La Cina e le sfide dell’inquinamento: tra progresso, politiche e prospettive future

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  Alessia Bernardi
  15 giugno 2024
  3 minuti, 31 secondi

La Cina affronta gravi problemi di inquinamento delle acque a causa della rapida industrializzazione e urbanizzazione, che hanno portato a scarichi industriali, agricoli e domestici non trattati nei fiumi e nei laghi. Le aree industriali come i bacini dei fiumi Giallo e Azzurro sono particolarmente colpite. L'uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti contribuisce all'eutrofizzazione, danneggiando gli ecosistemi acquatici e la sicurezza alimentare. La Cina sta implementando politiche ambientali più rigide, ma la gestione sostenibile delle risorse idriche resta una sfida complessa.

L’inquinamento in territorio cinese rappresenta una sfida ambientale e sanitaria di dimensioni epiche, che ha spinto il governo ad intraprendere iniziative politiche importanti. Negli ultimi anni, la gravità del problema è emersa con chiarezza, con particolare attenzione all'inquinamento dell'aria e delle acque. Nel 2016, la concentrazione di polveri sottili (PM 2,5) in diverse città del nord della Cina ha superato di oltre 100 volte i limiti di tollerabilità stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questa situazione ha sollevato allarmi sulla salute pubblica, evidenziando l'urgenza di interventi decisivi. Parallelamente, il Ministero della Protezione Ambientale ha rivelato che quasi due terzi delle falde acquifere e un terzo delle acque di superficie erano inquinate. I contaminanti includevano pesticidi, metalli pesanti e sostanze chimiche, oltre ai reflui civili, rendendo più della metà dell'acqua destinata all'uso civile non potabile. Questo degrado delle risorse idriche è aggravato dalla salubrità compromessa dei terreni: il 20% del suolo cinese non era sano, con l'acqua piovana che raccoglie metalli pesanti e altre sostanze inquinanti, contaminando ulteriormente le falde acquifere. Già dal 2006, si stimava che circa l’80% delle acque cinesi era fortemente inquinato.

Nel 2017, il Presidente Xi Jinping ha riaffermato l'impegno nella lotta contro l'inquinamento, introducendo nuove leggi. Nel 2018, la Cina ha infatti vietato l'importazione di rifiuti e imposto il riciclo dei rifiuti domestici per promuovere un'economia sostenibile e migliorare la qualità dell'aria. Nel 2019, il governo ha annunciato di aver raggiunto 5 dei 7 obiettivi per la salubrità delle acque, con il 95% delle acque nelle grandi città adatte all'uso umano. Tuttavia, rimane molto da fare per migliorare le risorse idriche a livello nazionale, con sforzi continuati per trattare le acque reflue e promuovere energie rinnovabili.

Nel 2024, la Cina ha compiuto progressi significativi nella lotta contro l'inquinamento idrico, ma rimangono ancora molte sfide. Il paese ha implementato oltre 130 politiche per migliorare la qualità dell'acqua, tra cui il "Water Ten Plan" e la legge sulla protezione del fiume Yangtze del 2021, che mira a proteggere e ripristinare il più lungo fiume della Cina. Inoltre, l’iniziativa delle "sponge cities" è un altro passo importante, progettato per migliorare la gestione delle acque urbane attraverso soluzioni basate sulla natura, come le zone umide artificiali e i pavimenti permeabili. Questa iniziativa è stata implementata in 30 grandi città e mira a rendere l'80% delle aree urbane capaci di assorbire e riutilizzare l'acqua entro il 2030. Si rammenta anche che le città costiere come Shanghai sono a rischio di innalzamento del livello del mare, mentre le inondazioni e le siccità colpiscono regolarmente diverse regioni del paese, causando enormi danni economici e sociali. Nonostante questi sforzi, il paese deve affrontare gravi sfide legate al cambiamento climatico, con eventi meteorologici estremi sempre più frequenti che minacciano anche la qualità dell'acqua, oltre alla stabilità umana e sanitaria. In effetti, proprio quest’ultima è fortemente in crisi, tanto che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno l'inquinamento ambientale è responsabile della morte di circa 1.7 milioni di bambini sotto i cinque anni a livello globale. In Cina, una parte significativa di queste morti è attribuibile sia all'inquinamento dell'aria, sia indoor che outdoor, che all’inquinamento delle acque, che porta con essa problemi respiratori, cardiovascolari e cancro.

In sintesi, sebbene la Cina abbia fatto passi avanti notevoli nella gestione e nella protezione delle risorse idriche, è necessario un continuo impegno per affrontare le complesse sfide ambientali e climatiche future.

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Alessia Bernardi

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