Framing The World, Edizione XCII

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  Redazione
  26 settembre 2022
  23 minuti, 19 secondi

Framing The World, Edizione XCII

In questo numero di Framing The World ci occupiamo di cosa sta accadendo alle donne di tutto il mondo, dall’Iran dopo la morte di Mahsa Amini fino all’Ungheria. Mentre in economia le borse di tutto il mondo affrontano una recessione, si fanno passi avanti sui diritti umani con l’abolizione della pena di morte in Guinea Equatoriale.

Tutto questo e molto altro nel 92° numero di Framing the World!

DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE


DIRITTI UMANI

Iran, aumentano le proteste dopo la morte di una ragazza. Lo scorso 16 settembre, la 22enne Mahsa Amini è morta a Tehran, dove si trovava in vacanza, dopo 3 giorni di coma. Amini era stata arrestata il 13 settembre dalla ‘polizia morale’ per non aver rispettato la legge sull’obbligo del velo, in vigore dal 1981. La polizia ha da subito negato ogni responsabilità dichiarando che Amini era deceduta a seguito di un infarto. Numerosi medici, però, hanno confermato che le ferite trovate sul suo corpo erano riconducibili ad un pestaggio. Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha immediatamente chiesto al ministro dell'Interno Ahmad Vahidi di aprire un'indagine sull'accaduto, ma ciò non ha diminuito le proteste nel paese. Amnesty International ha chiesto ai leader del mondo un’azione globale per fermare la repressione delle proteste da parte delle autorità iraniane che, secondo alcuni gruppi per i diritti umani, ha già portato alla morte di altre 36 persone in solo una settimana.

(Lorenzo Franceschetti)

A Ginevra redatta una Dichiarazione sulla protezione dei civili dall’uso di armi esplosive. Il 20 settembre 2022 a Ginevra è stata redatta una dichiarazione volta a limitare i danni causati dai bombardamenti di villaggi, paesi e città durante i conflitti armati. La dichiarazione verrà approvata dai Paesi della comunità internazionale in occasione della conferenza ospitata a Dublino il 18 novembre 2022. Le armi esplosive infatti, oltre ad uccidere i civili nel momento dell’attacco, danneggiano le infrastrutture necessarie per l’istruzione o l’assistenza sanitaria. Pertanto gli Stati si impegneranno ad adottare politiche nazionali e pratiche militari volte a evitare danni ai civili limitando o astenendosi dall’uso di armi esplosive in paesi, città e aree popolate.

(Alice Stillone)

Ungheria, obbligatorio ascoltare il battito del feto prima di abortire. È entrato in vigore il 15 settembre scorso il decreto - firmato dal ministro dell'Interno Sandor Pinter - che prevede l’obbligo per i medici di fornire alla donna intenzionata ad abortire la prova “chiaramente identificabile delle funzioni vitali del feto". In Ungheria l’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza è legale dal 1953 e le leggi che ne disciplinano l’accesso sono rimaste sostanzialmente immutate da allora. Entusiasti i partiti di estrema destra che da tempo chiedevano l’approvazione di questa legge. Dura, invece, la reazione del portavoce di Amnesty International, Aron Demeter, che parla di un "preoccupante decline” e di una decisione presa "senza alcuna consultazione" che rende "più difficile l'accesso all'aborto" e "traumatizzerà più donne già in situazioni difficili”.

(Lorenzo Franceschetti)


Lorenzo Franceschetti e Alice Stillone



ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

UK, la sterlina affonda. Il cambio sterlina-dollaro è crollato ai minimi dal 1985 (1 £=1.086$) dopo che Kwarteng, il nuovo cancelliere dello scacchiere (ministro dell’economia) del governo Truss, ha presentato in parlamento un pacchetto di tagli alle tasse per £45 miliardi. Le misure includono il maggior taglio di tasse dai tempi della Thatcher, l’eliminazione dell’aliquota del 45% sui redditi più alti e una riduzione della tassazione dei dividendi, con l’obiettivo di innescare un circolo virtuoso di crescita. Il piano ha però preoccupato i mercati per i dubbi sulla sua sostenibilità economica e l’ammontare di nuovo debito richiesto, con la sterlina che ha perso il 3.57% nelle ore successive. Le critiche più dure sono arrivate dall’ex segretario del tesoro americano Summers: L’UK si sta comportando come un mercato emergente che vuole "affondare"("turning into a submerging market”) e sarà ricordata per aver seguito le peggiori politiche macroeconomiche tra le maggiori economie mondiali.

