Framing The World, Edizione CXVII

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  Redazione
  23 ottobre 2023
  20 minuti, 20 secondi

Nel nuovo numero di Framing torniamo a soffermarci sulla questione israelo-palestinese, con gli aggiornamenti del rapporto dei primi con gli USA, e la posizione del Parlamento Europeo. Sempre in Europa, si torna sul tema dell’allargamento, con la posizione avversa dell’Austria all’ingresso di Romania e Bulgaria nell’area Shengen. In tema di elezioni, si parlerà del voto Schengen Polonia ed in Ecuador.

Tutto questo e molto altro nel 117° numero di Framing the World!



DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE




DIRITTI UMANI

Australia, bocciato referendum costituzionale. Il 14 ottobre, un referendum storico in Australia ha visto il rifiuto di una riforma costituzionale che avrebbe segnato il primo cambiamento significativo alla costituzione del Paese in quasi 50 anni. La riforma proposta mirava a istituire la “Aboriginal and Torres Strait Islander Voice", un organo un organo rappresentativo di tipo consultivo al fine di tutelare gli interessi delle popolazioni aborigene a livello nazionale. Quando aveva annunciato il progetto di indire un referendum, il Primo Ministro Anthony Albanese aveva sottolineato che questa avrebbe migliorato le condizioni di vita degli australiani indigeni e avrebbe fornito un “riconoscimento alla cultura continua più antica del mondo”. Tuttavia, l'emendamento costituzionale è stato respinto su scala nazionale e in tutti gli Stati, con i critici che hanno sostenuto che le popolazioni indigene sono già rappresentate in modo adeguato in parlamento.

(Lorenzo Franceschetti)

Francia, condanna di Amnesty contro il diritto di protesta. Dopo l'appello del Ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin per il divieto di tutte le manifestazioni in favore dei palestinesi, Amnesty International Francia ha risposto con una dichiarazione dura. Il presidente dell'organizzazione, Jean-Claude Samouiller, ha sottolineato che tale divieto costituisce un grave attacco al diritto di protesta. Samouiller ha sottolineato l'importanza di considerare il contesto, riferendosi alle violenze in corso tra Israele e Palestina. Tuttavia, ha sottolineato che il diritto di manifestare pacificamente è sacrosanto e che un divieto dovrebbe essere l'ultima opzione. Amnesty International Francia ha ribadito che, in base al diritto internazionale, un divieto può essere giustificato solo se esiste una minaccia specifica e se non sono disponibili misure meno restrittive per garantire l'ordine pubblico.

(Sofia Ena)

India, la Corte Suprema rifiuta di legalizzare il matrimonio per persone dello stesso sesso. Il 17 Ottobre, la Corte Suprema dell'India ha respinto la legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso, ma ha accettato l'offerta del governo, proposta dall’Avvocato Generale Tushar Mehta, di istituire un comitato, guidato dal più alto burocrate del Paese, per valutare la possibilità di concedere alle coppie omosessuali i diritti e i privilegi disponibili per le coppie eterosessuali. Dopo aver esaminato 21 petizioni presentate da coppie dello stesso sesso e attivisti, i giudici della corte hanno concordato con il governo, sostenendo che solo il parlamento può trattare la questione socio-legale del matrimonio e che i giudici possono solo interpretare le leggi. Aakar Patel, presidente del consiglio di amministrazione di Amnesty International India, ha parlato di “un'occasione storica mancata per la Corte Suprema indiana di inaugurare una nuova era in quella che è stata una lunga lotta per la parità di diritti delle persone LGBTI”.

