Il vantaggio asimmetrico di Hamas

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  Redazione
  10 giugno 2024
  10 minuti, 21 secondi

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Israele ha risposto al terribile attacco di Hamas del 7 ottobre con una forza dagli effetti schiacciante. In seguito al sanguinoso raid terroristico, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha promesso di “cancellare Hamas dalla faccia della terra”. L'esercito israeliano ha richiamato oltre 350.000 riservisti e ha lanciato attacchi sulla Striscia di Gaza con l'obiettivo di eliminare le ali politiche e militari di Hamas.

Che Israele abbia risposto alla violenza di Hamas con una risposta armata non è neanche lontanamente sorprendente, data l'incomparabile superiorità militare convenzionale dell'esercito israeliano rispetto ad Hamas. Israele risponde da tempo al terrorismo palestinese con la forza che serve. L’esercito israeliano è più forte, più grande e dotato di risorse migliori sia di Hamas che di altri gruppi terroristici legati ai palestinesi, e gli strateghi israeliani sanno che i loro nemici non possono reggere lo scontro con le Forze di Difesa Israeliane (IDF).

Eppure i vantaggi militari di Israele vengono messi in discussione. Hamas si è rivelato difficile da sconfiggere con la sola forza militare. La tecnologia ha sicuramente ridotto il divario tra stati e terroristi, consentendo a gruppi non statali di comportarsi in modo da imitare le operazioni dei paesi stessi. Hamas può lanciare attacchi sofisticati e diffondere la propria propaganda proprio come fa Israele. Anche tattiche antiche, come la costruzione di un labirinto di tunnel sotto Gaza, hanno aiutato Hamas a respingere un avversario più potente. E Hamas ha guadagnato terreno catturando circa 240 ostaggi. Gli stati hanno sempre lottato per sconfiggere i gruppi terroristici, ma la guerra tra Israele e Hamas dimostra perché farlo è diventato ancora più complesso.

Per Israele, forse il risultato più provocatorio di questa asimmetria è stato che le sue forze armate potrebbero aver fatto il gioco di Hamas colpendo Gaza con una forza tremenda. Hamas è stata fondata con l’obiettivo di sradicare Israele, ma il gruppo non è in alcun modo in grado di farlo, quindi utilizza lo strumento del terrorismo per guadagnare l’attenzione internazionale e degli alleati. Lo spargimento di sangue del 7 ottobre aveva lo scopo di provocare una reazione forte da parte dell’esercito israeliano che avrebbe danneggiato la compliance internazionale verso Israele e alimentato una rivolta in Cisgiordania e Gerusalemme nonché raccolto il sostegno di Hamas, in particolare da parte dell’Iran e del gruppo militante libanese Hezbollah.

Hamas ha utilizzato la morte di civili israeliani e palestinesi per promuovere la propria agenda politica. Bisogna ammettere che questo gruppo ha avuto successo in molti modi. Il modo migliore per Israele di sconfiggere Hamas, quindi, è quello di riconquistare un livello morale elevato, moderando l’uso della forza e offrendo maggiore protezione ai civili palestinesi. Attualmente, sarà difficile per i leader israeliani mostrare moderazione perché i loro elettori sono furiosi. Anche se farlo è l'unico modo col quale Israele può impedire ad Hamas di ottenere sostegno locale ed internazionale. E incitare così ulteriore violenza.

Distruzione creativa e l’evoluzione delle armi

Gli Stati non hanno più il monopolio sulle risorse necessarie per proiettare il potere nazionale e poi proporre tutte le proprie narrazioni politiche. Sono intervenuti molti e cruciali progressi tecnologici che hanno apportato benefici sproporzionati a vantaggio dei gruppi terroristici. In effetti, il terrorismo moderno può essere attribuito in senso teorico alla dinamite nel 1867.

I precedenti proiettili di polvere da sparo – come le granate del diciassettesimo secolo o le bombe “Orsini”, gli esplosivi appuntiti usati dagli anarchici nel diciannovesimo secolo – erano delicati e poco maneggevoli. Invece la dinamite si nasconde facilmente sotto i vestiti e può essere rapidamente accesa e lanciata contro un bersaglio. Il risultato nella storia è stato il terrorismo portato avanti da piccoli gruppi e individui, come è accaduto nell’assassinio con la dinamite nel 1881 dello zar russo Alessandro II.

Il fucile d'assalto Kalashnikov, noto anche come AK-47, è stato il successivo grande vantaggio tecnologico per i terroristi. Le armi da fuoco esistevano da secoli ma erano costose, difficili da mantenere e più efficaci solamente nelle mani di professionisti più che addestrati. L’AK-47, inventato nel 1947 in Unione Sovietica , cambiò l’equazione a favore degli attori non statali. Era facile da trasportare e da usare, pesava circa 5 Kg..