Fed, venti di recessione? Per la terza volta consecutiva, la Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base e portandoli ad un intervallo tra 3 e 3.25%, il livello più alto dal 2008. I dodici membri del FOMC inoltre ipotizzano ulteriori rialzi per almeno 125 punti nei prossimi mesi. Nella conferenza stampa post-meeting, il presidente Powell ha chiaramente detto che il messaggio non è cambiato rispetto a quanto detto a Jackson Hole, ha confermato l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% e l’intenzione di non fermare i rialzi finché tale obiettivo non sarà conseguito. Le parole di Powell che hanno fatto più male ai mercati, però, sono state quelle in riferimento ad una possibile recessione causata da tassi più alti: “vorrei ci fosse un modo indolore per farlo [fermare l’inflazione], non c’è”; parole che hanno cancellato quasi del tutto la possibilità di un “soft-landing”.

Borse, rosso profondo. Le parole della Fed e i dati negativi provenienti da diversi settori che fanno prospettare un rallentamento economico significativo hanno mandato i mercati in territorio profondamente negativo, con il Dow Jones che chiude la settimana a -4% (ai minimi del 2022), l’S&P500 a -4,7% e il Nasdaq a -5%, e in parallelo i rendimenti dei bond a 2 anni sono saliti ai massimi dal 2007, con la maggior inversione della curva di rendimento dal 2000. Tutti gli indici sono inoltre in calo tra il 14 e il 17% rispetto alla metà di agosto. La previsione di Goldman Sachs di un S&P a fine anno a quota 3600 è quasi diventata realtà 24 ore dopo essere stata pubblicata (target precedente 4300) e gli strateghi della banca ritengono ora inevitabile un “hard-landing”, ovvero una recessione indotta dalle politiche monetarie restrittive delle banche centrali di quasi tutto il mondo, e si concentrano sul capire il suo inizio, la sua durata e la sua intensità.

Mercati, sintomi di recessione? Prima ancora della decisione della Fed e delle parole di Powell, a scombussolare i mercati ci aveva pensato FedEx, una delle società più integrate nel commercio globalizzato e pertanto ritenuta uno dei proverbiali canarini da miniera, tra i primi ad accusare i sintomi di un rallentamento economico globale. Il 16 settembre scorso FedEx ha infatti avvertito gli investitori di un declino significativo dei profitti societari nel secondo trimestre, ha ritirato le previsioni sui ricavi del 2023 e ha avvisato che le cose sarebbero solo peggiorate. Il CEO Subramaniam dà la colpa ai trend macroeconomici che sono peggiorati significativamente nel corso dell’estate e ha previsto misure per tagliare i costi e aumentare i ricavi. In borsa il titolo è crollato del 21% in una sessione (-43% da gennaio), trascinando con sé il settore logistico.

Yen, intervento del governo. Il governo giapponese è intervenuto per rafforzare lo yen (vendendo dollari) per la prima volta dal 1998 dopo che il cambio con il dollaro è crollato ai minimi proprio da 24 anni a causa della persistenza della banca centrale nell’attuare politiche espansive. Il ministro delle Finanze Suzuki non ha specificato la portata dell’intervento ma è bastata la notizia dell'intervento per far salire lo yen dai minimi di 145.89 a 140.34 in pochi minuti, per poi assestarsi sui 143. Lo yen ha comunque perso oltre il 24% dall’inizio dell’anno soprattutto perché il Giappone, dopo l’ultimo rialzo della Swiss National Bank, rimane l’ultima economia con tassi negativi, confermati giovedì scorso a -0.1%, e persiste nel limitare i rendimenti dei titoli a 10 anni allo 0.25%, decisione che continua a permettere al governo di finanziarsi a tassi ultra-bassi.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Nigeria, gravissime inondazioni. Il paese africano è alle prese con le peggiori inondazioni dell’ultimo decennio, che hanno già causato la morte di 300 persone, oltre che 100mila sfollati. Le inondazioni coinvolgono 27 dei 36 stati della Nigeria, tra cui anche la capitale del paese, che è stata fortemente colpita. Anche le zone agricole del paese hanno subito gravissimi danni, aggravando così i timori di un'interruzione dell'approvvigionamento alimentare nel Paese più popoloso dell’Africa. Sebbene la Nigeria non sia nuova ad inondazioni, quella di quest’anno, secondo le autorità, sarebbe causata da una molteplicità di fattori tra cui piogge insolitamente potenti, il conseguente straripamento dei corsi d’acqua locali e, infine, un rilascio eccessivo dalla diga d Lagdo, nel vicino Camerun. Le autorità, riferendosi all’attuale inondazioni, hanno dichiarato che la situazione è “fuori dal nostro controllo”.

