I video delle donne afghane sui social: Internet l’unica “fuga” possibile dal controllo dei talebani

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  Laura Rodriguez
  11 settembre 2024
  4 minuti, 22 secondi

Sono diversi i video comparsi sul web che ritraggono donne afghane mentre cantano o recitano poesie in segno di protesta. Questo è un po’ il loro modo di combattere e di sfuggire al controllo del regime dei talebani, che ormai le ha private persino del diritto di far sentire la propria voce in pubblico.

È solo un altro triste capitolo che ci racconta la vita delle donne afghane che sono tornate a vivere sotto il regime dei talebani, tornati al potere dal 2021.

Non tutti i video che circolano sul web sono stati girati in Afghanistan; alcuni, infatti, sono stati realizzati da donne emigrate all’estero. Tra di loro c’è Taiba Sulaimani, una giovane donna che ha lasciato il Paese per rifugiarsi in Canada. Anche il suo video, come molti altri, è accompagnato da hashtag in inglese, come per esempio My voice is not forbidden” e “No to Taliban”.

La protesta ha principalmente a che fare con la nuova legge emanata ad agosto dal ministero per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio e di seguito approvata dal Governo. Spetterebbe proprio al Ministero il compito di vigilare sulla corretta interpretazione della legge islamica, nonché sul rispetto degli usi e costumi imposti dal gruppo radicale islamista ormai stabilmente al potere da 3 anni.

Un passo indietro

Al loro ritorno al potere in Afghanistan nell’agosto 2021, i talebani sono presentati come più moderati rispetto al passato, promettendo di rispettare i diritti delle donne. Tuttavia, già dai primi mesi non è stato difficile rendersi conto che, in realtà, stessero ricreando un regime molto simile a quello del periodo 1996-2001, quando alle donne venivano negati molti diritti fondamentali. Negli ultimi tre anni, i talebani hanno chiuso le scuole secondarie femminili (l'equivalente delle medie e superiori italiane), impedito l’accesso delle donne all'università e vietato loro di frequentare parrucchieri e saloni di bellezza.

Un rapporto dell'ONU pubblicato all'inizio di luglio ha evidenziato come l’influenza del ministero per la Propagazione della virtù e la Prevenzione del vizio si stia espandendo in ogni aspetto della vita pubblica e privata degli afghani. Ravina Shamdasani, portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha definito questa legge "decisamente intollerabile" e ha chiesto alle autorità di abolirla. Bisogna inoltre tenere a mente che il regime talebano non è ufficialmente riconosciuto da nessuno Stato; nonostante questo, però, alcuni Paesi hanno non hanno interrotto i propri rapporti con l’Afghanistan.

Le nuove regole

Quanto alla legge in questione, si tratta di un unico testo all’interno del quale sono state inserite varie norme, suddivise in 35 articoli. Si tratta di una serie di regole che hanno l’obiettivo di limitare fortemente le libertà personali; sono quindi previste rigide condotte di comportamento, che i cittadini sono chiamati a rispettare tanto in pubblico quanto in privato.

Pur essendo rivolte alla popolazione nella sua totalità, le regole più severe, però, sono quelle riservate alla figura femminile. A tal proposito, la normativa non si limita solamente a stabilire che le donne afghane debbano coprire integralmente il proprio corpo quando sono in pubblico, ma prevede anche che non possano cantare, recitare né tantomeno leggere ad alta voce, sia che questo avvenga in luoghi pubblici che in casa propria. Le autorità talebane hanno infatti stabilito che la voce di una donna va considerata un aspetto intimo e deve rimanere privata.

Come se tutto questo non fosse già abbastanza, la legge impone alle donne di non mostrare il proprio corpo o viso a uomini che non siano loro parenti stretti, di non fare amicizia con donne non musulmane, di non viaggiare senza essere accompagnate da un parente maschio e persino di evitare il contatto visivo con un uomo (regola che vale anche al contrario).

Alcune restrizioni erano già state applicate, ma non ancora formalizzate in un’unica legge. Ad esempio, già a maggio 2022, i talebani avevano imposto alle donne l’obbligo di indossare il burqa, il tradizionale abito femminile che copre tutto il corpo, inclusi viso e testa, lasciando solo una fessura o una fascia velata per gli occhi.

Quanto alle punizioni per la non osservanza delle leggi, il testo stabilisce provvedimenti più leggeri (è il caso degli ammonimenti) ed altri più severi (dalle multe fino agli arresti). È inoltre previsto che le violazioni ripetute debbano essere giudicate dai tribunali.

Visto che è difficile e costoso da controllare, Internet è rimasto uno dei pochi spazi ancora liberi dal controllo dei talebani, anche se, ad esempio, la legge ha vietato l’uso di TikTok per i contenuti considerati "non islamici". A luglio, il Washington Post ha intervistato decine di donne di Kabul, che hanno raccontato di usare molto i social nel tentativo di trovare un modo di evadere da una realtà che le opprime.

"Internet è la nostra ultima speranza, anche se niente può sostituire la libertà", ha detto Beheshta, una ragazza di 24 anni.

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Laura Rodriguez

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Diritti Umani

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Talebani Diritti delle donne regime autoritario Afghanistan