(Lorenzo Franceschetti)

Sofia Ena e Lorenzo Franceschetti



ECONOMIA INTERNAZIONALE



Exxon, l’affare dell’anno. ExxonMobil ha accettato di acquistare la Pioneer Natural Resources Company nella più grande acquisizione al mondo di quest'anno. Exxon, una delle aziende più performanti del settore energetico, il cui prezzo delle azioni è più che triplicato negli ultimi tre anni, acquisterà la più piccola Pioneer per poco meno di $60 miliardi in un accordo interamente in azioni - la più grande operazione di Exxon da quando si è fusa con Mobil nel 1999. Una volta completata l'operazione - e l'approvazione della Federal Trade Commission non è garantita - Exxon potrà aumentare la propria produzione giornaliera di petrolio fino al 50% in più rispetto a quella del rivale più prossimo e attingere ad una quantità di pozzi petroliferi onshore attivabili in pochi mesi, una capacità di modificare rapidamente la produzione che aiuterà parecchio Exxon a rispondere alla volatilità del mercato.

JPMorgan, ancora in crescita. Gli utili del terzo trimestre di JPMorgan Chase sono aumentati del 35% rispetto all'anno precedente, raggiungendo $13,2 miliardi, grazie all'aumento dei tassi di interesse netti. Tassi più alti significano maggiori entrate da interessi per le banche, e il reddito netto da interessi di JPMorgan - la differenza tra ciò che guadagna sui prestiti e ciò che paga ai clienti per i loro depositi - è salito a $22,9 miliardi, un aumento del 4% rispetto al trimestre precedente e del 30% sull'anno precedente. Il presidente e amministratore delegato di JPMorgan, Jaime Dimon, ha dichiarato che i consumatori e le imprese statunitensi rimangono in buona salute, anche se stanno spendendo le loro riserve di liquidità in eccesso, ma ha avvertito che il mercato del lavoro rigido (a causa della bassa disoccupazione) e l'elevato debito pubblico rimangono dei rischi. Dimon ha inoltre affermato che i rischi geopolitici, come la guerra in Ucraina e il conflitto in Israele, potrebbero avere impatti di vasta portata sui mercati dell'energia e dei prodotti alimentari e sul commercio globale.

Inflazione, dati in rialzo. ​​L'indice dei prezzi al consumo (CPI) di settembre è risultato più alto del previsto negli USA, alimentando le preoccupazioni di un altro rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e riportando il pessimismo a Wall Street dopo diverse sedute positive. I dati pubblicati giovedì scorso hanno mostrato che i prezzi a settembre sono aumentati del 3,7% su base annua e dello 0,4% su base mensile, leggermente oltre le previsioni. L'aumento dei costi degli alloggi è stato uno dei principali fattori che hanno contribuito all'aumento dei prezzi, costituendo più della metà dell'aumento mensile dell'inflazione, mentre anche il costo dei carburanti ha spinto l'inflazione verso l'alto, con un aumento dell'indice energetico dell'1,5% nel corso del mese.  L’indice core, che esclude i costi dei generi alimentari e dell'energia, ha registrato un aumento dei prezzi dello 0,3% su base mensile a settembre, la stessa lettura di agosto, e un aumento annuale del 4,1%, in calo rispetto al 4,3% di agosto e in linea con le proiezioni degli analisti.

USA, le previsioni migliorano. Il Fondo Monetario Internazionale ha aumentato le previsioni sull'inflazione globale per il 2024, portandole al 5,8% dal 5,2% previsto tre mesi fa, e prevede che gli aumenti dei prezzi al consumo rimarranno ben al di sopra degli obiettivi delle banche centrali nella maggior parte dei Paesi fino al 2025. Inoltre, l'istituto vede ora una crescita globale del 2,9% per il prossimo anno, in leggero calo rispetto alle previsioni precedenti e al di sotto della media del 3,8% degli ultimi 20 anni. Gli Stati Uniti sono stati uno dei pochi Paesi in cui il FMI ha aumentato le previsioni di crescita al 2,1% nel 2023 e all'1,5% nel 2024, con un miglioramento rispetto all'inizio dell'anno attribuito al "rafforzamento degli investimenti delle imprese nel secondo trimestre e alla crescita resiliente dei consumi. Il miglioramento delle proiezioni di crescita per gli Stati Uniti si distingue dal resto del mondo, per cui la crescita rimarrà "stabile e lenta" al 3% per il 2023 e al 2,9% per il 2024.