(Andrea Ghilardi)

Guinea Equatoriale, abolita la pena di morte. "La pena di morte è totalmente abolita nella Repubblica della Guinea Equatoriale” così recita la legge del nuovo codice penale firmata dal capo dello Stato. Oltre che essere annunciato dalla televisione nazionale, il testo sopracitato è stato anche postato dal vicepresidente su Twitter, per dare ulteriore visibilità alla notizia. La Guinea Equatoriale è uno dei paesi più chiusi al mondo, governato da un regime totalitario guidato dal Presidente Nguema Mbasogo, tuttavia il piccolo paese africano ha effettuato questo importante passo in avanti per i diritti umani. L’ultima esecuzione ufficiale risale al 2014. Tuttavia il governo nazionale è accusato di detenzioni arbitrarie, sparizioni e torture, e il paese resta sotto il controllo di un regime autoritario.

(Andrea Ghilardi)

Uganda: salgono a 11 i casi di ebola, 4 i morti. Il ministro della salute ugandese ha confermato la morte di altri tre pazienti contagiati dal virus Ebola. Il conteggio delle vittime sale dunque a quattro in totale comprovando lo scoppio di un nuovo focolaio della malattia nella regione. In totale i casi monitorati al momento sono undici e a quanto pare hanno avuto tutti origine in un villaggio nel distretto di Mubende a partire dall’inizio di settembre. Al momento le autorità ugandesi hanno affermato che la fonte del focolaio non è stata ancora identificata e l’ufficiale militare ugandese, il Dr. Henry Kyobe ha affermato che la situazione “è in rapida evoluzione e pertanto pensiamo che i casi possano innalzarsi nei prossimi giorni”.

(Giulio Ciofini)

Somalia: 27 militanti di al-shabaab uccisi da attacco aereo USA. I militari statunitensi hanno riferito che mercoledì scorso un bombardamento aereo ha ucciso 27 militanti del gruppo islamico di al Shabaab nella regione dell’Hiran in Somalia; territorio dove le forze alleate hanno lanciato un’offensiva contro i ribelli il mese scorso. Si tratta del sesto attacco aereo registrato quest’anno in Somalia, stando ai report dell’AFRICOM. “l’attacco difensivo ha permesso all’Esercito Nazionale Somalo e alle forze della Missione di Transizione dell’Unione Africana di continuare l’operazione per interrompere le attività di al-Shabaab nel centro della Somalia”. Il comando statunitense africano ha inoltre aggiunto che nessun civile sarebbe rimasto ferito nell’attacco.

(Giulio Ciofini)

Giulio Ciofini ed Andrea Ghilardi



AMERICA DEL NORD

Usa: ondata di scioperi in arrivo. Ferrovieri sul piede di guerra, con il rischio di paralizzare quasi un terzo del trasporto merci e costare miliardi all’economia. Migliaia di infermieri del Minnesota in agitazione. Ancora, di recente: insegnanti sul piede di guerra da Seattle all’Ohio e operai dell’auto che protestano nel Midwest.

I segnali di un autunno caldo sono nell’aria negli Stati Uniti, davanti a un’inflazione che erode il tenore di vita. Una realtà che ha spinto il sindacato americano verso un nuovo protagonismo da una costa all’altra del Paese.

Usa: revocato all'Afghanistan lo status di alleato strategico. Joe Biden ha revocato all'Afghanistan lo status di "alleato strategico" non membro della Nato. Una misura annunciata già dallo scorso giugno. Lo status speciale era stato assegnato al Paese nel 2012, dall'allora presidente Barack Obama, anni duranti i quali l'Afghanistan ha ricevuto assistenza e addestramento militare. Dal ritiro di tutte le truppe Usa e Nato nell'estate del 2012, coinciso con il ritorno al potere dei talebani, Washington e l'Alleanza Atlantica avevano sospeso ogni supporto a Kabul.

