Finali NBA 2023: Una sfida epica tra nuove forze emergenti

Sicuramente i due volti delle finali saranno Nikola Jokic e Jimmy Butler ma gli altri giocatori coinvolti non hanno nulla da invidiare, sarà una serie davvero mozzafiato

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  Jacopo Cantoni
  31 maggio 2023
  4 minuti, 23 secondi

Quasi due mesi fa, con il taccuino e la penna tra i denti mi stupivo, e spero sia successo anche voi, durante la visione di uno dei film che più mi ha colpito negli ultimi mesi. Un film che, come detto nell’articolo che scrissi allora, mi impressionò anche sapendo il suo finale. Air, la storia del grande salto.

Gli psicologi che studiano l’interazione tra cervello e vista dicono che alla fruizione di un prodotto audiovisivo corrispondono delle particolari risposte che il nostro cervello elabora facendoci provare ansia, stupore, paura e ogni altra sorta di emozione che lo schermo, e quindi l’occhio, sviluppa in noi. Questo processo avviene in base al nostro stato d’animo, alla nostra condizione fisica e ogni altro fattore che influisca su di noi come persone.

Bene, questo è il motivo per cui quando ci sediamo sul divano con cioccolata calda e coperta, con pop corn e coca, da soli o insieme a qualcuno tendiamo subito a pensare film che sono a noi familiari e di cui ci è familiare il finale. Non c’è il bisogno di scervellarsi su quello che accadrà ma dobbiamo solo ripetere, emozionandoci, battute che ormai conosciamo a memoria.

Air ha raccontato di come un apparente scommessa possa aver fatto diventare Jordan e il suo marchio un fattore di culto mondiale. Una scommessa a cui nessuno avrebbe dato più di quello che “spettava ad una stella” ma che ogni singolo spettatore del film, conscio dell’epilogo, ha comunque vissuto come se fosse seduto su dei chiodi e come se di quel finale non conoscesse nulla; ed è proprio Jordan che mi serve per cominciare questo nuovo articolo.

La sua grinta, il suo acutissimo trash talking, la capacità di rispondere a quello degli altri sul campo, con il gioco solista e corale che hanno contraddistinto gli Heat di quest’anno…

No, era Bulls, o forse non era Jordan ma era Jimmy Butler. Si, ho sbagliato tutto. Gara 3 delle finali di conference 2023, ad una spanna di distanza il trash talking di Boston risuona nella testa di un Butler e della sua squadra sotto di 9. Un tale avrebbe detto “It’s not finished”, in quei pochi minuti dalla fine della partita 24 - 9 di parziale riporta la squadra della Florida in testa che oltre a vincere gara 3 porta la serie sul 3 a 0. 3 a 0 contro una Boston monumentale e fino a quel momento compatta e performante, in grado di battere Philadelphia in 7 gare.

Gli Heat sono la seconda squadra nella storia della NBA ad approdare alle Finals partendo da ottavi nel tabellone playoff mentre la prima, data la sua recente introduzione, ad essere arrivata lì nell’era dei play-in.

Ad Ovest invece la folle cavalcata della 41esima scelta 2014 e dei suoi mitici compagni che non solo eliminano i Phoenix di Durant, Paul e Booker ma costringono LeBron James, che non molto tempo fa ha infranto il record di punti, a gettare la spugna, a pensare l’anno sabbatico o addirittura il ritiro.

Denver che fino a questo storico risultato di franchigia non ci era mai arrivato, neanche lontanamente. La visione di gioco di Jokic è riuscita a sopraffare anche AD, da sempre un giocatore in grado di contenere e talvolta sottomettere i migliori avversari, una tecnica di passaggio degna di un playmaker e una raffica di triple doppie sopra le righe; non si parla di 10/10/10 ma di 30/15/17, numeri che parlano da soli.

Sembra che all’ombra di questo omone di Sombor non ci sia nessuno a sostenerlo, allora cosa ci fa lì Jamal Murray? E Aaron Gordon? Porter Jr? Non credo che qualcuno abbia bisogno che io continui a nominare chi quei passaggi li riceve, chi i palloni degli extra possessi li guadagni e chi con il coltello fra i denti ogni volta, quest’anno, è riuscito a superare squadre che tutti pensavo le “favorite” o per lo meno sulla carta lo erano.

Bisogna sempre tenere ben presente che le squadre più forti sono quelle che si possono definire Squadre, la scelta di tante franchigie di continuare ad aggiungere stelle ai propri roster non ha quasi mai portato i suoi frutti, Brooklyn, Lakers, Houston, Phila ne hanno provato lo scotto sulla propria pelle.

Da tifoso di Dallas sono molto deluso della scelta presa a fine stagione da Cuban e Kidd, ma una finale così sta scrivendo la storia. Dopo anni non ci sono la squadra di LeBron, Cavaliers, Heat o Lakers che sia, o gli Splash Brothers, di Curry, Thompson e Green. Ci sono dei “Novellini”, ovviamente delle finals, che tenteranno con il cuore, il cervello e il coltello fra i denti di mettersi un anello sul dito e fumarsi il sigaro della vittoria.

Sarà una serie davvero fantastica.


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L'Autore

Jacopo Cantoni

Laureato in Cinema presso l'Alma mater Studiorum di Bologna, mi cimento nella scrittura di articoli inerenti a questo bellissimo campo, la Settima Arte. Attualmente frequento il corso Methods and Topics in Arts Management offerto dall'università Cattolica del Sacro Cuore.

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