Oggi è considerata l'arma da fuoco più utilizzata nella storia, guadagnandosi la reputazione di simbolo dei terroristi di tutto il mondo. Il leader di al Qaeda Osama bin Laden aveva spesso un Kalashnikov di modello successivo appoggiato dietro di lui nei suoi discorsi video. Sulla bandiera di Hezbollah è raffigurato un fucile d'assalto simile all'AK-47.

Il terrorismo moderno può essere attribuito all’invenzione della dinamite nel 1867. La rivoluzione nella tecnologia dell’informazione ha portato benefici anche ai terroristi, consentendo loro di amplificare enormemente l’impatto della loro violenza strumentale. L’invenzione della televisione satellitare ha facilitato l’aumento del terrorismo globale negli anni ’70. Esso ha permesso ai terroristi di pubblicizzare estesamente la loro causa, ottenendo sostegno e guadagnando numerosi proseliti.

L’efficacia dei social media

L’espansione dei social media ha avuto un effetto paragonabile a quello sul terrorismo. Hamas è ora su un piano simile a quello di Israele nella sua capacità di proiettare all’esterno la propria narrativa di parte sulla guerra.

Anche dopo che Israele ha tagliato l’alimentazione elettrica e bloccato Internet a Gaza, Hamas è riuscita ugualmente a diffondere la disinformazione sulle più note app di messaggistica e sui social media facendo affidamento su un gran numero di simpatizzanti.

I tunnel forniscono ad Hamas un altro vantaggio asimmetrico.

Nel 2021, Hamas ha affermato di aver costruito oltre 400 Km. di tunnel, una strategia utilizzata da migliaia di anni da gruppi che hanno affrontato avversari più potenti o radicati: ebrei contro romani in Giudea nel I secolo D.C., i soldati giapponesi contro i marines americani a Peleliu nell’oceano Pacifico nel 1944, i vietcong contro le truppe americane nella guerra del Vietnam e, più recentemente, al Qaeda e lo Stato islamico contro le forze americane e Hezbollah contro l’IDF israeliano. E questo elenco potrebbe continuare ancora a lungo.

I tunnel possono essere utilizzati anche per contrabbandare merci come al confine di Gaza con l’Egitto, avviare operazioni militari e immagazzinare cibo, armi oltre che poter ospitare numerosi militanti e in questi giorni anche un gran numero di ostaggi.

Un singolo combattente che conosce la disposizione di un tunnel può tenere a bada dozzine di soldati nemici che brancolano invece nell'oscurità.

I tunnel consentono ai combattenti di Hamas di spostarsi attraverso la città anche quando le forze israeliane hanno occupato le strade in superficie, rendendo facile tendere loro un'imboscata.

Gli svantaggi dei tunnel

Sparare con un'arma in un tunnel può ferire anche chi spara oltre che il bersaglio perché i proiettili possono rimbalzare tra le anguste pareti o produrre onde sonore e d'urto che possono causare anche commozioni craniche gravi.

E’ notorio che gli occhiali per la visione notturna funzionano molto male nei tunnel in quanto non c'è sufficiente luce ambientale e i soldati non possono fare affidamento sui segnali delle mani o delle braccia, indistinti nel buio pesto.

È anche difficile per i comandanti comunicare con i soldati nei tunnel a causa dei segnali troppo attenuati e deboli per l’utilizzo dei dispositivi di comunicazione.

Gli eserciti ben equipaggiati possono provare a utilizzare strumenti robotici per combattere i gruppi che scavano tunnel.

I droni aerei possono mappare i tunnel utilizzando telecamere e sensori ad alta risoluzione, mentre i robot terrestri senza pilota possono esplorare, testare la qualità dell’aria, registrare le distanze, spostare rifornimenti, trasportare armi e proteggere i soldati. Ma possono arrivare solo fino a un certo punto. Il terreno irregolare, le superfici bagnate ed eventuali quanto possibili ostacoli imprevisti come cavi elettrici o frammenti di roccia lungo i vari percorsi sotterranei possono impedire la marcia dei robot. Poi, quando gli spazi si fanno ristretti, i robot disabilitati diventano essi stessi dei pericolosi ostacoli.

Israele potrebbe usare bombe massicce per distruggere i tunnel, ma così facendo ucciderebbe inutilmente migliaia di civili , guadagnando al paese solo ulteriore disprezzo internazionale e promuovendo la narrativa di Hamas secondo cui l'IDF massacra deliberatamente le persone innocenti. Anche se l’operazione militare israeliana avesse successo, il costo politico isolerebbe ulteriormente Israele e spingerebbe più persone a prendere le armi contro di esso.