Usa. Pelosi: sostegno all'Armenia nel conflitto con gli azeri. Missione in Armenia per Nancy Pelosi. La speaker democratica della Camera al Congresso americano è giunta a Erevan, la capitale armena, esprimendo un chiaro segnale di sostegno all'Armenia nel conflitto con l'Azerbaigian, che è riesploso nei giorni scorsi.

Pelosi ha commentato: "La nostra riunione si è focalizzata sulla sicurezza in seguito agli attacchi sferrati da parte azera in territorio armeno. Li condanniamo senza indugio e questi attacchi minacciano un accordo di pace che è urgente".

Federico Pani

AMERICA LATINA

Argentina, chiesto ufficialmente l’ingresso nei BRICS del paese. La Repubblica argentina ha chiesto ufficialmente il suo ingresso nell’organizzazione economica BRICS, una cooperazione internazionale formata da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, attraverso l’ambasciatore argentino in Cina, nel summit BRICS presso la città cinese di Xiamen. La necessità argentina di entrare nel BRIC è supportata dal nuovo presidente del paese, Alberto Fernandes, con l’obiettivo di fornire delle strategie alternative per contrastare l’inflazione. Inoltre, è stato ribadito il ruolo importante che ha il paese come produttore di alimenti e di come siano alte le potenzialità di sviluppo energetico. La candidatura argentina è supportata dai ministri di tutti i paesi BRICS: in particolare il ministro indiano è stato di recente in visita a Buenos Aires per discutere di questo potenziale passo.

(Francesco Andrea Rossi)

El Salvador, l'offerta di rielezione di Bukele alimenta nuove preoccupazioni. Mentre molti accolgono con favore il piano del Presidente di El Salvador Bukele di cercare un secondo mandato, gli attivisti affermano che potrebbe accelerare ulteriori violazioni dei diritti. Una più profonda discesa nell'autoritarismo, o l'estensione di una presidenza che la maggior parte dei cittadini ritiene abbia migliorato il Paese. Queste sono state le due principali reazioni in El Salvador quando il presidente Nayib Bukele ha dichiarato la scorsa settimana che intende chiedere la rielezione nel 2024. Nonostante l’allarme delle comunità per la protezione dei diritti umani, il Presidente gode di tassi di consenso in crescita costante: forse la rielezione non è così utopica.

(Ludovica Costantini)


Brasile, si avvicinano le elezioni. Il Brasile resta col fiato sorpreso per le elezioni presidenziali del prossimo due ottobre. Le elezioni vedranno la sfida tra il presidente in carica, Jair Bolsonaro, e Luiz Inacio Lula da Silva. Bolsonaro è decisamente in svantaggio secondo i sondaggi nazionali mentre Lula Sarebbe il favorito verso la vittoria, anche se negli ultimi giorni Bolsonaro sta prendendo quota lievemente. L’Ex presidente del Brasile Lula significherebbe un ritorno importante per il paese, in quanto è stato incarcerato nel 2017 assieme ad altri membri delle élites politica brasiliana, mentre adesso le sue accuse risultano annullate; In ogni caso, l’Elezione di Lula farebbe si che il Sudamerica continui nella sua nuova ola roja, dopo che paesi come Messico, Argentina, Cile e Colombia hanno eletto presidenti di centro-sinistra. Per concludere, nelle elezioni brasiliane c’è anche da considerare il destino dell’Amazzonia, il polmone verde del mondo.

(Francesco Andrea Rossi)

Colombia, Richiesta all’Onu di legalizzare la cocaina nel mondo. Il presidente colombiano Gustavo Petro, nel corso del suo intervento alla 77ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, analizzando i fallimenti della pluridecennale guerra contro la droga e la pericolosità dello sfruttamento intensivo delle risorse naturali (come il carbone e il petrolio) nei confronti dell’ambiente e dell’umanità, ha chiesto di “mettere fine all’irrazionale guerra contro le droghe” e di pensare ad una maniera alternativa di intervenire sulla causa del consumo degli stupefacenti. Il presidente Petro ha denunciato l’accanimento sulla coltivazione della coca come fattore di distruzione della selva e spiegato quanto invece la pianta della cocaina sia utile alla foresta amazzonica per continuare ad emanare l’ossigeno planetario e assorbire l’anidride carbonica. Per il presidente “per diminuire il consumo delle droghe non serve la guerra, serve costruire tra tutti una società migliore, più solidale, più affettuosa, in cui l’intensità della vita preservi dalle dipendenze e dalle nuove schiavitù”.

