Incremento del ruolo dei funzionari dell’esercito negli incarichi civili: in Indonesia si sfumano i confini tra potere civile e potere militare

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  Antonella Franzelli
  08 aprile 2025
  4 minuti

Il 20 marzo 2025, il Parlamento indonesiano in seduta plenaria ha approvato una serie di emendamenti all’articolo 47 della National Armed Forces Law, che era stata varata nel 2004 per separare ufficialmente il potere politico da quello militare e limitare quindi la presenza dei funzionari dell’esercito al governo. Questa revisione, richiesta dallo stesso Presidente Prabowo Subianto alcuni mesi prima, va in direzione opposta, ovvero accresce l’influenza dei militari nel Paese. Se infatti prima questi ultimi potevano assumersi incarichi civili in dieci istituzioni governative in ambito di sicurezza e difesa senza prima ritirarsi dall’esercito (Tentara Nasional Indonesia, TNI), con le nuove modifiche i potenziali enti pubblici sono saliti a quattordici: oltre al Ministero della Difesa e agli organi di intelligence statale sono ora accessibili per il personale militare anche l’Ufficio del Procuratore Generale e l’Agenzia nazionale antiterrorismo. Non solo, è stata inoltre estesa l’età pensionabile per gli ufficiali dell’esercito: sarà loro possibile rimanere in servizio almeno fino all’età di 55 anni, con variazioni poi a seconda del rango raggiunto, come nel caso dei generali di più alto rango la cui età di pensionamento è stata stabilita ai 63 anni, con una possibile estensione di altri due anni su decisione del Presidente stesso.

Ma quali sarebbero le ragioni alla base di questa riforma che sembra porre le basi per un ritorno alla preminenza del potere militare su quello civile? Il ministro della legge indonesiano, Supratman Andi Agtas, negando la possibilità di una degenerazione in senso militare e sottolineando il rispetto dei principi democratici, ha spiegato che le riforme derivano dalla necessità di riformare il TNI e porre il Paese nelle condizioni ottimali per affrontare le nuove sfide geopolitiche a livello domestico e internazionale. L’esercito può infatti aiutare il governo nel contrastare le minacce cyber e nel difendere gli interessi nazionali e i cittadini all’estero. Questa forte premura di Giacarta per la propria sicurezza deriva da una crescente apprensione a causa dell’instabilità regionale e soprattutto dalla paura di un potenziale conflitto su Taiwan.

Questa rimilitarizzazione desta però preoccupazione nella società civile, ora che teme per le sorti della democrazia indonesiana. La paura, infatti, è quella di un ritorno al New Order della dittatura militare di Suharto che vedeva in vigore la dottrina dwifungsi o dual-function. Questo sistema era caratterizzato infatti da una doppia funzione dei militari, legittimati a ricoprire simultaneamente posizioni militari e civili, portando di conseguenza a un controllo diretto della politica da parte dei militari, alla mancanza di trasparenza e ad alti tassi di corruzione. Con la caduta di Suharto nel 1998, il sistema dual-function è stato gradualmente smantellato, con la presidenza Subianto, invece, sembra che se ne stiano ricomponendo i tasselli. Vari indizi suggerirebbero l’estensione ruolo dei militari nella vita civile del Paese. In primo luogo, l’attuale Presidente sembra rimanere intrecciato al suo passato militare, quando militava come comandante delle forze speciali sotto la dittatura militare di Suharto, al quale era oltretutto legato avendo sposato la più giovane delle sue figlie. L’immagine che aveva fornito di sé durante la campagna elettorale di natura più benevola e paterna sta infatti lasciando il posto a quella di un leader energico e di impostazione militare che punta sulla securitizzazione e sull’autosufficienza del suo Paese. Inoltre, Prabowo sin dalla sua elezione lo scorso ottobre ha iniziato ad inserire membri dell’esercito nel Gabinetto Rosso e Bianco, ha affidato alle forze armate il supporto logistico del programma “free-meal”, infine, come abbiamo visto, si è fatto poi promotore degli emendamenti all’articolo 47, ratificati oltretutto attraverso un processo abbastanza avventato e sommario.

Le possibili conseguenze legate a un ritorno al controllo militare nella politica indonesiana sono diverse: abuso di potere, violazioni di diritti umani, parzialità, impunità e corruzione, in sostanza una situazione dove le libertà civili e la governance democratica vengono subordinate ad interessi maggiori, quali la stabilità ed il controllo statale. A questa potenziale minaccia alla democrazia la popolazione non sta rimanendo indifferente. Sin dal giorno antecedente la votazione, centinaia di attivisti difensori della democrazia si sono accampati davanti al Parlamento per protestare contro la riforma della legge del 2004. Nonostante le repressioni della polizia, le proteste non si esauriscono e continuano i cortei per chiedere il ritiro del provvedimento e per proteggere la democrazia nel loro Paese.




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Asia Orientale

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