Hezbollah in Libano: come l’Iran cerca di dominare il Medio Oriente

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  Michele Bodei
  09 gennaio 2024
  5 minuti, 2 secondi

Dopo l’uccisione del numero due di Hamas, Saleh al-Arouri, da parte di un raid mirato israeliano al suo ufficio a Beirut, avanza l’ipotesi dell’estensione del conflitto in Libano. Si teme questo scenario non solo perché Hezbollah, dal Libano, ha risposto con una raffica di oltre 60 razzi – neutralizzati – verso Israele, ma anche perché la stessa leadership dell’IDF (Israel Defence Forces) si sta accorgendo che l’invasione a Gaza è servita davvero a poco a indebolire Hamas. Il fallimento percepito dell’operazione militare iniziata tre mesi fa e le 20 mila vittime palestinesi provocate, hanno raccolto una grave impopolarità nell’opinione pubblica israeliana e nella comunità internazionale, che potrebbe incentivare Netanyahu a spostare il fronte della guerra a nord.

Israele e Libano: come nasce e che ruolo ricopre Hezbollah

Hezbollah è un’organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese. Non è nota di preciso la data della sua formazione. Si sa che iniziò come un piccolo gruppo di combattenti aiutato della Guardia rivoluzionaria paramilitare iraniana e che ricoprì un ruolo fondamentale nell’estate del 1982 a respingere nel sud del paese l’Operazione Pace in Galilea delle Forze di Difesa Israeliane. L’IDF riuscì comunque nel suo obiettivo di espellere l’OLP da Beirut, ma dal conflitto Hezbollah riuscì ad affermarsi come nuovo gruppo influente in Libano e importante nemico di Israele nei decenni successivi.

Da organizzazione paramilitare a partito politico

Il più grande successo di Hezbollah negli ultimi quarant'anni è stata la guerriglia contro le forze israeliane che occupavano ancora delle parti del Libano meridionale, in cui l'esercito israeliano fu costretto a ritirarsi nel maggio del 2000 senza un accordo di pace come quello che Tel Aviv aveva raggiunto con l'Egitto, la Giordania e i palestinesi. Si trattò di una vittoria che fece guadagnare all’organizzazione terroristica gli elogi di tutto il Medio Oriente.

Dopo il ritiro israeliano, Hezbollah si rifiuta di lasciare le armi: il suo ruolo cambia da partito di resistenza a partito che domina la politica libanese con la forza. Nel 2005 l'ex primo ministro libanese Rafik Hariri -all'epoca il politico sunnita più potente del paese - fu ucciso in una massiccia esplosione di un camionbomba a Beirut. Tutt’ora non vi è chiarezza riguardo all’omicidio, ma tre membri di Hezbollah furono accusati da parte di un tribunale sostenuto dalle Nazioni Unite. Il gruppo sciita fu poi accusato di altri omicidi che seguirono e colpirono perlopiù cristiani, politici e intellettuali critici nei confronti di Hezbollah e del ruolo di Teheran dietro le quinte.

L’influenza persiana non si è fermata a Beirut

Hezbollah svolge un ruolo attivo nella diffusione dell'influenza dell’Iran in tutto il mondo arabo, non solo in Libano. Attraverso le sue milizie riesce a dominare anche la scena politica dell’Iraq, con la capacità di interrompere la formazione di governi dopo le elezioni o impedire la nomina di presidenti. Sia in Libano sia in Iraq, le altre forze politiche presenti possono fare poco contro l’influenza iraniana, anche se si tratta di forze sciite o che riescono a ottenere numerosi seggi nei parlamenti nazionali. Partendo dal sostegno e dall’organizzazione dei gruppi paramilitari e dalla formazione dei gruppi di resistenza, Teheran ha creato un modello che gli ha permesso di controllare la politica di sicurezza e le decisioni dei governi dei paesi in cui è riuscito a infiltrarsi. Il modello di Hezbollah non è stato applicato solo a sostegno di forze sciite, ma anche a favore di partiti di sinistra o nazionalisti arabi, purché in opposizione a Israele.

In Medio Oriente c’è chi non ci sta

Alcune posizioni dell’Iran hanno provocato tensioni con gli altri paesi arabi. La decisione più controversa presa da Hezbollah è stata inviare migliaia di combattenti in Siria dal 2013 a sostenere Al Assad contro i ribelli, nonché i militanti legati ad Al Qaeda e allo Stato islamico. Da allora l’idea di Hezbollah nel mondo arabo è cambiata in quella di una forza sciita settaria, che combatte i ribelli sunniti e il cui scopo finale è di dispiegare il potere dell'Iran. Il comportamento di Teheran è stato accolto in modo simile dagli nella regione quando ha deciso di sostenere i ribelli Houthi nella guerra civile in Yemen, spingendo Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar ed Emirati Arabi Uniti a unirsi agli Stati Uniti nel classificare questa milizia come organizzazione terroristica.

Corruzione e collasso economico: l’egemonia sciita in Libano verso il tramonto?

Nel 2016 Hezbollah ha assicurato all’alleato cristiano, Michel Aoun, l’elezione a presidente del Libano, riuscendo successivamente anche a ottenere la maggioranza alle elezioni del Parlamento. Il sistema ha iniziato a traballare nel 2019 con la crescita del malcontento dei cittadini, insoddisfatti dalla cattiva gestione del collasso economico libanese e frustrati dai decenni di corruzione di cui è stata protagonista il partito. A fine 2019 sono iniziate le prime proteste di massa a Beirut per chiedere la rimozione di queste forze politiche, che sono state violentemente represse. Gli elettori non l’hanno dimenticato durante le elezioni del 2022 e hanno fatto perdere a Hezbollah la maggioranza parlamentare.

Il potere dell’Iran resta stabile

Nonostante questo periodo di crisi interna, la presenza di Hezbollah rimane stabile in Medio Oriente grazie al suo rafforzamento militare, vantando 100.000 combattenti ben addestrati. Il leader Hassan Nasrallah afferma di disporre di missili a guida di precisione che possono colpire ovunque in Israele e impedire alle navi di raggiungere la costa del Mediterraneo, oltre a droni che possono effettuare operazioni specifiche o raccogliere informazioni di intelligence.

Quarant’anni dopo la sua affermazione durante il culmine dell’invasione israeliana in Libano nel 1982, il partito si è trasformato da un’organizzazione logora al gruppo più pesantemente armato del Medio Oriente, capace di attirare l’attenzione  a livello globale.


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Michele Bodei

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