(Elisa Maggiore)

Messico, il Paese colpito da terremoti. Un terremoto di magnitudo 6,8 ha colpito il sud-ovest del Messico all'inizio di giovedì, uccidendo almeno una persona, pochi giorni dopo un’altra scossa. Sia lunedì scorso, che la recente scossa di giovedì hanno colpito lo stato di Michoacán. I funzionari di Città del Messico, la capitale, hanno confermato che una donna è morta nella sua casa nel quartiere di Colonia Doctores. Il governo statale di Michoacan ha affermato che il terremoto è stato avvertito in tutto lo stato. Ha riportato danni a un edificio nella città di Uruapan e smottamenti sull'autostrada che collega Michoacan e Guerrero con la costa. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha dichiarato in un video pubblicato su Twitter che il terremoto è stato una scossa di assestamento ed è stato avvertito a Michoacán, Colima, Jalisco, Guerrero e Città del Messico.

(Ludovica Costantini)


Venezuela, Riprendono le relazioni diplomatiche con la Colombia. Dopo tre anni di “divorzio diplomatico” tra il Venezuela e la Colombia (seguito a causa del mancato riconoscimento di Maduro come presidente del Venezuela dall’ex presidente della Colombia, Iván Duque, il quale piuttosto riconobbe come tale il leader dell’opposizione Juan Guaidó), il nuovo presidente colombiano Gustavo Petro ha prediletto la via della normalizzazione delle relazioni diplomatiche con il Venezuela, annunciando l’11 agosto, insieme al presidente Maduro l’intenzione comune di entrambi gli stati latinoamericani di intraprendere un nuovo processo di normalizzazione diplomatica. Quest’ultimo prevede lo scambio degli ambasciatori e la piena riapertura del confine. Ma non solo, perché Venezuela e Colombia hanno anche l’intenzione di ristabilire le relazioni militari.

(Elisa Maggiore)

Francesco Andrea Rossi, Elisa Maggiore e Ludovica Costantini



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Corea del Nord, nega di aver fornito armi alla Russia. La Corea del Nord nega le accuse americane secondo cui avrebbe venduto armi alla Russia, accusando a sua volta Washington di aver diffuso notizie volte a intaccare l’immagine del Paese. A inizio settembre un report dell’intelligence statunitense aveva per primo reso nota la notizia dell’interesse russo nel comprare armi dalla Corea del Nord per il conflitto in Ucraina. Il portavoce del dipartimento di Stato americano Vendant Padel ha poi espresso la sua preoccupazione affermando che il ministro della Difesa russo era coinvolto nell’acquisto di “milioni di razzi e pezzi di artiglieria” da Pyongyang. Un ufficiale nord-coreano ha risposto alle accuse, intimando gli Stati Uniti a evitare “affermazioni sconsiderate”. Il supporto nord-coreano per Putin non è una sorpresa, dato che nonostante la condanna internazionale contro la guerra in Ucraina, il presidente Kim Jong-un ha espresso apertamente supporto alla sua controparte Russa, riconoscendo ufficialmente le regioni di Luhank’s e Donec’k nell’est dell’Ucraina.

Cina, ex ministro della Giustizia condannato all’ergastolo per corruzione. L’ex ministro della Giustizia cinese Fu Zhenghua, noto per aver precedentemente condotto investigazioni di alto profilo contro la corruzione, ha ricevuto lo scorso giovedì una sentenza di morte, da essere commutata in un ergastolo tra due anni. L’accusa è quella di aver accettato tangenti e infranto la legge per interesse personale. La decisione arriva a poco meno di un mese dall’inizio dei lavori per il ventesimo Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese. Fu aveva ricoperto il ruolo di viceministro della Pubblica Sicurezza prima di diventare ministro della Giustizia nel 2018, e svolse un ruolo centrale nell’investigazione di Zhou Youngkang un decennio fa, l’ufficiale più potente della Cina moderna a essere accusato di corruzione. Fu ha ammesso lo scorso luglio di aver accettato tangenti per un valore superiore a 117 milioni di yuan (corrispondenti a circa 17,3 milioni di dollari).