Leonardo Aldeghi




AFRICA SUB SAHARIANA

Niger, le truppe francesi cominciano le operazioni di ritiro dal Paese. In seguito a lunghi mesi di tensioni, il portavoce del Capo dell’esercito francese ha confermato l’inizio delle operazioni di ritiro dal Paese cominciate lunedì dieci ottobre. Tale notizia è stata accolta come un importante successo dal nuovo uomo forte nigerino, il generale Abdourahamane Tchiani, salito al potere in seguito al colpo di stato antifrancese del 26 luglio. Il contigente francese era stato ufficialmente schierato come parte di una più ampia operazione militare di contenimento dell’Isis nella regione.

Rwanda, giudici inquirenti francesi scagionano l’esercito da ogni responsabilità per il genocidio del 1994. Una nuova sentenza di assoluzione è stata emessa dai giudici inquirenti francesi, aditi da numerose associazioni civili. Principale capo di accusa è la responsabilità dell’esercito francese di non aver adoperato ogni mezzo utile a propria disposizione per prevenire il massacro che ebbe luogo a Bisesero nel corso del genocidio del 1994 e che portò all’uccisione di decine di migliaia di persone appartenenti all’etnia Tutsi. Sebbene tale esito dell’inchiesta fosse atteso, le parti ricorrenti speravano che i giudici svolgessero ulteriori indagini, concentrandosi con particolare attenzione sul Report Ducler. Il report, prodotto dallo storico francese Vincent Duclert, non dimostra la complicità francese nel massacro, ma suggerisce che sarebbe stato possibile prevenirlo.

Aurelia Puliafito



AMERICA DEL NORD

Stati Uniti d’America: l’America su Israele (parte 1). A Tel Aviv il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha partecipato a un meeting con Netanyahu, Primo Ministro d'Israele, durante il quale ha chiesto di non venir "consumati dalla rabbia" in risposta all'attacco di Hamas. A seguito dei colloqui il Netanyahu ha accettato la riapertura dei confini Egitto-Gaza per permettere l'arrivo degli aiuti umanitari, fino a quando questi ultimi non dovessero "raggiungere Hamas". Biden ha inoltre promesso il continuo supporto americano e ha confermato la tesi secondo la quale l'attacco all'ospedale che tanto ha scandalizzato l'opinione pubblica internazionale non derivi da un attacco aereo israeliano ma da un "missile errante di un gruppo terroristico a Gaza".

Stati Uniti d’America: l’America su Israele (parte 2). La notizia che, a seguito dell'incontro avvenuto a Tel Aviv, il Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden sia intenzionato a chiedere al Congresso di stanziare nuovi aiuti militari verso Israele ha però generato diversi malcontenti all'interno dell'opinione pubblica americana: una delle reazioni più impattanti è arrivata da Josh Paul, un ufficiale del Dipartimento di Stato che ha deciso di dare le dimissioni descrivendo la decisione di spedire più armi e munizioni verso Israele come una vera e propria "bancarotta intellettuale basata su convenienza politica". Josh Paul si dice convinto della mostruosità dell'attacco di Hamas ma ha dichiarato che la risposta che la classe politica di Israele sta prendendo non potrà che portare a sofferenze crescenti per i cittadini israeliani e palestinesi.

