Kosovo e Serbia: l’UE e la diplomazia

I nuovi tentativi per un accordo di normalizzazione nelle regioni e il ruolo dell’UE

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  Riccardo Carboni
  26 gennaio 2023
  3 minuti, 44 secondi

  • La situazione tra Kosovo e Serbia è complessa e delicata

Il Kosovo, ex provincia autonoma della Serbia, ha dichiarato la propria indipendenza da quest'ultima, nel 2008. Tuttavia, Belgrado non riconosce l'indipendenza del Kosovo e mantiene relazioni economiche e politiche strette con le comunità serbe all'interno del territorio gestito dalle autorità di Pristina. La Comunità Internazionale è divisa sul riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo. Se da un lato, molti paesi, tra cui gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi dell'Unione Europea l'hanno riconosciuta, la Russia e la Cina non l'hanno fatto. Negli ultimi anni, ci sono stati sforzi per migliorare i rapporti tra le due Nazioni balcaniche. Per esempio nel 2013, i due paesi hanno iniziato negoziati, facilitati dall'Unione Europea, per risolvere le loro differenze, con progressi però, molto  limitati. Nel 2018 c'è stato un altro accordo di normalizzazione dei rapporti, per cercare di un tentare ancora di riavvicinare le due parti, che però, non è stato pienamente attuato. La situazione attuale è tesa, con entrambe le parti che si accusano a vicenda, di non rispettare gli accordi e di perpetuare la discriminazione verso le minoranze. Ci sono preoccupazioni per la sicurezza nella regione, soprattutto a causa della presenza di gruppi armati non governativi. In generale, la situazione tra Kosovo e Serbia richiede una soluzione pacifica e duratura, che tenga conto delle esigenze e dei diritti di entrambe le parti. In questo contesto, l'Unione Europea e la Comunità Internazionale devono continuare a sostenere i negoziati e gli sforzi per la pace nella Regione. Nell’ultimo periodo, si sta verificando un’intensa attività diplomatica tra i due paesi, alla ricerca di un nuovo accordo per la normalizzazione delle relazioni: l’UE ha inviato un rappresentante speciale per il dialogo tra Belgrado e Pristina, Miroslav Lajcak, che ha incontrato il Primo Ministro del Kosovo e il Presidente serbo nei negoziati che hanno coinvolto anche, il rappresentante speciale degli Stati Uniti e le delegazioni tedesche, francesi e italiane. L’occidente sta infatti cercando di spingere e promuovere la proposta di Francia e Germania, promotrici di un accordo tra le parti (non pubblico) per la normalizzazione dei rapporti e per riconciliare la relazioni bilaterali. Secondo alcune fonti, nonostante la Serbia potrebbe de jure non riconoscere ufficialmente quella che ormai è la sua ex provincia, entrambe le parti si troverebbero de facto nella condizione di accettare l’integrità territoriale dell’altro. Questo permetterebbe al Kosovo, di poter entrare liberamente all’interno delle Nazioni Unite senza l’ostruzione della Serbia, nonché il conseguimento di quanto stabilito nel 2013 durante gli accordi di Bruxelles: la regolazione dell’autonomia serba all’interno del Kosovo. Per la Serbia verrebbe accelerato il travagliato processo d’integrazione all’interno dell’UE.

Vucic, il presidente Serbo, ha descritto come il non superamento dell’attuale situazione potrebbe tradursi in una serie di gravi conseguenze per la Serbia, a partire dalla segregazione politica del paese, con conseguente abbandono degli investitori e fallimento del processo integrativo europeo. Egli sa bene, di non poter rinunciare all’Unione Europea, in quanto più del 60% degli investimenti stranieri diretti arrivano da paesi occidentali facenti parte dell’UE, rendendola condizione fondamentale e imprescindibile per il proprio sviluppo interno. Sul lato orientale, Mosca gioca un ruolo principale essendo il principale alleato politico della Serbia e avendo contribuito e sostenuto il paese, nel contrastare il processo di indipendenza del Kosovo. Quest’ultima, assieme alla Bielorussa, si è contraddistinta per non aver sanzionato la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Non essendo Putin direttamente coinvolto nella questione serbo-kosovara, ma giovando comunque delle tensioni nella zona dei Balcani, la Comunità Internazionale si trova di fronte ad una situazione ancor più instabile che necessita di un’azione celere e risolutiva. La conseguente preoccupazione europea, all’instabilità dei rapporti tra le regioni, vede negli sforzi diplomatici odierni uno spiraglio di luce, nella speranza che possa condurre ad una risoluzione delle forti tensioni tra Kosovo e Serbia.


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Fonti utilizzate per il presente articolo:

https://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Accordo-con-Belgrado-le-reazioni-in-Kosovo-134840

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/ispitel-kosovo-serbia-sforzi-di-normalizzazione-37325

https://www.agenzianova.com/news/serbia-vucic-il-piano-europeo-sul-kosovo-non-e-entusiasmante-ma-dovremo-collaborare/

https://www.eastjournal.net/archives/129570

Immagine:

https://unsplash.com/photos/TWNpgzhBaP8

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L'Autore

Riccardo Carboni

Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.

Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.

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