Laura Salvemini

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Germania, nazionalizzare Uniper. La Germania, che è il maggiore importatore europeo di gas russo ed è stata particolarmente penalizzata dalla riduzione delle forniture da parte della Russia negli ultimi mesi, vuole nazionalizzare Uniper. Attualmente controllata dalla società energetica statale finlandese Fortum, Uniper gestisce impianti a gas, carbone e idroelettrici in tutta Europa ed è il principale acquirente di gas russo in Germania. Negli ultimi mesi Uniper ha dovuto sostituire le forniture russe con alternative provenienti dal mercato libero, dove i prezzi sono saliti alle stelle, e già a luglio l’azienda aveva chiesto aiuto al governo vista l’imminente bancarotta. A questo salvataggio si aggiunge il piano pubblico di 65 miliardi di euro per salvaguardare il sistema energetico tedesco.

Svezia, la coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni. Dopo più di dieci anni all’opposizione, la destra ha superato il centrosinistra e si è aggiudicata le elezioni dello scorso 11 settembre. Il vero vincitore delle elezioni sembra essere il leader dei Democratici svedesi, estrema destra, Jimmie Åkesson. Tuttavia, nonostante abbia ottenuto più del 20% dei voti, potrebbe non diventare primo ministro: la carica andrà infatti a Ulf Kristersson, il leader dei Moderati. Åkesson, in ogni caso, avrà un’importante influenza sul prossimo governo, specialmente per quanto riguarda il tema dell’immigrazione.

Bianca Franzini

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

Polonia, richiesti 1,3 trilioni di euro alla Germania per i danni della Seconda Guerra Mondiale. Il governo polacco ha richiesto la riparazione dei danni provocati dalla Germania durante la Seconda Guerra mondiale, nell’83simo anniversario del suo scoppio. Sono stati annunciati nuovi negoziati con la Germania, in quanto secondo la Polonia, molte nazioni hanno ricevuto la riparazione dei danni in denaro mentre Varsavia non ha ancora ottenuto gli indennizzi aspettati. E’ stato dichiarato anche che i valori dei danni ammontano a circa 1,3 trilioni di euro e secondo alcuni analisti polacchi, vista la situazione dell’economia tedesca, è una cifra che la Germania si può permettere di fornire.

Ucraina, Moldavia e Romania: firmata una coalizione energetica. I ministri degli esteri dei rispettivi paesi hanno firmato una cooperazione energetica trilaterale. L’accordo, firmato ad Odessa, ha l’obiettivo di fornire sicurezza energetica nei rispettivi paesi e sembrerebbe essere il primo accordo tra le tre nazioni, fatto soprattutto per motivi umanitari. I tre ministri continuano in seguito a condannare l’invasione russa dell’Ucraina e continuano a supportare l’integrazione europea di Moldavia e Ucraina. Il ministro moldavo ha ribadito l’importanza storica di questo accordo e ha dichiarato che poiché si tratta di un’integrazione energetica internazionale, dimostra di come I tre paesi siano pronti ad una cooperazione europea sempre più stretta.

Ungheria, Bruxelles pensa di Togliere il 20% dei fondi europei. L’Unione Europea sta valutando la decisione di togliere il 20% dei fondi europei destinati a Budapest e al governo di Victor Orban. Secondo Bruxelles, sono stati violati alcuni aspetti della finanza europea, in particolare di quella legata al trust di interesse pubblico, e il governo ungherese sta sostanzialmente portando l’Unione Europea ad una situazione di rischio finanziario, e dunque il governo ungherese dovrà fare a meno dell’utilizzo di parte dei suoi fondi. Bruxelles avrà il compito di verificare la regolarità della gestione dei fondi europei e di sanare eventuali irregolarità. Le relazioni tra Budapest e Bruxelles si stanno rendendo sempre più complicate e secondo i vertici più alti dell’Unione Europea, l’Ungheria non può essere considerata una Democrazia Europea.

Francesco Andrea Rossi




MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Israele, un discorso dirompente: mentre la situazione interna rimane tesa, tra crisi economica e attacchi terroristici, l’attuale primo ministro liberale, Yair Lapid, riporta in agenda la questione palestinese. Davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Lapid ha riportato in agenda la soluzione dei due stati per risolvere il decennale conflitto israelo-palestinese, provando a tendere una mano distensiva anche nei confronti di altri paesi musulmani, Indonesia ed Arabia Saudita in primis. La notizia è stata accolta con favore più a livello internazionale che interno. Gli stessi alleati di destra del primo ministro hanno fortemente criticato questa nuova presa di posizione. Ovviamente la coalizione di destra di Benjamin Netanyahu si è scagliata con furore contro il progetto proposto da Lapid, parlando di cedimento al terrorismo.