Lorenzo Graziani



AMERICA LATINA

Ecuador, Elezioni presidenziali in favore di Noboa. Il secondo turno delle elezioni presidenziali ha visto un ribaltamento del risultato del primo turno, tenutosi nell’agosto scorso. Più eventi a hanno portato ai risultati delle elezioni odierne. Innanzitutto l’invocazione da parte del precedente Presidente ecuadoriano, Lasso, della cosiddetta “muerte cruzada” ovvero un elezione anticipata e poi, successivamente, l’assassinio del candidato favorito alla presidenza ecuadoriana, Fernando Villavicencio. Queste vicende hanno visto la loro fine il 15 ottobre scorso, quando Daniel Noboa, liberale appartenente al partito ADN, Azione Democratica Nazionale, ha vinto al secondo turno elettorale contro il 47,70% dell’avversaria Luis Gonzalez, inizialmente in testa. Noboa, figlio di uno degli imprenditori più ricchi del Paese e che ha seguito le orme del padre, ha alle spalle solo due anni di carriera politica in parlamento fino ad oggi. Il Paese sceglie quindi la linea del politico-imprenditore il cui programma prevede una riduzione dell’intervento dello Stato attraverso la parziale privatizzazione di servizi quali la sanità, l’istruzione e la previdenza sociale. Il nuovo Presidente Ecuadoriano, in carica ufficiale per i prossimi 16 mesi, si ritrova alla guida di un Paese in balia di una crisi economica e sociale dovuta al debito di 5 miliardi di dollari, all’emergenza legata al narcotraffico e alla corruzione. La precarietà della situazione ha portato ad un deterioramento politico e alla diffusione di un forte malcontento tra la popolazione, che ha manifestato il proprio dissenso attraverso ampie violenze sociali, soprattutto durante la campagna elettorale.

(Serena Basso)

Colombia, continuano i tentativi di riconciliazione interna al Paese. Sin dalla seconda metà del secolo scorso, la Colombia vive un conflitto interno tra lo Stato e le organizzazioni sovversive. Tra questi gruppi vi sono le FARC, ovvero le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia e l’ELN, Esercito di Liberazione Nazionale, che sin dall’inizio guerriglia interna di lotta e resistenza per giungere alle loro rivendicazioni. Sono proprio questi gruppi da ormai decenni ad alimentare la situazione che vede turbolenze interne al paese, con una stima di circa 200 000 vittime. Grazie ai negoziati svoltisi in Venezuela -uno dei paesi mediatori oltre a Svizzera, Novervegia e Irlanda- sono stati fatti numerosi progressi e, sebbene la situazione resti tesa, la via della pacificazione non pare più un miraggio. Tra gli avanzamenti più recenti, l’emissione di un comunicato ufficiale da parte del governo colombiano e della FARC lo scorso 16 Ottobre, con il quale è stata resa pubblica la decisione delle due parti di firmare un accordo di cessate il fuoco per i prossimi tre mesi. Il presidente colombiano parla della volontà di “muoversi verso la pace”. Si tratta di una vera e propria inversione di tendenza: si pensi al fallimentare tentativo di stipulare un accordo di pace nel 2016 poi, per l’appunto, conclusosi con un nulla di fatto e una lotta mai arrestata. Ad oggi, il governo pare volersi impegnare nei confronti delle istanze presentate dalle FARC, quindi nel rispettare i diritti della popolazione civile, in primis permettendo lo svolgimento regolare delle future elezioni regionali il 29 ottobre.

(Serena Basso)

Brasile, gli incendi nella foresta amazzonica coprono di fumo Manaus. A partire dalla scorsa settimana la qualità dell’aria nel nord-ovest del Brasile è peggiorata a causa del gran numero di incendi appiccati nella regione da allevatori e agricoltori, per motivazioni connesse alla costruzione di nuove infrastrutture e alla creazione di nuovi campi coltivabili. Il clima secco, dovuto probabilmente al fenomeno atmosferico denominato “El Niño” e al riscaldamento globale legato ad attività umane, è stato un fattore decisivo in questo scenario. Secondo le autorità locali, durante l’ultimo periodo nello stato di Amazonas sono stati registrati 2700 incendi, cifra record nella regione.

