATO. In tal senso, molti cittadini sembrano disposti ad abbracciare una Weltanschauung ereditata dall’epoca sovietica e rafforzata sotto il regime putiniano, ovvero quella che pone Russia e Occidente come due schieramenti ostili, in una prospettiva di noi contro di loro. Dall’altro lato, tuttavia, la risposta fredda e sostanzialmente disinteressata della popolazione russa all’operazione si inserisce nel solco di una partecipazione politica decisamente poco sentita. Nelle parole del filosofo e sociologo Greg Yudin, “le persone sono abituate a non ficcare il naso nella politica”.

Il risultato di queste due tendenze antitetiche sarebbe perciò una sorta di passiva accettazione. Quest’ultima, tuttavia, potrebbe facilmente deteriorare in un disimpegno e un’alienazione politica quasi totali, e dunque in una preoccupante mancanza di senso di responsabilità. L’estrema conseguenza di un simile atteggiamento, mette in guardia Yudin: “Lo Stato può fare assolutamente qualsiasi cosa e le persone penseranno che ciò non abbia a che fare in alcun modo con loro”.



Fonti consultate per il presente articolo

Democracy & Human Rights Working Group, ‘Democracy, Human Rights and Rule of Law in Russia: Making the Case’ (McCain Institute10 March 2021) <https://www.mccaininstitute.org/resources/reports/democracy-human-rights-and-rule-of-law-in-russia-making-the-case/> accessed 11 July 2022

Deutshce Welle, ‘What Is Russia’s Foreign Agent Law?’ (DW.COM3 February 2022) <https://www.dw.com/en/what-is-russias-foreign-agent-law/a-60652752> accessed 16 July 2022

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Wilson Center, ‘Political Rights and Democracy in Russia: The Challenge of Putting Ideals into Practice’ (www.wilsoncenter.org17 June 2002) <https://www.wilsoncenter.org/event/political-rights-and-democracy-russia-the-challenge-putting-ideals-practice> accessed 17 July 2022

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Ecodefence and Others v Russia (European Court of Human Rights)

The Constitution of the Russian Federation with amendments approved by all-Russian vote on 1 July 2020 1993

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L'Autore

Matteo Gabutti

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Matteo Gabutti è uno studente classe 2000 originario della provincia di Torino. Nel capoluogo piemontese ha frequentato il Liceo classico Massimo D'Azeglio, per poi conseguire anche il diploma di scuola superiore statunitense presso la prestigiosa Phillips Academy di Andover (Massachusetts). Dopo aver conseguito la laurea in International Relations and Diplomatic Affairs presso l'Università di Bologna, al momento sta conseguendo il master in International Governance and Diplomacy offerto alla Paris School of International Affairs di SciencesPo. All'interno di Mondo Internazionale ricopre il ruolo di autore per l'area tematica Legge e Società, oltre a contribuire frequentemente alla stesura di articoli per il periodico geopolitico Kosmos.

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Matteo Gabutti is a graduate student born in 2000 in the province of Turin. In the Piedmont capital he has attended Liceo Massimo D'Azeglio, a secondary school specializing in classical studies, after which he also graduated from Phillips Academy Andover (MA), one of the most prestigious preparatory schools in the U.S. After his bachelor's in International Relations and Diplomatic Affairs at the University of Bologna, he is currently pursuing a master's in International Governance and Diplomacy at SciencesPo's Paris School of International Affairs. He works with Mondo Internazionale as an author for the thematic area of Law and Society, and he is a frequent contributor for the geopolitical journal Kosmos.

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