(Michele Magistretti)

Libano, si scappa verso l’Europa. Il Paese dei cedri è diventato un punto di partenza per una nuova rotta migratoria nel Mediterraneo orientale, con annesse tragedie e respingimenti. Il bilancio dell’ultimo viaggio in mare – supportato da due trafficanti di esseri umani fermati dall’esercito libanese – è di almeno 80 morti nel naufragio: l’imbarcazione era partita da Minyeh, porto nel nord del Libano, con a bordo tra le 120-150 persone di nazionalità libanese, siriana e palestinese. Sono sempre più numerosi i tentativi di raggiungere l’Europa in via clandestina, soprattutto in seguito alla crisi economico-finanziaria iniziata nel 2019 e in fase di peggioramento a causa della guerra in Ucraina. La lunga attesa per i visti in uscita e il permanente status quo nel Paese, spingono i cittadini - di cui ¾ in povertà assoluta – a tentare vie alternative. Il Libano sta precipitando nell’abisso, con un malcontento sociale tale per cui nelle ultime settimane si sono registrati assalti alle banche allo scopo di prendere i propri risparmi, altrimenti bloccati. Le istituzioni hanno dichiarato che sarà incentivato il sostegno alle famiglie più bisognose, ma la maggior parte dei libanesi è scettica e rassegnata.

(Sara Oldani)



Sara Oldani, Samuele Abrami e Michele Magistretti




TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Estonia, il Governo richiama i riservisti. Durante un discorso alla nazione, trasmesso in diretta televisiva, il Primo ministro Kaja Kallas ha annunciato la decisione dell’Esecutivo di richiamare i riservisti e i membri della Lega di Difesa per una sessione straordinaria di esercitazioni. La Premier ha sottolineato che ad oggi la crisi ucraina non rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza nazionale, tuttavia, il nuovo corso della guerra impone al Paese l’adozione di misure in materia di capacità di difesa, al fine di non farsi trovare impreparati qualora dovesse presentarsi un imminente pericolo.

(Davide Shahhosseini)

Iran, bloccato l’accesso a internet in tutto il territorio. A seguito delle violente proteste che hanno investito la capitale dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne morta in carcere il 16 settembre a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo, il Governo - come riportato da NetBlocks - ha ostruito tutti i canali di accesso alla rete internet, isolando il paese dal resto del mondo. I violenti scontri tra manifestanti e forze di sicurezza hanno provocato fino ad ora nove morti, tra cui anche un agente di polizia e due uomini appartenenti a delle milizie filogovernative.

(Davide Shahhosseini)

Siria, rischio di epidemia di colera. L’ONU, sulla base di informazioni provenienti da agenzie ad essa collegate, ha dichiarato che la situazione sanitaria nel bacino dell’Eufrate risulta “estremamente preoccupante” e se non tenuta sotto controllo potrebbe diffondersi in tutta la Siria, esacerbando ancora di più le drammatiche condizioni degli abitanti. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) al momento vi sono 936 casi di diarrea acuta – il principale sintomo del colera – e almeno 8 decessi ufficiali. Il focolaio si trova ad Aleppo, in cui sono stati registrati il 72,2% degli infetti, mentre le altre zone vicine all’Eufrate sono Dayr az Zoz (21,5% delle infezioni), Hasake (4,1%) e Raqqa (1,8%). La causa principale dell’epidemia sembrerebbe essere l’approvvigionamento sia per bere che per irrigare i campi dell’acqua non potabile (e non trattata) dell’Eufrate. Già da mesi il delegato ONU presente in Siria aveva registrato una crisi idrica senza precedenti, situazione che potrebbe peggiorare ancora di più i livelli di diseguaglianza nel Paese e portare ad una guerra per l'accaparramento delle risorse.

(Sara Oldani)

Davide Shahhosseini e Sara Oldani




Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana, Europa Occidentale e Unione Europea

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Chiara Giovannoni: Diritti Umani

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Elisa Maggiore: America Latina

Federico Pani: America del Nord

Francesco Rossi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Laura Salvemini: Asia ed Estremo Oriente

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Rosario Giorgio Maria Saffioti: Europea Centro-Orientale e Russia

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza internazionale


Immagine: https://unsplash.com/photos/1T... 

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