(Alessandro Dowlatshahi)

Venezuela, l’accordo tra governo e opposizione fa allentare le sanzioni statunitensi. Nella giornata di martedì 17 ottobre il governo e l’opposizione venezuelani hanno siglato un accordo in merito all’organizzazione delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Prendendo atto dell’iniziativa democratica del Presidente in carica Nicolas Maduro, gli Stati Uniti hanno deciso di ridurre le sanzioni rivolte a Caracas, consentendo l’acquisto di petrolio e gas dal Paese sudamericano per un periodo di sei mesi. Visti i precedenti, tuttavia, l’apertura libertaria dell’esecutivo chavista non convince i partiti d’opposizione e si teme che la proposta di Maduro non porti a nulla di concreto.

(Alessandro Dowlatshahi)

Alessandro Dowlatshahi e Serena Basso



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, luci ed ombre. L'economia cinese è cresciuta più del previsto nel terzo trimestre, grazie all'aumento della produzione industriale e della spesa dei consumatori, secondo quanto dichiarato dal governo. Il prodotto interno lordo è cresciuto dell'1,3% rispetto al trimestre precedente e del 4,9% su base annua, un dato superiore alle stime degli analisti (rispettivamente l'1% e il 4,4%), ma inferiore al 6,3% registrato nel secondo trimestre. Il governo cinese ha speso di più in progetti infrastrutturali come strade e strutture pubbliche, mentre le banche statali hanno investito maggiori risorse nell'economia reale. Nonostante la ripresa della crescita, l'economia cinese non è fuori pericolo. Il settore immobiliare, uno dei principali motori della crescita, è infatti ancora in crisi come dimostrato la scorsa settimana da Country Garden, il più grande costruttore del paese per fatturato, che è ormai sull'orlo del default dopo aver mancato il pagamento di una cedola di $15 milioni su un proprio bond.

Leonardo Aldeghi



EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Belgio sotto attacco: Tragedia a Bruxelles. Nella serata di lunedì 16 ottobre, un attacco terroristico ha scosso la capitale belga. Un uomo con un gilet arancione ha aperto il fuoco con un fucile semiautomatico, uccidendo due cittadini svedesi. L'attentatore è stato identificato e ucciso dalla polizia il giorno successivo. L'attacco è avvenuto poco distante dal centro di Bruxelles verso le 19.15. L'attentatore, giunto sul luogo su uno scooter, ha sparato contro i passanti, seguendo alcune delle vittime che cercavano rifugio nell'atrio del Fondo Fiammingo per gli Alloggi. I video delle telecamere di sicurezza mostrano chiaramente l'uomo mentre spara all'interno dell'edificio e successivamente fugge urlando "Allah Akbar”. In risposta a questo attacco, il Belgio ha innalzato il suo livello di allerta a 3, mentre Bruxelles ha raggiunto il livello di allerta 4, il più alto possibile.Le motivazioni dietro questo terribile evento sembrano essere legate alla nazionalità svedese delle vittime. L'attentatore ha dichiarato in un video sui social media di essere ispirato all'ISIS e ha menzionato il bruciare delle copie del Corano avvenuto a Stoccolma tra gennaio e giugno di quest'anno come un'azione che ha superato una "linea rossa" rispetto al Libro sacro dell'Islam.

(Sofia Ena)

Polonia, svolta politica per il paese. Il 15 ottobre la Polonia ha assistito a un possibile cambio di rotta politica. Donald Tusk, ex primo ministro polacco e figura chiave dell'Unione Europea, ha trionfato alle elezioni, segnando una possibile fine del dominio del partito Diritto e Giustizia (PiS) di Jarosław Kaczyński. La principale coalizione di opposizione, guidata da Tusk, ha conquistato il 30,7% dei voti. Nonostante il PiS rimanga la prima forza in Parlamento, il suo sostanziale calo rispetto alle elezioni precedenti solleva domande sul futuro del partito. Anche i referendum paralleli, tra cui quelli sulla migrazione e altri temi, non hanno raggiunto il quorum, rendendoli non vincolanti. Le elezioni del 2023 potrebbero segnare una svolta significativa per la Polonia e le sue relazioni con l'Unione Europea.