Il vantaggio asimmetrico più importante di Hamas è stato di ordine strategico

Esso è rappresentato in primis dallo sfruttamento della risposta di Israele al suo attacco.

Dato che l'obiettivo dell'attacco di Hamas era quello di provocare una reazione eccessiva e controproducente da parte di Israele, la risposta violenta dell'IDF ha infiammato l'opinione pubblica nella regione contro Israele esattamente come Hamas aveva previsto e perseguiva.

Negli ultimi anni, Israele è riuscito a convincere diversi governi arabi a mettere da parte le preoccupazioni sui palestinesi e a normalizzare le relazioni bilaterali. Hamas voleva invece fermare o invertire questo intento, e almeno per il momento lo ha ottenuto.

In parole povere, Israele ha abboccato rispondendo all’attacco di Hamas con la repressione violenta, un metodo di antiterrorismo popolare ma raramente efficace che dona il meglio di sé quando i membri dei gruppi terroristici possono essere distinti e separati dalla popolazione civile: un compito impossibile a Gaza.

Secondo Hamas, Israele ha ucciso oltre 11.000 persone nel territorio poche settimane dopo l’ attacco del 7 ottobre. Con ogni morte civile, Israele provoca una reazione globale che rende più difficile sconfiggere Hamas e proteggere i cittadini israeliani.

Andare avanti e trattenersi

Per il momento, Israele può ottenere qualche vantaggio tattico contro Hamas adottando una migliore sorveglianza, stabilendo difese più forti e utilizzando maggiormente le tecnologie più avanzate come il “targeting” assistito dall’intelligenza artificiale, la capacità di contrastare sia i droni che gli intercettori “Iron Dome”.

Hamas non apprezza più l’elemento sorpresa. A meno che non venga affiancato da Hezbollah, la sua capacità di proiettare la forza avrà raggiunto il suo picco.

La guerra nei tunnel sarà lenta, costosa ed estremamente difficile per Israele, ma neanche Hamas non può prevalere nascondendosi nell’oscurità per un tempo indefinito. Anche perché stando al loro interno costituiscono pur sempre un riconoscibile e pertanto agevole bersaglio fisso.

La capacità di Hamas di integrare le operazioni è stata danneggiata dalla chiusura di Internet, dei cellulari e della telefonia fissa a Gaza.

In questo modo, Israele sta impedendo alle forze di Hamas di coordinarsi facilmente tra loro, raccogliere informazioni e raggiungere i leader politici in Libano. Dovrebbe continuare a isolare Hamas in questo modo. Ma, cosa ancora più importante, Israele deve contrastare la mobilitazione politica di Hamas, ovvero tagliare la sua capacità di attirare attenzione, reclute e alleati.

Farlo implicherebbe l’uso discriminatorio della forza e il recupero dell’alto livello morale che aveva nel periodo immediatamente successivo all’attacco ma che fu rapidamente perso con una sconsiderata campagna di bombardamenti che uccise “troppi” civili palestinesi, nelle parole del Segretario di Stato americano Antony Blinken.

Israele dovrebbe, ad esempio, affermare più chiaramente che i suoi nemici sono i combattenti di Hamas, non i civili palestinesi.

Danneggiare questi ultimi è moralmente sbagliato e spesso illegale, nonché strategicamente controproducente.

Per mutuare una frase spesso attribuita a Talleyrand, ministro degli affari esteri di Napoleone, “uccidere civili nella lotta contro i terroristi è peggio di un crimine; è un errore” .

Inoltre, Israele non deve spingere l’Autorità Palestinese a sostenere Hamas.

Israele deve evitare di incitare la rabbia dei palestinesi in Cisgiordania, impedendo ai coloni di attaccare i palestinesi e punendo coloro che lo fanno. Israele dovrebbe anche mantenere il flusso delle entrate fiscali e doganali verso l’Autorità Palestinese, che ha represso le rivolte dei simpatizzanti di Hamas in Cisgiordania.

Conclusione

Israele ha pochi modi per eliminare i vantaggi quasi tutti asimmetrici di Hamas.

Il Paese non può invertire il cambiamento tecnologico e/o eliminare completamente i messaggi pro-Hamas sui social media.

Ma Israele ha il potere di reagire strategicamente e con moderazione all’attacco terroristico di Hamas.

Ciò potrebbe indebolire Hamas in gran parte del suo potere, anche se asimmetrico.

Dato che Hamas ha progettato il suo attacco per alimentare una reazione eccessiva da parte di Israele, la cosa migliore che Israele può fare ora è rifiutarsi di fare il gioco di Hamas.

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