Dietro le dimissioni di Liz Truss e i tumulti economici del Regno Unito

Dalla presentazione delle manovre economiche alle dimissioni di Liz Truss

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  Elisa Modonutti
  31 ottobre 2022
  4 minuti, 12 secondi

Dopo soli quarantaquattro giorni di servizio, di cui dieci trascorsi in lutto per la morte di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, la Prima ministra Britannica Liz Truss ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico, diventando il capo dell’esecutivo più breve della storia della politica inglese.

La Prima ministra ha infatti annunciato le proprie dimissioni con una conferenza stampa in diretta da Downing Street nella mattina del 20 ottobre 2020, dopo che già da alcuni giorni si era percepita nell’aria un’importante crisi di Governo.

Nella dichiarazione alla stampa dell’ormai ex Premier britannica emergono chiaramente le motivazioni di carattere economico che l’hanno portata a lasciare l’incarico. Truss, infatti, in linea con la direttiva del partito conservatore di cui fa parte, si era fatta portavoce di un’ambiziosa riforma economica in un periodo nel quale però l’economia britannica sta attraversando una profonda crisi.

Secondo le dichiarazioni fornite sull’uscio del 10 di Downing Street, Truss avrebbe voluto “stabilire una visione per un basso profilo di tassazione e una crescita importante dell’economia che avrebbe tratto vantaggio dalle libertà della Brexit”, condizioni tuttavia irrealizzabili nel clima di crisi economica-sociale in cui sta tergiversando il Regno Unito e che hanno portato l’ex Premier ad annunciare al neo-proclamato re Carlo III le proprie dimissioni.

Dietro le dimissioni: la crisi economica del Regno Unito e la proposta di taglio tasse

Secondo quanto riportato dall’Ita, l’Italian Trade Agency, “l'economia del Regno Unito sta precipitando in una recessione più profonda della crisi finanziaria del 2008-09, con disoccupazione in aumento e finanze pubbliche in rosso a causa della pandemia di Coronavirus”.

Con un’inflazione crescente, un Pil in calo e un aumento del debito pubblico, le manovre promosse dall’ex premier britannica, che avrebbero portato secondo la sua visione ad un miglioramento delle condizioni generali del Paese, sarebbero state irrealizzabili.

Infatti, la presentazione del nuovo piano di tassazione che avrebbe ridotto le imposte ai ricchi, aumentando però il debito pubblico, ha fatto crollare in borsa il valore della sterlina e ha fatto salire i rendimenti dei titoli di stato a livelli record, facendo si che gli investitori, a causa del rischio dato dal titolo, abbiano iniziato a chiedere un tasso di interesse elevato.

Oltre a ciò, la presentazione del piano ha avuto un impatto negativo sui prestiti pubblici e sui fondi pensione delle persone. L'aumento dei tassi di interesse ha, infatti, costretto ad aumentare le rate dei mutui e gli istituti di credito si sono affrettati a ritirare i loro prodotti dal mercato, deludendo le speranze dei potenziali proprietari di case quasi dall'oggi al domani.

Nonostante il piano di emergenza avviato dalla Banca d’Inghilterra per rassicurare gli investitori e per contenere il crollo del valore della sterlina e il ritiro da parte dell’esecutivo del nuovo piano di tassazione, la crisi di governo è giunta dirompente nell’aria. Il 14 ottobre il ministro delle finanze Kwasi Kwarteng, l’alleato più stretto del Governo Truss, si è dimesso, aprendo de facto la crisi nell’esecutivo, crisi continuata il 19 ottobre con le dimissioni della ministra dell’Interno, Suella Braverman, e conclusasi proprio con la rinuncia al posto di Premier della Truss.

La caduta del governo e le sue conseguenze economiche

Con la caduta del governo Truss, emerge in modo chiaro la grave crisi economica che sta attraversando il Regno Unito. Nonostante un debole aumento del valore della sterlina (1%) a 1.13$, verificatosi successivamente le dimissioni della Prima ministra, gli alti costi dell’energia elettrica e l’incertezza politica stanno trascinando il Paese verso quella che gli esperti definiscono una grave recessione.

L'inflazione annuale ha infatti superato il 10%, con un aumento dei prezzi dei generi alimentari, a cui però non sono seguiti aumenti salariali, che hanno quindi portato ad un aumento del costo della vita e a disordini sindacali.

Con la caduta del governo, inoltre, la situazione economica è ulteriormente peggiorata vi è stato infatti un rialzo dei tassi fissi dei mutui, che ha fatto si che molti acquirenti si siano visti rifiutare le proprie proposte di mutuo per gli acquisti.

Tra le varie conseguenze dell’incertezza economica e politica in cui è precipitato il Regno Unito, da non dimenticare, infine, il fatto che l’economia britannica dipende molto anche dagli investitori internazionali, e, dal momento in cui il Regno Unito viene visto come poco appetibile dal punto di vista economico e politico, potrebbero emergere gravi danni economici per la crescita del Paese nel lungo periodo.

Sono quindi necessarie urgenti misure di contenimento della crisi economica e una rapida soluzione al limbo politico in cui è precipitato il Paese, per far si che il Regno Unito si riprenda dalla grave recessione in cui è caduto.

Fonti consultate per il presente articolo:

https://edition.cnn.com/2022/10/20/uk/liz-truss-resigns-analysis-intl-gbr-cmd/index.html

https://www.cnbc.com/2022/10/20/uk-prime-minister-liz-truss-resigns-after-failed-budget-and-market-turmoil.html

https://www.ice.it/it/mercati/regno-unito/gli-esperti-la-gran-bretagna-si-dirige-verso-una-profonda-recessione

https://www.money.it/dimissioni-liz-truss-regno-unito-successore-elezioni

https://www.ilpost.it/2022/10/12/crisi-sterlina-regno-unito/

https://www.ft.com/content/77a03e89-13c5-4d05-ad71-72a18bd05d7c

https://www.nytimes.com/2022/10/21/business/uk-economy-liz-truss.html

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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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Europa Società

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Liz Truss Regno Unito Dimissioni Recessione economica inglese