(Sofia Ena)

Parlamento Europeo, "pausa umanitaria" per Gaza. Oltre ad attaccare l'attacco di Hamas, il Parlamento Europeo, in una risoluzione non legislativa approvata con 500 voti a favore, 21 contrari e 24 astensioni, chiede una "pausa umanitaria" per Gaza. La risoluzione del Parlamento EU è arrivata dopo il veto messo dagli Stati Uniti su un testo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che chiedeva "pause umanitarie" per poter portare aiuti umanitari ai civili di Gaza. Il Parlamento ha dichiarato di condannare gli attacchi terroristici di Hamas e di riconoscere il diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Al contempo il Parlamento chiede che l'assistenza umanitaria a Gaza venga intensificata, senza finanziare direttamente o indirettamente i gruppi terroristici. La Commissione europea ha annunciato che metterà a disposizione un ponte aereo di rifornimenti umanitari per la striscia di Gaza attraverso l'Egitto.

(Bianca Franzini)

UE, l’Austria si oppone all’annessione di Romania e Bulgaria nell’area Schengen nonostante le pressioni spagnole: La presidenza spagnola del Consiglio dell'UE mira a votare a dicembre sull'adesione di Romania e Bulgaria all'area Schengen, un tema in sospeso da tempo. L'ingresso in Schengen richiede l'approvazione unanime del Consiglio Giustizia e Affari Interni, composto dai ministri dell'Interno dei 27 Stati membri. La Commissione europea ha affermato che Romania e Bulgaria soddisfano i criteri di adesione dal 2011. Tuttavia, l'Austria si oppone all'allargamento di Schengen citando il flusso di attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell'UE. La resistenza austriaca ha impedito il progresso fino ad oggi. Il ministro spagnolo dell'Interno spera in un accordo a dicembre, nonostante l'opposizione austriaca. Nel frattempo, alcuni Stati membri hanno introdotto controlli temporanei alle frontiere per gestire i flussi di richiedenti asilo.

(Francesca Pasqualino)

Bianca Franzini, Sofia Ena e Francesca Pasqualino

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Polonia, la nuova leadership suggerisce una nuova aria di democrazia e cambiamento: Le elezioni tenutesi domenica 15 ottobre in Polonia indicano che Donald Tusk, ex primo ministro e ex presidente del Consiglio europeo, è probabile che guidi una coalizione di governo che rappresenterà un cambiamento significativo rispetto all'attuale governo conservatore di Varsavia. Questa coalizione includerebbe il partito di centro-destra Piattaforma Civica, la sinistra di Lewica e il raggruppamento centrista Terza Via, composto dai partiti Polonia 2050 e Partito Popolare Polacco. Si prevede che questa nuova leadership mirerà a ripristinare la democrazia in Polonia, riportando indietro il sistema giudiziario e la libertà di stampa, oltre a ristabilire i diritti delle minoranze. La Polonia potrebbe anche migliorare le relazioni con l'UE, poiché Tusk è ben noto a Bruxelles. Tuttavia, alcune posizioni rimarranno simili, come il sostegno all'Ucraina e l'opposizione ai ricollocamenti obbligatori di richiedenti asilo. La coalizione potrebbe affrontare divisioni interne su questioni come l'aborto e l'adozione dell'euro.

Russia, Putin esce per la seconda volta dall’Ex URSS per approfondire la partnership con la Cina: Il presidente russo Vladimir Putin è giunto a Pechino per un incontro con il presidente cinese Xi Jinping, in un viaggio finalizzato a rafforzare il partenariato tra i due paesi. Questa è solo la seconda visita all'estero di Putin dall'emissione di un mandato di arresto dalla Corte Penale Internazionale (CPI) a marzo. La CPI ha accusato Putin di deportazione illegale di bambini dall'Ucraina, ma né la Cina né il Kirghizistan (che ha visitato recentemente) sono membri della CPI. Durante il suo viaggio, Putin parteciperà al terzo forum Belt and Road a Pechino e terrà colloqui bilaterali con Xi. Questo viaggio evidenzia il consolidamento dei legami energetici tra Russia e Cina, nonostante le critiche occidentali. Putin ha elogiato l'Iniziativa Belt and Road di Xi come una piattaforma di cooperazione internazionale. Questo viaggio, sebbene collegato a una conferenza internazionale, ha un significato politico importante.

Francesca Pasqualino



MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Israele, le prime fasi del conflitto: dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, Israele ha dichiarato lo stato di guerra, mobilitando il proprio esercito e centinaia di migliaia di riservisti. Le forze di difesa israeliane hanno iniziato una campagna di bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Ormai le vittime da entrambe le parti superano le migliaia di unità e mentre vengono evacuate le aree limitrofe alla Striscia e al confine con il Libano, gli abitanti di Gaza si vedono costretti ad abbandonare la parte settentrionale della Striscia, in prospettiva dell’invasione di terra da parte dell’esercito israeliano. Nel mentre, faticano ad avanzare gli sforzi diplomatici, tra la condanna quasi unanime del mondo arabo e il determinato sostegno occidentale a Israele. Una volta iniziata l’offensiva di terra, non va esclusa la possibilità che Hezbollah decida di aprire definitivamente un secondo fronte al nord per mettere in difficoltà Israele.


Michele Magistretti 



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Venezuela, rimosse la maggior parte delle sanzioni economiche americane. Gli Stati Uniti hanno sollevato la maggior parte delle sanzioni contro il Venezuela in seguito all'accordo tra il governo e l'opposizione circa l’organizzazione delle elezioni presidenziali del 2024. Sulla base della nuova intesa, Caracas potrà nuovamente esportare oro, petrolio e gas naturale: questi ultimi due per un periodo di tempo limitato a 6 mesi. Tuttavia, la parte sanzionatoria legata alle violazioni dei diritti umani, imputate al regime di Maduro, resta in vigore. Difatti, la Casa Bianca ha esortato Caracas per la liberazione dei prigionieri politici e il rispetto dello stato di diritto, facendo sottintendere un’immediata reintroduzione delle misure qualora l'accordo venisse violato.


Commissione Europea, perplessità sui programmi di cittadinanza di 5 paesi caraibici. Un recente rapporto della Commissione Europea ha sollevato una serie di criticità rispetto ai programmi di cittadinanza per investimento di Antigua e Barbuda; Grenada; Saint Kitts e Nevis; Saint Lucia e Dominica. Attraverso questi programmi, in virtù di investimenti nel paese, è possibile acquisire la cittadinanza. Come si legge nel rapporto, sulla base di accordi precedenti, chi detiene un passaporto di quei cinque paesi può viaggiare nell’UE senza dover richiedere un visto. Il documento della Commissione denuncia controlli insufficienti, bassi tassi di respingimento (3-6%), barriere all’entrata esigue (circa 95.000 euro). La visita al paese di acquisizione della cittadinanza non è obbligatoria, e i richiedenti possono persino cambiare le generalità. Attraverso i programmi di cittadinanza, ad oggi, sono stati rilasciati circa 88.000 passaporti, gran parte dei quali concessi a cittadini provenienti da paesi come Cina, Russia, Siria, Libia e Iraq.


Davide Shahhosseini



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Alessandra Tamponi: Asia ed Estremo Oriente

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesco Lorenzini: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Francesca Pasqualino: Europa occidentale e Unione Europea, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Lorenzo Graziani: America del Nord

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Serena Basso: America Latina

Sofia Ena: Europa occidentale e Unione Europea, Diritti Umani



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